Opinione I prezzi delle bici spaventano le nuove generazioni?

BugiaNen

Biker ultra
20/3/06
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Torino
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Leggo che molti hanno figli giovani iscritti a società ciclistiche che partecipano a gare.
Io da adolescente, dai 6 ai 17-18, ho sempre giocato a pallacanestro. L'unico onere che spettava alle famiglie era pagare l'iscrizione a inizio anno.
Se si giocava in trasferta, anche fuori regione, ci si trovava in sede e si andava sul posto con i pulmini della società guidati dagli allenatori, le divise e le tute da riscaldamento non erano di nostra proprietà ma ci venivano consegnate prima della partita finita la quale le rendevamo perchè fossero lavate e preparate per la domenica successiva, neppure le canottiere double face che usavamo per le partite di allenamento erano nostre ma le rendevamo a fine stagione, ad inizio anno, durante un allenamento, veniva il medico in sede per farci la visita.
Ne' noi ragazzi, ne' tantomeno le famiglie, sapevamo nulla di quanto riguardava l'iscrizione a campionati/tornei o logistica varia, venivamo messi di fronte alle cose fatte e stop.
Un paio di volte al mese, dopo l'allenamento, veniva un ragazzo a fare una sorta di quello che oggi si chiamerebbe mental coaching: spingeva più di tutto sul fatto di essere prima un gruppo di amici più che una squadra, noi potevamo tirare fuori i nostri problemucci adolescenziali e lui invitava gli altri a darci consigli o anche solo a farci sapere come si sarebbero comportati loro in quella situazione.
Per me, quelli passati in quella palestra, sono stati momenti decisamente felici dei quali ho bellissimi ricordi.

Sarei quindi curioso di sapere cosa materialmente offre una società ciclistica ai vostri ragazzi tesserati. Allenamenti, li porta alle gare, monta un gazebo e offre un servizio di meccanico sul campo, c'è qualcuno che prova prima la gara con i ragazzi e, specie in enduro o dh, studia le linee, ecc?
A quanto leggo, tolta la canonica tessera di federazione e qualche sconto sui materiali, mi sembra che tutto, o almeno molto, sia delegato alle famiglie e a quanto queste siano disposte ad investire in termini di denaro, tempo e impegno.
 

ziozizzo

Biker serius
5/3/21
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Bologna
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Spectrral AL6 2021
Si tratta ancora una volta di un effetto. Sai io sono sia dipendente, anche appartengo a una fascia di privilegiati, sia libero prof. e pago inps al 25% perché non ho cassa. Ma indipendentemente da tutto, l'idea che riceverai quanto hai accantonato è un principio piuttosto teorico, non tiene conto dell'inflazione combinata all'allungamento dell'aspettativa di vita, che negli ultimi anni è clamoroso. Non molti anni fa la media era sotto i 75, oggi è 87, tra 10 anni staremo vicino a 100, per cui è molto difficile che 35 anni di lavoro possano pagarti 30 di pensione. Poi le tecnicalità le lascio ai patronati, ma se vuoi programmare le risorse devi fare i conti con i dati che abbiamo, e poi quel che è stato è stato scordiamuce u passato (chiedo scusa ai napoletani se ho storpiato la loro meravigliosa pronuncia, ma sono un lumbard).
Ragionamento perfetto, però ora non mi riesco a spiegare come tu abbia potuto sbagliare a calcolare la tua età tra 20 anni :pirletto:(si scherza eh)
 

