Scappo. Mi dispiace non mi va proprio di giocare a fare l'eroe che va al macello. Ma vete la minima idea di dove siamo diretti ?
La mia e' comunque anche una questione culturale, a 10 anni durante una passeggiata in centro a Livorno con mia mamma ho capito che con l'Italia e gli Italiani non ho mai avuto niente da spartire ne mai ce l'avro'. In questo paese non mi ci trovo proprio,parlo italiano ma e' come se parlassi una lingua diversa,e' inutile. Non so,forse questi ultimi 25 anni di Sardegna hanno senz'altro contribuito a tagliarmi fuori da quella che puo' essere stata un' idea di "Paese Italia",ma alla luce dei fatti e a vedere la gente stralunata che arriva qui in vacanza dalla penisola forse e' stato anche un bene. Senza offesa ovviamente.
non ho mai sentito una tal "fotocopia" del mio pensiero :) l'hai detto esattamente nel modo in cui avrei voluto esprimerlo io.
e ti assicuro che è la cosa più fallimentare e demotivante per un operaio che possa accadere.
io mi domando chi sono quei geni della lampada che si fanno le seghe mentali su queste cose (dopo fior fior di studi universitari sulla psicologia del lavoro magari), non rendendosi conto dei danni che procurano tali scelte
e parlo con cognizione di causa, assistendo a questa giostra da diversi anni, e vedendo e toccando con mano i risultati.
Effettivamente, se sei in una posizione "alta" e ti vedi declassato...l'unica cosa che una persona non contorta possa pensare è "non andavo bene in quello che facevo.". Allora sì, si mette a lavorare ancora di piu, ma senza più volontà, perchè si sente fallito...
Io non l'ho mai visto fare, ma ho idea che se sapessi che il mio datore di lavoro fa una cosa del genere uscirei alla veloce...
Appunto, la domanda originaria era questa e tutti i bei discorsi laurea si laurea no ecc.ecc. che vado leggendo da un paio di giorni, sebbene validi e rispettabili, sono abbastanza, anzi, del tutto ot.
Per rispondere alla tua domanda, giorno dopo giorno, cresce in me la convinzione che sia meglio andarsene, che non vuol dire scappare perchè si scappa per paura, vuol dire essere realisti e prendere atto del fatto che qui pochi, troppo pochi han capito dove è il problema (che non sono i politici) e ancor meno han fantasia di cambiare le cose con fatti e comportamenti concreti. Quei pochi, son troppo pochi per cambiar le cose e son destinati a soccombere. In un posto ove l'unico cibo è il tuo vicino, o diventi cannibale o muori di fame........o cambi posto e ne cerchi uno ove vi sia selvaggina, frutta e pesce, in maniera da poter sopravvivere senza dover violentare il tuo voler essere in una maniera diversa dalla massa.
di questo chiedo scusa, la colpa è mia che come spesso mi accade vengo colto da raptus pensieristici, e nel caos di cose che mi assillano la mente esprimo concetti che sarebbe meglio estrapolare meglio, o volendo, tenersi per sè...
Riguardo a un post di @Panzer Division, penso che se c'è qualcosa che ti disturba di qualche intervento mio o di altri, dovresti parlarne al/i diretto/i interessato/i ;) non vuol essere un "rimprovero" o altro, è solo che io ho la pessima (pessima perchè mi porta a fare piu danno che guadagno...) abitudine di dire sempre quello che penso, bello o brutto che sia...ovviamente non è bello mettersi a discutere in pubblico, ma i PM ci son sempre no? :)
with peace and love...
tutto è relativo, troppo soggettivo per ricavarne verità assolute (che che ne pensino alcuni di noi le ns. sono solo opinioni maturate dal ns. piccolo quotidiano. e valgono per quello che sono: piccole opinioni), pensa che io ho scelto l'Italia perchè pensavo quello che tu hai scritto sopra degli USA. ma per le stesse identiche ragioni ho conosciuto persone che hanno fatto la rispettabilissima scelta esattamente opposta alla mia.
credo che la cosa peggiore che possa capitare sia cambiare Paese e poi rimanerne delusi (conosciuti alcuni), immagino che a quel punto resti veramente poco della propria vita
mah...sai, penso (anche nel mio caso) che il 50% buono sia vana speranza riconosciuta come tale.
è impossibile che sia tutto rose e fiori, ma il nostro inconsio si autoinganna per darci un filo di speranza che altrove potremmo essere piu felici di come siamo ora...e ho idea che il solo fatto di VOLER esser epiu felici, ci porti a sopportare nell'eventuale altro paese, cose che qui ci distruggerebbero...
salvo comunque discussioni filosofiche e psicologiche, se uno arrivasse al punto di essere deluso allo stesso punto di com'era a casa sua, ho idea che la confusione sarebbe totale...cosa fai? torni indietro e ti ritrovi nel caos di prima, ma senza sapere piu da dove riprendere? O continui dove sei, con il classico " tanto valeva che stessi dov'ero"...?
Io il paese Italia lo cambierei volentieri, ma in linea del tutto teorica, perchè in pratica ormai bisognerebbe premere il reset...e visto che il reset non c'è, non c'è neanche modo di uscire dal vortice
e d'altronde come può UNA persona cambiare un intero stato? L'unico che in tempi "recenti" l'ha fatto, era un tappo con il pizzetto, e non mi pare che fosse tanto a posto...
...e se anche fossimo 2, 3, 400, o anche 4000, come modificare 60 milioni di teste pensanti, come fargli notare che chiunque votino non cambia nulla, che se lavori e paghi le tasse hai meno che se chiedessi l'elemosina per strada, che ad atti come far esplodere le scuole NON si può rispondere coi cortei?