il proibizionismo ha sempre causato danni, la storia lo insegna": chi è, il leader radicale Marco Pannella in una delle sue innumerevoli iniziative di disobbedienza civile contro il proibizionismo sulle droghe? No, è il ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno, all'inaugurazione della fiera Vinitaly.
In quella occasione ha cantato vittoria per essere riuscito a far ritirare, dal sito del ministero della Salute, la presentazione della campagna contro il consumo di alcool, che recitava "C'ero sino ad un bicchiere fa".
E che così ha continuato: ". è vero che ci sono sostanze che anche in minima dose possono essere negative, ma il vino non e' certo fra queste.
Non ha senso demonizzare, non bisogna far perdere la sensazione dei livelli, altrimenti si fa pensare che il consumo in sé è nocivo, mentre ad essere nocivo è l'abuso".
Un ragionamento che non fa una grinza, ma che mette a nudo tutta l'ipocrisia delle politiche, delle ideologie e delle culture che, pronte a giustificare (e a ragion veduta, a nostro avviso) le droghe legali, hanno creato e continuano ad alimentare la più grossa minaccia culturale, politica, sociale ed economica del nostro tempo in tutto il mondo: la coltivazione, il traffico e la distribuzione delle droghe illegali.
Un mercato affidato alla delinquenza organizzata mondiale e locale, con espliciti e riconosciuti finanziamenti e sostentamenti al terrorismo internazionale e non solo.
Una situazione in cui il nostro ministro e il nostro Governo, in buona compagnia con buona parte dei governi di molti altri Paesi, si sono assunti la responsabilita' anche di aggravare la situazione: i rapporti del nostro Dipartimento antidroghe guidato da Nicola Carlesi, come quelli dell'Osservatorio europeo con sede a Lisbona e dell'Ufficio Onu (Unodc) guidato da Antonio Maria Costa, sfornano a ritmo continuo i bollettini di questa sconfitta.
Sui consumatori sempre in aumento e sempre più a rischio per la frequentazione dei mercati illegali da cui si approvvigionano, sui malati di tossicodipendenza trattati al pari di delinquenti e non vittime, sulla sicurezza di ognuno con interi quartieri delle città consegnati allo spaccio, le polizie intasate, così come carceri e giustizia.
Ci aspetteremo che il realismo mostrato dal ministro Alemanno a Vinitaly potesse essere altrettanto per, ad esempio, le ampiamente dimostrate virtù terapeutiche della marijuana che, proprio ieri, hanno avuto conferma da un autorevole studio della Università di Ginevra pubblicato sulla rivista Nature.
Ma così non è.
Solo un muro ideologico e preconcetto, alla difesa delle proprie droghe e contro quelle che ci si ostina a non voler conoscere per puro calcolo politico e opportunistico.
Chissà se queste considerazioni del nostro ministro avranno un qualche riflesso sulla discussione che proprio ieri, 7 aprile, e' cominciata, nelle commissioni riunite di Sanità e Giustizia del Senato, sugli emendamenti alla riforma della legge sulledroghe (la cosiddetta "legge Fini"), che prevede un inasprimento di quelle norme e quell'approccio al problema che ha portato il nostro Paese e il nostro mondo nelle disastrose condizioni in cui è.
Coerenza vorrebbe. ma già sappiamo che questa coerenza, così come logica e buon senso, non appartengono a chi perora la causa del buon vino italiano con i paraocchi rispetto a ciò che lo circonda.
(Associazione per i diritti degli utenti e consumatori –
www.aduc.it)
(Vincenzo Donvito presidente Aduc)