Lettera del Giant Italia Team
In qualità di Team Manager della BB Sport ASD, meglio nota come GIANT Italia Team, premetto che mi dissocio dal comunicato stampa a firma 'atleti élite italiani', apparso quest'oggi
(ndr. pagina di ieri martedì 30/06/2009) sul webmagazine Solobike.it. Mi dissocio per diverse ragioni che andrò a spiegare qui di seguito, e con me si dissocia anche e soprattutto l'atleta della categoria Elite Roberto Traficante che non approva né condivide quanto dichiarato dai suoi 'colleghi' in queste ultime settimane.
Mi dissocio in quanto la gara incriminata - o, che per meglio dire, ha suscitato un gran numero di polemiche immotivate e ingiustificabili - è stata organizzata rispettando i regolamenti e le direttive espresse e formulate dall'Unione Ciclistica Internazionale e dalla Federazione Ciclistica Italiana.
Una gara straordinaria dal punto di vista dell'organizzazione, della sicurezza, delle opportunità di visibilita, nonchè dei diversi risvolti economici per il territorio che ha attraversato e coinvolto.
La 'Gunn Rita Dahle Marathon', valevole quest'anno anche come Campionato Italiano Marathon, è un esempio per molti organizzatori nostrani e anche per molti organizzatori d'Oltralpe, per l'ottimo lavoro e la dedizione con cui sono seguite tutte le attività.
Pedali di Marca, che fa' capo a Massimo Panighel, è riuscito dove nessun'altro prima di lui aveva tentato di arrivare: ha costruito attorno a un territorio, la provincia di Treviso, non uno ma bensì tre eventi di levatura mondiale, portando la mountainbike internazionale a sfidarsi sulla nostra penisola.
Pochissimi eventi possono fregiarsi in Italia del titolo di gara internazionale. Posso citare Brescia, Montichiari, Nalles, Lugagnano, Bardonecchia e Ascoli - ma sono davvero pochi, tanto che si riesce a contarli sul palmo di una mano, o poco più...
Montebelluna è riuscita laddove nessuno era mai arrivato: ha convinto l'UCI, la UEC e la FCI vincendo la concorrenza di altre località molto quotate e garantendosi per 3 anni consecutivi altrettanti eventi di altissimo livello: quest'anno è toccato al Campionato Italiano Marathon, seguito nel 2010 dal Campionato Europeo Marathon e nel 2011 dal Campionato del Mondo Marathon.
Mi dissocio altresì perchè l'arroganza e la tracotanza dei cosiddetti 'atleti élite italiani' si esprime in un'ottusità incredibile, fatta di rimproveri e minacce di boicottamento ai danni dell'Ente Organizzatore e della mountainbike nazionale che ha preso parte a una gara degna di una prova di Coppa del Mondo.
Mi dissocio perchè elevare un campionato nazionale a evento internazionale è un passo fondamentale per far crescere il movimento e permettere ai nostri giovani di migliorarsi e confrontarsi con le diverse scuole di mountain bike in Europa e nel resto del mondo.
Mi dissocio perchè non credo che i firmatari di questo comunicato stampa possano pemettersi di criticare l'Ente Organizzatore e gli organi federali per una decisione che li premiava invece di penalizzarli.
Mi dissocio perchè i firmatari sono protagonisti indiscussi delle granfondo nazionali, ma anche e soprattutto delle cosiddette 'gare di paese'; molto difficilmente questi atleti prendono parte alle competizioni internazionali che si disputano in Europa e in ogni altra parte del mondo. Atleti che difficilmente riuscirebbero a figurare bene in gare di altissimo livello e che ripiegano mestamente su gare locali, dove una vittoria conta quando un gol segnato nel corso di una partita di calcio a porta vuota.
Mi vergogno nel leggere testuali parole
'Ci è stato rimproverato il fatto che la notizia dell'inserimento del titolo italiano marathon del Montello all'interno di una gara internazionale era nota dal dicembre scorso. Nota a chi? Sfidiamo noi a dimostrare che oltre agli organizzatori stessi, ai responsabili della Federazione, qualcun altro sapesse di questa cosa in tempi necessari per lavorare ad una modifica condivisa della situazione. In verità noi siamo venuti a sapere solo negli ultimi giorni prima della corsa, a seguito dei comunicati-stampa rilasciati dall'organizzazione di Pedali di Marca e temiamo che più che la tempistica (dieci giorni prima del via non erano comunque pochi per trovare una soluzione) noi crediamo sia mancata la volontà di cercarla questa soluzione. Non da parte dell'Organizzazione, né di noi corridori'.
Tutti i mezzi di informazione, compreso quello da cui è stato pubblicato tale comunicato stampa (e al quale va tutta la mia stima per l'ottimo lavoro che continua a svolgere quotidianamente), hanno dato ampio risalto alla presenza di atleti stranieri di altissimo livello alla Gunn Rita Dahle Marathon.
Da tempo, inoltre, la gara compariva nei calendari agonistici di diversi Team internazionali - tra i quali anche il GIANT Italia Team - ma ovviamente tutti questi dettagli sono stati trascurati o per lo meno non sono stati presi in considerazione, aspettando il momento più opportuno per dare voce e risalto a una polemica sterile, inutile e controproducente per il movimento italiano del fuoristrada.
Voglio dissociarmi - e con me anche l'atleta Roberto Traficante - anche su altri punti che vado a evidenziare e analizzare qui di seguito:
'Ci è stato rimproverato da alcune parti che dovrebbero essere le società a parlare per noi. Non è sufficiente o gradito che TUTTI i migliori atleti del movimento, sottoscritti e a viso aperto, affiancati con amplissimo consenso da tutta la base, chiedano di essere ascoltati dalla loro Federazione?'