Mambro82

Biker serius
5/2/20
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Lecco
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Orbea Occam
Leggo che molti hanno figli giovani iscritti a società ciclistiche che partecipano a gare.
Io da adolescente, dai 6 ai 17-18, ho sempre giocato a pallacanestro. L'unico onere che spettava alle famiglie era pagare l'iscrizione a inizio anno.
Se si giocava in trasferta, anche fuori regione, ci si trovava in sede e si andava sul posto con i pulmini della società guidati dagli allenatori, le divise e le tute da riscaldamento non erano di nostra proprietà ma ci venivano consegnate prima della partita finita la quale le rendevamo perchè fossero lavate e preparate per la domenica successiva, neppure le canottiere double face che usavamo per le partite di allenamento erano nostre ma le rendevamo a fine stagione, ad inizio anno, durante un allenamento, veniva il medico in sede per farci la visita.
Ne' noi ragazzi, ne' tantomeno le famiglie, sapevamo nulla di quanto riguardava l'iscrizione a campionati/tornei o logistica varia, venivamo messi di fronte alle cose fatte e stop.
Un paio di volte al mese, dopo l'allenamento, veniva un ragazzo a fare una sorta di quello che oggi si chiamerebbe mental coaching: spingeva più di tutto sul fatto di essere prima un gruppo di amici più che una squadra, noi potevamo tirare fuori i nostri problemucci adolescenziali e lui invitava gli altri a darci consigli o anche solo a farci sapere come si sarebbero comportati loro in quella situazione.
Per me, quelli passati in quella palestra, sono stati momenti decisamente felici dei quali ho bellissimi ricordi.

Sarei quindi curioso di sapere cosa materialmente offre una società ciclistica ai vostri ragazzi tesserati. Allenamenti, li porta alle gare, monta un gazebo e offre un servizio di meccanico sul campo, c'è qualcuno che prova prima la gara con i ragazzi e, specie in enduro o dh, studia le linee, ecc?
A quanto leggo, tolta la canonica tessera di federazione e qualche sconto sui materiali, mi sembra che tutto, o almeno molto, sia delegato alle famiglie e a quanto queste siano disposte ad investire in termini di denaro, tempo e impegno.
Purtroppo una volta anche le società erano più ricche e c'erano più sponsor e più presidenti benestanti pronti a metterci soldi a fondo perduto.
Ora si paga un'iscrizione alla società (sui 200€ in costante aumento ) e viene fornito un borsone con antivento, 2 paia di pantaloncini, 2 maglie , 1 calzamaglia e una maglia invernale, 2 paia di calze e divisa da postgara.
In caso di bdc la società fornisce una bici a noleggio con quello a magazzino, senza curare troppo taglia ecc, ecc. Se non ti va bene compri. Qualsiasi merce di consumo (copertoni , nastro, freni, ecc) è a carico dell' atleta a prezzo pieno.
Per MTB la società fornisce solo il vestiario.
Per le gare ognuno va per conto suo, la società,soprattutto dopo il COVID ha deciso che sul pulmino non sale nessun atleta.
Sul campo gara c'è gazebo con allenatore.
Meccanico o c'è qualche genitore in gamba o niente
 

Code98

Biker serius
4/4/15
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Reggio Emilia
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Tues
Per quanto ti possa sembrare strano, anche quelle attività vanno sotto il nome di mtb. I mezzi relegati adesso a quel genere di percorsi, sono peraltro ben più performanti di quelli con cui 30 anni fa andavamo effettivamente dappertutto, compresi quei tracciati oggidì definiti pomposamente "enduro".
Ma io non voglio dire che quei modi di andare in MTB non siano validi o non possano appassionare, anche se non li vedo molto attraenti per i giovani, però non mi venire a dire che le bici economiche da escursionismo vadano bene per tutto e tutti.
Io dubito anche del fatto che negli anni 90 si facessero le discese di oggi, magari i pro del tempo, ma non i semplici appassionati. Sicuro non alle velocità moderne.
Resta il fatto che fare discesa costa molto e sicuro molti sono scoraggiati da questo, giovani a maggior ragione.
È un diritto costituzionale la Commencal Meta? No . È comunque un peccato che molti ragazzi rinuncino per i costi? Secondo me si
 
