Continuo a pensare, povero Drago, che si, ha fatto una brutta fine. Certo è che Martalar ha comunque bruciato più di qualche sua opera, arrivando a considerare il fuoco come un elemento fondamentale. Sembra quasi un destino...
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Il fuoco così diventa un elemento potente che incide sull’opera e crea un nuovo risultato. È come se fossimo due artisti che lavorano sullo stesso progetto.
Queste forze della natura come il fuoco, il vento, etc. influiscono tanto. Influiscono tanto su di noi come esseri umani, ed è bello vedere come possono influire tanto nell’arte. Anche se questo significa che tanti lavori vanno via, perduti per sempre perché “mangiati” dal fuoco. Sembra quasi che prendano il sopravvento su quello che hai fatto.“"
Parole di Martalar, quelle lì sopra...
Ho letto tantissimi commenti, e tutti, giustamente di condanna. Però mi chiedo, sempre relativamente a quel povero Drago: si chiedeva, la gente che faceva la fila a farsi i selfie con lui, il significato che aveva? Mi sa di no... O si era perso per strada.
Perchè il suo significato era quello di ricordare una catastrofe, opera di quegli stessi modi di essere, ignoranti e superficiali, che hanno portato il clima ad impazzire. Il drago era figlio di Vaia, di una tempesta che ha distrutto milioni di alberi, ma la sua maestosità ha fatto si che di Vaia rimanesse solo il nome. In diversi commenti ho letto di gente che manco sapeva cosa fosse, la Tempesta Vaia. E per andare a vederlo, in milioni, prendiamo su l'auto, che tanto cosa vuoi che succeda? Questo siamo, come giustamente ha scritto Pietro.68.
La stessa stupidità che ha dato fuoco al Drago, teniamolo a mente, è la stessa stupidità che sta dando fuoco al Pianeta, solo che in questo caso nessuno si indigna, nessuno grida all'atto vile e criminale, nessuno ci fa caso. E nessuno può farsi un selfie, a quanto sembra, col Pianeta e basta: ci vuole la giostrina, il punto di interesse, l'opera famosa. Vedi Marcesina: tutti vanno a vedere l'aquila, ma nessuno sembra vedere la distesa di ceppaie che ci sta appena davanti, e per non so quanti km quadrati. E prima dell'aquila, a Marcesina non trovavi nessuno. Un così bel posto, e ci voleva l'aquila di tronchi. Meglio mettano telecamere e sistemi di sorveglianza, che non vada in fumo pure quella.
A 15 km da casa mia sta, lungo la ciclabile, l'Ape Vaia (che chiamo Maia quando voglio scherzare, e Zaia quando voglio scherzare ancor di più...), ma non se la fila nessuno, povera ape. Un po' come il Gallo di Gallio...
Ah, ho letto pure qualche commento che diceva che era di moda scattare foto al drago mettendoci dentro, ficcate da qualche parte, luci di qualche tipo, anche candele, per simulare il fuoco che doveva avere dentro. Non vorrei fosse scappata la candela.
Tra le varie ipotesi per giustificare la cosa, c'è pure quella degli abitanti stufi marci di vedersi invadere case, corti e orti da una masnada di auto lasciate in giro senza troppi criteri. Forse, quando si propone un'opera da fruire, bisognerebbe pensare anche a dove la gente possa lasciare l'auto, senza ficcarla dove capita, magari a casa di qualcun altro.