Mi dissocio da questo punto e parlo non solo a nome di Roberto Traficante, tesserato per la BB Sport ASD, ma anche per tante altre formazioni sportive nazionali e internazionali che non condividono queste frasi, né tanto meno le hanno sottoscritte. Non sono TUTTI gli atleti del movimento né tanto meno i migliori ad aver sottoscritto questo documento pieno di 'verità soggettive', quanto piuttosto uno sparuto gruppo di atleti con velleità nazionali e sicuramente non internazionali, capaci di criticare le scelte coraggiose, rischiose dell'Ente Organizzatore Pedali di Marca - che ancora una volta si è distinto per puntualità, responsabilità e professionalità.
Un gruppo di 'professionisti', come si definisce, i quali, al momento di firmare questo documento, non hanno neanche il coraggio di apporre il loro nome/cognome per intero, preferendo un'anonima e quanto mai inappropriata dicitura 'atleti élite italiani'.
In secondo luogo,
'E' stato avanzato il progetto di inserire uno di noi nel consiglio della Commissione Fuoristrada. Siamo felici di questa proposta, ma l'atleta NOSTRO rappresentante vogliamo avere la possibilità di sceglierlo noi, non di averlo imposto dall'alto. Vogliamo un uomo che ci rappresenti veramente, non un fantoccio seduto ad un tavolo di lavoro'.
Sono pienamente d'accordo con questo punto, ma ritengo che l'atleta in questione debba essere scelto tra i pochissimi professionisti che sono in grado di portare punti al ranking per nazioni elaborato di anno in anno dall'Unione Ciclistica Internazionale.
Perchè, l'Italia è una di quei Paesi impegnati con sacrificio e dedizioni nei Campionati Europei, Campionati del Mondo, Coppa del Mondo e conseguentemente nei Giochi Olimpici ogni quadriennio.
L'Italia deve essere rappresentata da un atleta di valore internazionale, da un atleta riconosciuto da tutti gli altri corridori - tale da potersi esprimere a livello internazionale a nome di tutto il movimento, e non solo di una sparuta e piccola parte di esso. Sicuramente un atleta di tale levatura potrebbe rappresentare al meglio il valore della mountain bike nazionale, non solo in sede di Commissione Fuoristrada, ma anche e soprattutto in sede internazionale, presso gli organi che decidono del nostro sport.
Solo un atleta di tale livello risulterebbe credibile e quindi si eviterebbe quanto temuto da questo gruppo di 'atleti' : diventare
'un fantoccio seduto ad un tavolo di lavoro'.
Non spetta a me fare nomi né tanto meno li farò, ma sono certo che qualunque Team Manager, Ente Organizzatore, Responsabile Federale, sarebbe in grado di eleggere a rappresentante del movimento degli atleti della mountain bike italiana almeno 1 atleta con queste caratteristiche e peculiarità.
Mi dissocio dal leggere parole senza senso e con condite da tanta retorica, come nel caso di questo passaggio
'... proprio nei luoghi della nostra 'battaglia' di ieri, alcuni dei nostri nonni, molti bisnonni di cittadini italiani hanno perso la vita per difendere l'Italia e allontanare gli stranieri dai nostri confini. Nervesa della Battaglia, Santa Maria della Vittoria, il fiume Piave hanno visto battaglie molto più importanti della nostra'.
Provo letteralmente disgusto nel sentir citare i propri avi in un contesto assolutamente differente, dove le rivalità e il confronto non possono che essere fonte di miglioramento individuale e collettivo, dove i
'soli Paulissen, Campione del Mondo e il colombiano Paez per il soffio di 8 secondi rispetto a Celestino, hanno impiegato meno tempo nel coprire il percorso, rispetto al migliore degli italiani' hanno avuto 'l'ardire' di confrontarsi con atleti italiani...
Ma per favore, mi verrebbe da affermare. Leggere
'Non è questione di rifiuto al confronto, è semplicemente desiderio di lasciare la dignità che merita al Titolo Italiano' è un insulto a una scelta ponderata e coerente, formulata da Pedali di Marca mesi or sono, con il SOLO preciso intento di migliorare la qualità dell'evento e aumentare il livello agonistico del Campionato Italiano Marathon, senza per questo'ledere la dignità del Tricolore Italiano', anzi dandogli una rilevanza internazionale che ben pochi sarebbero stati in grado anche solo di pensare.
Se non avessi dovuto precedere i miei atleti sul percorso di gara per garantire loro l'adeguata assistenza tecnica, sarei stato ben lieto di farmi trovare a ridosso della griglia di partenza.
In tal modo avrei creato personalmente tutte le opportunità per permettere ai miei atleti di partire come da regolamento - mentre questi ultimi sono stati bloccati ingiustificatamente e perentoriamente da uno sparuto gruppo di atleti 'nostrani', pieni di superbia proprio in un momento dove l'individualismo e le energie dovrebbero essere convogliate nella performance agonistica.
Un'ultimissima cosa che credo vada indicata : anche la titolazione del comunicato stampa è errata...
Non c'è stato nessun silenzio stampa, ma una serie continua e inappropriata di attacchi verso la Federazione Ciclistica Italiana, i suoi dirigenti, Pedali di Marca, l'Unione Ciclistica Internazionale e tutti quegli atleti che hanno corso con la voglia di confrontarsi con i protagonisti della mountain bike internazionale.
A nome del GIANT Italia Team e dei suoi atleti, ringrazio Massimo Panighel per l'ottimo lavoro svolto e gli auguro che l'edizione 2010 della Gunn Rita Dahle Marathon gli riservi altrettanti trionfi e soddisfazioni.
Gianfranco Bechis
Team Manager del GIANT Italia Team