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Biker assatanatus
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Tra i due laghi e il Moncuni
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Santa Cruz HT "Orangina" - KTM Scarp prestige "scarpetta"
Purtroppo una volta anche le società erano più ricche e c'erano più sponsor e più presidenti benestanti pronti a metterci soldi a fondo perduto.
Ora si paga un'iscrizione alla società (sui 200€ in costante aumento ) e viene fornito un borsone con antivento, 2 paia di pantaloncini, 2 maglie , 1 calzamaglia e una maglia invernale, 2 paia di calze e divisa da postgara.
In caso di bdc la società fornisce una bici a noleggio con quello a magazzino, senza curare troppo taglia ecc, ecc. Se non ti va bene compri. Qualsiasi merce di consumo (copertoni , nastro, freni, ecc) è a carico dell' atleta a prezzo pieno.
Per MTB la società fornisce solo il vestiario.
Per le gare ognuno va per conto suo, la società,soprattutto dopo il COVID ha deciso che sul pulmino non sale nessun atleta.
Sul campo gara c'è gazebo con allenatore.
Meccanico o c'è qualche genitore in gamba o niente


A parziale discolpa (e sono il primo critico nei confronti delle società che lasciano molto sulle spalle delle famiglie) la situazione contabile/fiscale/normativa per le ASD si è molto molto complicata rispetto a quando facevamo sport noi (per me parlo degli anni 80).
E certe cose che nel passato erano la normalità oggi semplicemente non sono più possibili in molti casi.

PS noi paghiamo più del doppio di quota. Il pulmino c'è a volte si a volte no, ma in ogni caso rimborsiamo il gasolio alla società.
So di società enduro che dagli ESO in su chiedono oltre 1000€ l'anno, con meccanico al gazebo.
 
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big_63

Biker poeticus
28/9/09
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Bergamo
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Scott Scale RC 900 Pro
qualsiasi sport agonistico se praticato ad alto livello a 12-13 anni è già approcciato con allenamenti specifici come quelli degli adulti.
Pensi che i tennisti o i calciatori che a 18 anni competono tra i professionisti si siano ''divertiti'' fino a 17 anni?
A proposito di tennis agonistico... Mamma mia che costi, il figlio di mia cugina frequenta i tornei futures e tra viaggi, allenamenti e varie ci vuole uno stipendio, ma di quelli super.
 

jk_biker

Biker superioris
28/1/08
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mi
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boh
Leggo che molti hanno figli giovani iscritti a società ciclistiche che partecipano a gare.
Io da adolescente, dai 6 ai 17-18, ho sempre giocato a pallacanestro. L'unico onere che spettava alle famiglie era pagare l'iscrizione a inizio anno.
Se si giocava in trasferta, anche fuori regione, ci si trovava in sede e si andava sul posto con i pulmini della società guidati dagli allenatori, le divise e le tute da riscaldamento non erano di nostra proprietà ma ci venivano consegnate prima della partita finita la quale le rendevamo perchè fossero lavate e preparate per la domenica successiva, neppure le canottiere double face che usavamo per le partite di allenamento erano nostre ma le rendevamo a fine stagione, ad inizio anno, durante un allenamento, veniva il medico in sede per farci la visita.
Ne' noi ragazzi, ne' tantomeno le famiglie, sapevamo nulla di quanto riguardava l'iscrizione a campionati/tornei o logistica varia, venivamo messi di fronte alle cose fatte e stop.
Un paio di volte al mese, dopo l'allenamento, veniva un ragazzo a fare una sorta di quello che oggi si chiamerebbe mental coaching: spingeva più di tutto sul fatto di essere prima un gruppo di amici più che una squadra, noi potevamo tirare fuori i nostri problemucci adolescenziali e lui invitava gli altri a darci consigli o anche solo a farci sapere come si sarebbero comportati loro in quella situazione.
Per me, quelli passati in quella palestra, sono stati momenti decisamente felici dei quali ho bellissimi ricordi.

