Le realtà è che il ciclismo è nato più che altro come un'attrazione da circo.
E il nome di "sport povero" nasce proprio dal fatto che erano i poveri con un po' di "fisico" che si mettevano a fare il ciclismo, che all'inzio erano spesso solo delle gare di assurdità.
Poi col tempo è diventato lo sport della retorica: da quella poetica fatta di vette e aironi a quella di basso livello sui nazionalismi.
Ancora oggi cmq, rispetto a tanti altri sport è rimasta un'attività poco matura più che di "matti", gestita spesso da minkioni galattici.
E' vero che è rimasto uno sport che si presta bene alle esagerazioni in tutti i sensi (basta leggere i forum...).
Bartali, da grande uomo (come si evince anche dal libro dell'Alberati) e grande atleta ciclista, è stato metodico negli allenamenti senza mai risparmiarsi.
Un atleta moderno senza i guai del ciclismo moderno, grande Bartali!!
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