Allora, ecco il racconto di quella che è stata una giornata memorabile.
ANTEFATTO
Domenica mattina, di buon'ora, preparo il mio
zaino e mi accorgo che la macchina fotografica digitale non funziona più...
Dal momento che, se non fossi tornato con alcune fotografie, nessuno avrebbe creduto all'impresa... alle ore 6.00 ho suonato il campanello di mia cugina per farmi prestare la sua!
Vi lascio immaginare con che gentilezza mi ha risposto!
Vabbé, la giornata iniziava bene...
PERCORSO
Tralascio la descrizione del tratto d'asfalto tra Dervio e Pagnona (in realtà qualche chilometro prima, dove parte lo sterrato che sale all'Alpe di Campo) che, comunque, ha aggiunto al giro quei 755 mt. di salita tanto per gradire.
Quindi inizierò da qui la descrizione.
Innesto strada A (984m. slm) --> Alpe di Campo B (1650m. slm)
Si tratta di una carrozzabile lunga circa 8 km. che sale a tornanti nel bosco fino all'Alpe di Campo. La strada è uno sterrata molto larga e assolutamente pedalabile, tant'è che ci stavano facendo una gara di XC proprio quella mattina.
All'Alpe di Campo si trova un alpeggio e, poco più su il Rifugio Griera di recente costruzione dove ci si può rifocillare (ma dubito che sia sempre aperto in settimana).
Già da qui, la vista comincia a farsi spettacolare con sprazzi sul lago di Como, su quello di Lugano, sulle montagne circostanti e sul Monte Rosa.
Alpe di Campo B (1650m. slm) --> Prima Bocchetta C (2295m. slm)
Questo è il famoso tratto della vecchia mulattiera militare.
Si ascende di 650m. in 5,3 km. di distanza con una pendenza media del 12,1%.
Fattibilità? Come sempre, in questi casi il giudizio è molto soggettivo, ma cercherò di essere obiettivo: la strada sembra interminabile, i tornanti sono molto numerosi, il fondo è abbastanza buono ma ci si stanca presto.
E' una di quelle strade con fondo sassoso/erboso che richiede una pedalata veloce ad alta frequenza per poter essere affrontata tutta in sella; pertanto è richiesta buona gamba ed un ottimo equilibrio (in alcuni tratti è ridotta ad una traccia abbastanza stretta).
Francamente, è più comodo scendere e spingere la bici, piuttosto che ammazzarsi per ostinarsi a farla in sella.
Ovviamente ci sono dei passaggi non pedalabili, dove la strada ha lasciato posto alla vegetazione ed a qualche frana ma se dovessi fare una stima percentuale della pedalabilità, la attesterei in un 75-80%.
Personalmente, arrivato a quota 2000 (quando io e klaudioMI ci siamo salutati) ho proseguito a spinta perché ne avevo le p...e quasi piene; davanti a me, però, c'era un tedesco che l'ha fatta quasi tutta in sella.
Anche la vista dalla prima bocchetta è assolutamente impagabile.
Il Pizzo Tre Signori (credo...).
Il monte Legnoncino.
I laghetti di Deleguaggio.
Il lago di Lugano.
Prima Bocchetta C (2295m. slm) --> Bocchetta alta del Legnone D (2395m. slm)
Arrivati alla prima bocchetta, ci si sposta sul versante est e si imbocca un tratto di strada a mezzacosta di circa 900 m. di lunghezza; a prima vista sembra pedalabile, ma una volta sopra ci si accorge che il fondo è troppo sassoso per poter essere percorso in salita... quindi bici a spinta.
Bocchetta alta del Legnone D (2395m. slm) --> Vetta del Legnone E (2609m. slm)
Se avete seguito la genesi di questa pedalata, forse ricorderete che il voler salire al Legnone era nato dal fatto che
qualcuno mi aveva detto che era fattibile e che era già stato fatto.
Ebbene, nella mia ostinazione, avrei voluto avere una fotografia che ritraesse la bici appoggiata alla croce sulla cima, ma ciò non è stato possibile.
Questo ultimo tratto si arrampica su roccette con passaggi che impegnano tutti e quattro gli arti: di conseguenza è
IMPOSSIBILE salire fino in vetta con la bici (a meno di smontare le
ruote e legarsela sulla schiena (è già stato fatto)).
Per un po' ci ho provato, ma quando ho capito che la situazione diventava inutile e pericolosa, ho abbandonato il mezzo a metà salita ed ho proseguito a piedi.
Alla fine, con grandissima soddisfazione, sono arrivato in vetta.
Ed ora?
Beh, era arrivato il momento di scendere; l'idea iniziale era quella di imboccare la strada che portava al Roccoli Lorla ma non l'ho fatto per alcuni motivi:
1) La bici era rimasta di sotto (e già questo, poteva bastare).
2) Una volta in cima, tutti quelli a cui chiedevo informazioni riguardo questo tratto, lo ritenevano assolutamente impossibile da fare in bici (soprattutto il primo tratto su roccia con corde fisse).
3) Il tizio che mi ha detto di averlo fatto si era rivelato un gran cacciaballe.
Ah, ho dato un'occhiata a questa strada ed ho capito che tutto era, tranne che ciclabile...
...si aggiunga che in cima ci saranno stati sì e no 6 o 7 gradi centigradi e che c'era un vento bastardo...
Alla fine ho deciso di ritornare per dove ero salito.
In questo caso, la discesa è stata pedalabile al 100% (con la full).
CONCLUSIONI
Il giro è stato lungo ed impegnativo (2505 mt. di dislivello): la soddisfazione di essere arrivato in cima ed i panorami visti, mi hanno di gran lunga ripagato della fatica fatta.
Come già detto in precedenza, ci sono diverse vie d'accesso al Legnone:
- dopo aver visto quella che sale dal Roccoli Lorla, la escludo sia come via d'ascesa che di discesa;
- salendo da Pagnona (cioè da dove sono salito io) la strada è impegnativa, ma comunque fattibile. Se la si vuole sfruttare anche per scendere, non si incontrano grosse difficoltà tecniche e l'ultimo tratto (quello dall'Alpe di Campo fino all'asfalto) è un po' noioso (7 km. di sterratona dove si viaggia a 40km./h ma a rischio turisti e fuoristrada).
- il tedesco che ho incontrato alla Bocchetta alta del Legnone scendeva verso Delebio: da ciò che ho capito l'aveva già fatta e non aveva una bici estrema (era una Scalpel) ma aveva tutta l'aria di avere un bel manico, visto come saliva dalla mulattiera.
Quindi ipotizzo che la via di discesa migliore sia quella che arriva a Delebio (ma qualcuno dovrà confermarlo, provandola di prima persona).
Per tornare, poi, da Delebio a Pagnona... beh, ci vorrebbe il teletrasporto.
Bene, mi manca ancora una foto... la preparo e poi la posto.
Ciao.
Emanuele