Sarei quindi curioso di sapere cosa materialmente offre una società ciclistica ai vostri ragazzi tesserati. Allenamenti, li porta alle gare, monta un gazebo e offre un servizio di meccanico sul campo, c'è qualcuno che prova prima la gara con i ragazzi e, specie in enduro o dh, studia le linee, ecc?
A quanto leggo, tolta la canonica tessera di federazione e qualche sconto sui materiali, mi sembra che tutto, o almeno molto, sia delegato alle famiglie e a quanto queste siano disposte ad investire in termini di denaro, tempo e impegno.
Nel basket (come in altri sport) è cambiato tutto. Divise e trasferte si pagano a parte ma se preferisci puoi usare la tua macchina. Il merchandising è quasi un obbligo come le jordan altrimenti ti guardano male. All'inizio sembra tutto un gioco ma appena superano i 10-11 anni ti mandano un coach che pare quello del film "ufficiale gentiluomo" li fa lavorare come somari e urla come un pazzo se sbagliano.Altro che valori dell'amicizia.. I genitori ancora più invasati si menano sugli spalti... Gli allenamenti diventano 4 a settimana + partita o minitorneo la domenica. Così una volta alle superiori diventa quasi impossibile frequentare salvo avere la palestra sotto casa e comunque con enormi sacrifici anche da parte dei genitori. Oltre una certa età non esiste un un campionato soft meno impegnativo cioè manca proprio il gioco a livello puramente ricreativo come era per noi una volta.
Insomma fanno passare la voglia ai ragazzi...
E nel ciclismo penso sia anche peggio, oltre ai costi ben maggiori.
 
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BugiaNen

Biker ultra
20/3/06
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Torino
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Nel basket (come in altri sport) è cambiato tutto. Divise e trasferte si pagano a parte ma se preferisci puoi usare la tua macchina. Il merchandising è quasi un obbligo come le jordan altrimenti ti guardano male. All'inizio sembra tutto un gioco ma appena superano i 10-11 anni ti mandano un coach che pare quello del film "ufficiale gentiluomo" li fa lavorare come somari e urla come un pazzo se sbagliano.Altro che valori dell'amicizia.. I genitori ancora più invasati si menano sugli spalti... Gli allenamenti diventano 4 a settimana + partita o minitorneo la domenica. Così una volta alle superiori diventa quasi impossibile frequentare salvo avere la palestra sotto casa e comunque con enormi sacrifici anche da parte dei genitori. Oltre una certa età non esiste un un campionato soft meno impegnativo cioè manca proprio il gioco a livello puramente ricreativo come era per noi una volta.
Insomma fanno passare la voglia ai ragazzi...
E nel ciclismo penso sia anche peggio, oltre ai costi ben maggiori.
Che tristezza!
Io giocavo in una delle due società giovanili più quotate della mia regione, nonchè vivaio di una squadra serie A che all'epoca andava per la maggiore. Quindi non proprio la squadretta di paese in cui bastava iscriversi per giocare. Non ero di certo un campione, non ho potuto mai neppure sognare di vivere di pallacanestro, ero bravino, facevo il mio e tanto bastava.
L'impegno, specie negli ultimi anni, era notevole: parliamo di tre allenamenti settimanali da tre ore (un'ora di ginnastica, corsa, scatti, salto della corda... e due ore con la palla tra fondamentali/schemi e partitella), prepartita di un paio d'ore il sabato (obbligatorio per i convocati, facoltativo per gli altri) e la partita la domenica.
Per un ragazzo che va a scuola diventa bello intenso e ad un certo punto io non ce l'ho più fatta e non avevo proprio più voglia di quella vita. Saltavo troppi allenamenti, non venivo quasi più convocato per la domenica e ho deciso di smettere.
Ma mai e poi mai ho sentito un allenatore urlarci contro o prenderci a male parole, non sarebbe stato neanche lontanamente accettato. Qualche ramanzina ogni tanto ovviamente c'era ed era anche giusto così.
Probabilmente sono stato molto fortunato a finire nella società giusta circondato dalla gente giusta che mi ha fatto vivere con leggerezza e gioia quello sport, come dovrebbe essere sempre a quelle età.

Sentire come vanno le cose adesso, specie nel ciclismo come ha scritto sopra @Mambro82 , mi mette parecchia amarezza. Mi sembra che i ragazzi si debbano sentire molto lasciati a loro stessi e non parte di qualcosa, poco incentivati a proseguire non appena i risultati tardano un pochino ad arrivare. Spero di sbagliarmi e di aver interpretato male come stanno realmente le cose.
 
