Il lungo è un po' il cuore pulsante della manifestazione, quello che l'ha caratterizzata e che oggi la gente associa al nome. Se uno è un po' alla caccia dell'elemento suggestivo, della sfida, della "real thing", probabilmente è la scelta.
A mio parere è un percorso difficilmente preparabile per un amatore che vuole provare a "competere"
Prima o poi finisce la benza che il traguardo non è per niente vicino, e uno si sta sostanzialmente trascinando all'arrivo. Io lo trovo un po' avvilente: capisco il fatto di dosare perché la gara è lunga o le salite dure, ma quando partecipo ad una gara vorrei averne fino alla fine, con le dovute proporzioni. Trovarmi a 3/4 del percorso che spingo faticosamente il ritmo di quando esco in scarico, con l'aggiunta che me ne sono pure camminato un po', mi fa sentire che sono fuori target, anche se è la condizione in cui si trovano più o meno tutti gli altri davanti e dietro di me.
Ed è quello che secondo me succede nel 90% + iva dei casi.
Complice l'Ornella magari, ma anche le caratteristiche di tutte le salite (più dure e molto più lunghe del solito per la maggior parte degli amatori, ti costringono a pedalare a cadenze più basse del solito e in una posizione a cui non si è del tutto abituati), oltre che ai frequenti passaggi a quote rilevanti.
Per gestirla "in tiro" dall'inizio alla fine non basta avere un ottimo motore (direi che come minimo una soglia anerobica intorno ai 4-4.5 w/kg, giusto come riferimento molto grossolano), ma bisogna anche avere un'ottima tenuta sulla distanza.
E dirò qualcosa in controtendenza: se non si vuole mettere MAI giù il piede (per lo meno in discesa) bisogna avere anche buone capacità di guida, migliori della media: il percorso è facile/banale al 99% in discesa, ma quell'1% di passaggi dove serve avere confidenza e un buon controllo del mezzo c'è.
Il corto mi sembra una sfida più a portata di amatore.
Io sono sempre calato anche durante il corto, ma riuscendo comunque ad esprimere un qualche ritmo fino alla fine. E non è scontato: richiede una preparazione seria durante tutto l'anno, il che passa quasi inevitabilmente anche dal partecipare ad un po' di marathon dure durante la stagione, per prenderci le misure e fare l'esperienza che serve per gestirsi bene, oltre che avere di tuo buoni valori e una buona tenuta.
La terza salita in particolare l'ho sempre trovata decisamente spaccagambe (tra pendenze e tratti con fondo molto poco scorrevole), lasciandoti in condizioni difficili per averne anche sull'ultima.
L'intermedio mi attira molto: credo sia evidente che rappresenta l'alternativa che hanno provato a mettere in campo quest'anno per combattere il trend di perdita di iscrizioni (trend diffuso su tutte le marathon del territorio nazionale, ad eccezione forse di qualche caso).
Potrebbe essere la soluzione per gli amatori buoni/discreti che vogliono osare qualcosa di più del corto, confrontandosi con un percorso che rimane forse ancora "affrontabile".
Rimane un po' (a me) quella sensazione che non sia nè uno nè l'altro... ma probabilmente dovrei convincermi che queste sono solo menate da lasciar perdere.
Tutto rigorosamente secondo la mia umile e discutibile opinione.