Ok, posso comprenderlo perchè in effetti una volta la pensavo così anch'io.
Però poi mi sono fatto una domanda alla quale non ho mai trovato risposta, e te la faccio a te... non vuole essere retorica o polemica, sia chiaro.
Ma per confrontarsi con il "tempo", bisogna per forza di cose partecipare a una granfondo? Con la tecnologia di oggi non si riesce a farlo in autonomia? Per di più senza avere nessuno che ti intralcia e rallenta lungo il percorso.
Altra obiezione, visto che sento dire che tanti vogliono migliorare il tempo dell'anno predente: Considerando che talvolta il percorso cambia anche se di poco (come alla Tre Valli), le condizioni meteo potrebbero falsare la performance, e la partenza più o meno avanzata influenza senz'altro il risultato
... questa cosa è OGGETTIVAMENTE possibile? O è solo una convinzione e soddisfazione psicologica che ci si fa nella propria testa?
Non è oggetto di rimprovero, o non accettare le diversità.
E' che la considero una visione limitata delle potenzialità che l'evento MTB può offrire... ma forse è proprio per questo che nuove garette nascono come funghi e il livello organizzativo è solitamente mediocre.
Ecco, qui mi trovi d'accordo.
Ne ho parlato anche ieri con alcuni di quelli "che contano".
La soluzione potrebbe essere proprio quella che citi, due cose diverse per agonisti e biker comuni. Dove per agonisti si intendono Elite e Open e alcuni tra i biker più forti, per biker comuni tutti gli altri. Gara vera per i primi, evento divertente e coinvolgente per i secondi.
Il problema è come "discriminare" le due categorie.... (vedi qui sotto)
Ecco la discriminante!
Vogliamo "competizione", "condotta", "agonismo"?
Bene!
Allora applichiamo ALLA LETTERA il regolamento: Tempo massimo pari al 20% del tempo del vincitore. (dico 20% a memoria... forse è 25%, o forse di meno... non ricordo di preciso)
Medvedev ha vinto in 1h40m. Il 120% sono 2 ore.
Tutti i biker che possono stare sotto le due ore (meno di 140 alla Tre Valli) fanno l'evento agonistico. Tutti gli altri millenovecentoesuppia la cicloturistica, randonee, bike ride o come caspita vogliamo chiamarla.
Sono sicuro che se questo fosse accaduto, alla Tre Valli non ci sarebbero sicuramente stati 2000 e passa iscritti.
Quindi un organizzatore, per quanto intraprendente e coraggioso, da solo poco può fare. Ma se sono in più di uno a capirne le potenzialità, le cose potrebbero veramente cambiare. Io ci credo, e ho gli elementi per pensare che una cosa del genere possa funzionare... ma bisogna avere il coraggio di rischiare e di aspettarsi critiche feroci da ogni parte.
Io sabato sono a cercare qualche ispirazione in Belgio, al Fiandre per cicloturisti insieme ad altri 25000 ciclisti e biker (si, li non ci sono distinzioni di razza... tutti assieme appassionatamente!
).... vi saprò dire...