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5cento27

Biker ciceronis
25/3/15
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irpinia
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Quandanche il giovane o i genitori se le potessero permettere, se fossi in loro le lascerei nei negozi. Per me non è un tema di soli costi, ma anche di principio. Non avrei speso migliaia di euro per una bici quand'ero pischello, né l'avrei preteso dai miei genitori, e continuo a rifiutarmi di spenderli ora che ho il doppio di uno stipendio medio. Continuerò a rivolgermi all'usato fino a che il mercato del nuovo non si deciderà ad abbassare questi prezzi fuori di testa, stringendo i denti per il materiale di consumo che comunque va preso nuovo. Per me ad oggi l'unica soluzione per il giovane è l'entry level o l'usato, che non è questione di
Che le bici costan tanto è fuori dubbio, i negozi che hanno successo sono quelli che non hanno clienti che ne fanno una questione di principio e non " chiedono "all' acquirente il 730 all' acquirente.
Acquistare un bene molto costoso non è solo questione di reddito ma di mentalità, vedo coppie che conosco al supermecato con doppio reddito e casa di proprieta prima di mettere un prodotto nel carrello della spesa ci pensano 3 volte ...
 

drmale

Biker perfektus
17/7/09
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Brescia
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Oiz&Rise, RM Altitude, StbCubeAttain, GaryFisherProcaliber1991, BMWr65Cust+AfricaTwin1100
Ragionamento perfetto, però ora non mi riesco a spiegare come tu abbia potuto sbagliare a calcolare la tua età tra 20 anni :pirletto:(si scherza eh)
Mah ho usato la calcolatrice che uso per fare le parcelle, che di solito funziona benissimo.
 

ant

Biker assatanatus
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Tra i due laghi e il Moncuni
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Santa Cruz HT "Orangina" - KTM Scarp prestige "scarpetta"
Mi sembra che i ragazzi si debbano sentire molto lasciati a loro stessi e non parte di qualcosa,
Dove siamo noi la società ci prova, a onor del vero, a "fare squadra".

Ma la MTB (sia enduro che XC) nelle categorie giovanili ha molto "sparpagliamento" di categoria e numeri bassi: 5 ESO1, 3 ESO2, qualche allievo, 3 Juniores, 6 under23.… al di là dei tecnicismi di categoria ho citato ragazzi (e ragazze, che complica ulteriormente) di categorie che vanno dai 12 ai 22 anni...

Capisci che le esigenze atletiche e le capacità variano molto, avresti bisogno di 6/7 allenatori per 20 ragazzi e tre ragazze.
E quindi fanno un po', il resto sta poi all'atleta e alle famiglie.
 
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drmale

Biker perfektus
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Il governo é a lavoro per quota 200: 90 anni di età e 110 anni di contributi :!:
Lo so è retroattiva, così resuscitano Silvio, che ha smesso di pagare prematuramente. Comunque 20 anni fa qui a Brescia nella cat m5 correvano spesso in 2 o 3, il prox anno M8 è una giungla.
 
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Pietro.68

...estiqaatsi...
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nel medio Brenta
mercatino.mtb-mag.com
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due...
Che le bici costan tanto è fuori dubbio, i negozi che hanno successo sono quelli che non hanno clienti che ne fanno una questione di principio e non " chiedono "all' acquirente il 730 all' acquirente.
Acquistare un bene molto costoso non è solo questione di reddito ma di mentalità, vedo coppie che conosco al supermecato con doppio reddito e casa di proprieta prima di mettere un prodotto nel carrello della spesa ci pensano 3 volte ...
E vedo coppie che fanno gli operai e comprano l'Audi A3 senza pensarci 2 volte...(ma fanno rate per 5 anni) :medita: :pirletto:
 

