Di primo mattino, con un tempo abbastanza incerto ed un vento da cappottarsi abbandono lauto fra Palmadula e la borgata dellArgentiera e costa costa fra scogli single e strade battute procedo verso nord. Tento inutilmente di risolvere un paio di problemi (valvola tubeless della ruota posteriore che perde e pastiglie
freni a zero con ruota posteriore frenata) ma non ho voglia di cambiare la valvola e cerco di farla chiudere al meglio, ci riesco, ma la ruota mi rimarrà bassissima per tutto il giorno (e non oso toccarla se no ricomincia a perdere) e sostituisco le pastiglie con altre che mi porto appresso da mesi, anchesse finite (che dire, un genio!). Comincio a pensare, bella die
.!!!
Arrivato alla spiaggia la frana la ammiro e mi consolo un po per lo spettacolo, un po meno per il fatto che risulterà impossibile proseguire e devo invece affacciarmi allinterno sperando poi di raggiungere la costa da unaltra parte. Ritorno un po sui miei passi fino a che non trovo un accesso, una stradina che dura cento m e poi si fa sentiero che poi si fa
. Niente. Ma spingo, salto, trovo, perdo, salgo, scendo, scavalco etc. sono su e godo di una buona vista. Provo a raggiungere un pianoro sempre verso nord fra campi di asfodelo e macchia che ti rasa le cannedde, e purtroppo mi rendo conto che lultimo dei canaloni non era lultimo e che rischio di usare tutte le energie per arrivare in un punto dal quale non so neanche se si potrà andare avanti. Un passo in più ed ecco a due metri da me un leprotto balzare via. Sono le 12 circa. Via, si torna indietro, la discesa (grazie alla slayer- scelta azzecata) sarà molto più pedalabile della salita anche senza sentiero. E lungo la costa quei profumi di mare, ma forti
. Ed un certo appetito.
Di nuovo alla macchina inbusto la bici e decido che il mio corpo stanco ma soprattutto la mia mente ha bisogno di essere corroborata dalle fatiche del mattino. Trattoria Il veliero allargentiera, è il consiglio di un omone con i baffi al quale domando in spiaggia in preda ad un estasi culinaria. Bene
.ogni sentiero o via merita di esser battuto.
Spaghetti cozze vongole e spruzzatina di bottarga con pomodorini rossi e mi riconcilio con la natura. Tutto perfetto, anche il caffè. Provo a riposare un po ma un tipo che esce da ogni buco delle scogliere mi incuriosisce ed allora decido anche io che una visita alle miniere merita il mio interesse.
Fatto ciò, si riparte in bici, questa volta verso sud, direzione porto ferro. Inizia così una salita bellissima che ad ogni tornante ti cambia il quadro che tu già pensavi fosse bello quando eri ancora in basso. Ho fatto più il fotografo che il biker, ho esplorato picchi e falesie per rimanere senza fiato ogni volta, e poi su sempre più su. Ad un certo punto vedo scendere da un promontorio che si allungava sul mare lo stesso tipo che usciva dai buchi in miniera. Solo che lui era a piedi e si era fatto un bel po di km prima di arrivare lì. Torna giù e rientra sui suoi passi.ed io penso, ehehehe avesse una bici potrebbe proseguire. Scoprirò dopo una decina di minuti che la via era chiusa anche per me. Roba da capre.
Ritorno indietro per alcuni km e riprendo lestenuante salita che mi porterà dritto dritto (tornanti) al vecchio fortino sulla cima più alta. Da lì una vista davvero incredibile ed un praticello a forma di conca riparato dal vento mi ispirano una sosta con abbiocco a seguire. Vengo destato dal canto delle pernici (due) che di fianco a me hanno deciso di dirsi un bel po di cose. Mi muovo appiattito e lentissimo per fare una foto, ma avvertono la mia presenza e dopo aver smesso di chiacchierare si esibiscono con lo sbatter dali classico ed il bellissimo volo radente a seguire. Ma non è tutto, infatti le condizioni atmosferiche mutano repentinamente nel breve volgere di un sonnellino, lasciando i miei occhi ed i miei sensi inebriati dalla vista degli stessi paesaggi di prima ma con aria tersa e un bel sole che cambia i colori, come se stessi guardando un quadro ogni volta diverso e che cambia davanti ai miei occhi.
Decido appagato e ristorato nellanima che il viaggio può continuare, anche se lasciare quellavamposto fortificato non è stato facile, ed attacco poco più a valle il single verso Porto ferro, con passaggi da brivido e molto esposti in cresta. Ma anche molto mooolto impegnativi, e le mie forze scarseggiano. Non è esattamente il tipo di percorso dove puoi permetterti di sbagliare, e sono stanco e poco lucido, quindi da buon vecchio pazzo, ma non stupido, decido che la via del ritorno può essere finalmente percorsa senza onta alcuna o danni irreparabili allorgoglio. Rientro sorridente alla borgata dellargentiera dove i pochissimi locals ma sopratutto la bibita defaticante rigorosamente in tema sponsor sembra dirmi: bravo un bel giro. W largentiera.
Sulla via del ritorno mi fermo al baratz giusto il tempo per due foto al tramonto per godere ancora un po dellecosistema lacustre, i suoi suoni e le sue zanzare. Mentre scatto lultima foto sento uno splash grande, penso a un pesce in volo, ma lo stravanato verso tipico del porco con zanne mi ricorda che anche ai sirbons piace fare il bagno, ogni tanto, e che lo sgruffolio era di piacere.
Mi allontano in silenzio ed in viaggio in macchina rivedo il film della giornata, con un sorriso da ebete stampato sul viso (quello già lo conoscete). La luna piena che sorge sul promontorio di Giave regala unultima gioia a questa indimenticabile giornata.
Poi se riesco metto le foto. saranno 200.....
Non lasciatemi più solo, o rischio di non tornare.
grazie per la traccia Su Modexu, ma è vero, era fuori tempo. ora la guardo e vedo cosa ho fatto.