Maiella

Biker Maiellensis
3/2/15
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Maiella/Abruzzo
maiellacultura.blogspot.com
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Black Forest Pro/Whistler Pro by Focus
Mi sembra che i ragazzi si debbano sentire molto lasciati a loro stessi e non parte di qualcosa, poco incentivati a proseguire non appena i risultati tardano un pochino ad arrivare. Spero di sbagliarmi e di aver interpretato male come stanno realmente le cose.
Premesso che le cose sono cambiate, e molto probabilmente in peggio su alcuni aspetti, va rimarcato che il ciclismo anche a livello giovanile é da sempre uno sport spietato. Lo é già per i tanti sacrifici fatti a livello economico dalla famiglia, ma anche e soprattutto per l'impegno fisico e motivazionale da parte dell'atleta, che sono difficili da ripagare: vince solo uno e fare risultato é complicato.
Un corridore su strada, spesso per la mancanza di società nei pressi di casa, deve tesserarsi con altre distanti e quindi allenarsi da solo, fare ore e ore di bici, con tutte le condizioni atmosferiche, affrontando i pericoli della strada.
Dire che i ragazzi sono lasciati a loro stessi é in parte corretto, ma é un fatto quasi tradizionale del ciclismo.
Per non parlare degli infortuni, più o meno seri, ai quali si possono andare incontro.
 
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Paoloderapage

Biker perfektus
1/9/14
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Pistoia
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Transition Spur & XC500
Ovviamente tutto questo è un confronto di quanto siano cambiate le cose rispetto all'approccio di chi iniziava questo sport un po' di anni fa.
Sentirei il bisogno di una pettorina super protettiva quando le velocità aumentano esponenzialmente perché chi guida ha già un buon livello.
io cadevo molto di più quando ho iniziato rispetto ad adesso...
comunque non è un discorso di approccio ora o anni fà ma di mentalità. Puoi approcciarti un passo alla volta o fare una spesa più grande una volta sola.
Avendo avuto entrambi gli approcci in differenti situazioni e fatto 2 conti se non si butta tutto 'in vacca'' dopo 2 mesi spendere bene(magari consigliati...) subito è la soluzione più economica.
 

mirc0

Biker cesareus
26/9/09
1.769
1.314
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BG
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.
Nel basket (come in altri sport) è cambiato tutto. Divise e trasferte si pagano a parte ma se preferisci puoi usare la tua macchina. Il merchandising è quasi un obbligo come le jordan altrimenti ti guardano male. All'inizio sembra tutto un gioco ma appena superano i 10-11 anni ti mandano un coach che pare quello del film "ufficiale gentiluomo" li fa lavorare come somari e urla come un pazzo se sbagliano.Altro che valori dell'amicizia.. I genitori ancora più invasati si menano sugli spalti... Gli allenamenti diventano 4 a settimana + partita o minitorneo la domenica. Così una volta alle superiori diventa quasi impossibile frequentare salvo avere la palestra sotto casa e comunque con enormi sacrifici anche da parte dei genitori. Oltre una certa età non esiste un un campionato soft meno impegnativo cioè manca proprio il gioco a livello puramente ricreativo come era per noi una volta.
Insomma fanno passare la voglia ai ragazzi...
E nel ciclismo penso sia anche peggio, oltre ai costi ben maggiori.
mio figlio è all'ultimo anno aquilotti (2013). le divise le fornisce la squadra e le riconsegnamo. Borsa fornita. Merchandising esiste ma nessun obbligo ne effettivo ne "social". la quota prevede anche 2 abbonamenti alle partite della prima squadra (serie C). Gli allenatori (per ora) hanno un approccio molto educativo senza essere sergenti (il resp precedente è stato sostituito pare perchè avesse un atteggiamento troppo militare e punitivo per la filosofia della squadra). Hanno a disposizione 5 allenamenti a settimana (lun-ven) su 3 palestre in orari diversi su cui si scelgono 2/3 sessioni (sono parecchi iscritti). Genitori molto educati... chi non si tiene durante le partite al limite suggerisce cosa fare al figlio e 2 secondi dopo si becca occhiataccia+sorriso dell'allenatore. Sento urlare molto di più alcuni allenatori delle altre squadre (cmq pochi).
Non si paga pochissimo (ca 400 €) ma l'affitto delle palestre costa e l'organizzazione pure.

Sicuramente nelle categorie superiori ci sarà più agonismo e selezione... vedremo ma credo che l'impronta la dia la società
 

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