FOX: assistenza o penitenza?

MTBVENETO

Biker superis
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A parte le battute, quello che è scritto nel manuale Fox non ha alcun valore legale in tutta l'UE. Per dire, parla di un anno di garanzia quando in tutta Europa è di due anni.

ce scritto anche nel manuale in Italiano, 48 ore, e sono regole dell'Azienda Fox non imposte da paese fuori cominutà EU, allora tutto quello che ce scritto nei manuali delle Aziende non EU non valgono, qui non si parla di valore legale, ma di tempi adeguati di fare un lavoro che SIA in garanzia oppure NO....
 

sembola

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Provo per l'ennesima volta a fare un po' di chiarezza sul tema delle garanzie.

In Italia (ed in tutta l'UE) il responsabile del ripristino dei beni non conformi è il negoziante, secondo tutta una serie di regole che sono le uniche che hanno valore legale. Quello che l'azienda produttrice scrive nei manuali ha valore dal punto di vista delle modalità di uso e manutenzione, ma non ha alcun valore dal punto di vista legale riguardo alla garanzia, e questo indipendentemente da dove abbia sede l'azienda produttrice.
A chi avesse voglia consiglio di leggere gli articoli 128-135 del Codice del Consumo, il produttore del bene non viene mai citato.

Nel caso specifico, il manuale Fox parla di un termine di "48 ore che può variare", ma all' interno degli USA, per cui non credo che tale paragrafo possa costituire una garanzia commerciale, aggiuntiva rispetto a quella legale, che obbliga chi la propone nei confronti del consumatore.

Questo per chiarire ancora una volta i termini della questione a livello generale. Chi ha seguito la discussione sa già che il punto debole della legge è il fatto che il Codice del Consumo non quantifica quale sia il "termine congruo" che, tenendo conto "della natura del bene e dello scopo per il quale il consumatore ha acquistato il bene", non arrechi "notevoli inconvenienti" (art.130 c.5). Una valutazione di questo tipo può probabilmente esprimerla solo un giudice, che potrebbe decidere sia in un senso che in un altro.
 

tacito

Biker imperialis
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in verità non è un punto debole ma una necessità tecnica...
ovviamente il "termine congruo" varia al variare del bene oggetto della garanzia, delluso a cui è destinato, e sotto molti aspetti varia anche al variare della stagione e del luogo... (una stufa necessita di essere riparata o sostituita in un termine molto più rapido in inverno che in estate).
La legge non può regolamentare ogni singolo caso da qui la necessità di usare espressioni apparentemente generiche ma che in verità costringono l'interprete della norma (il Giudice) ad attenersi a parametri ben precisi...
certo è onere del consumatore dimostrare che il ritardo gli ha causato notevoli inconvenienti (vedi l'esempio della stufa...).
Il nostro legislatore usa spesso tali espressioni basti pensare al comune senso del pudore oppure al reato di ingiurie...
in verità il problema è un altro e consiste nell'ignoranza della legge sulla garanzia da parte sia dei consumatori che dei negozianti e questo topic ne è un evidente esempio...
che senso ha prendersela con Vittoria quando l'obiettivo delle lamentele deve essere solo ed esclusivamente il negoziante (ovviamente nel caso di interventi in garanzia)....
 

monorotula

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...
che senso ha prendersela con Vittoria quando l'obiettivo delle lamentele deve essere solo ed esclusivamente il negoziante (ovviamente nel caso di interventi in garanzia)....

Beh un pò di senso ce l'ha: se ad esempio porto la mia forcella al negoziante, che il giorno dopo la spedisce a Vittoria, la quale se la tiene per un mese, io esprimo le mie rimostranze formalmente al venditore, ma poi qui sul forum scrivo peste e corna di Vittoria.
 

tacito

Biker imperialis
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il problema è che in verità nella stragrande maggioranza dei casi non c'è nessuna rimostranza nei confronti del venditore...
è ovvio che Vittoria, in questo caso, è responsabile dei ritardi, ma lo è altrattanto il venditore che non prende una posizione netta e decisa nei confronti di Vittoria o dell'assistenza di turno...
se io faccio una bella raccomandata di diffida e messa in mora al venditore quest'ultimo si deve mettere in moto e farsi sentire da Vittoria oppure manda la forcella ad altri (cosa che può fare legittimamente e poi se la discute con Fox e Vittoria...).
Dopotutto se ti si guasta il cellulare, il televisore, il ferro da stiro, la pompa del giardino o il compressore neppure sai chi è che ha l'assistenza ma ti rivolgi solo ed esclusivamente al venditore...
perchè questo stesso meccanismo non deve valere per le bici????
se così fosse, in breve tempo, soprattutto i concessionari farebbero la voce grossa sia con Vittoria che con Fox, Specialized e pincopalla...
 
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monorotula

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Probabilmente perchè c'è la tendenza a cercare di tenersi buono il venditore, che può tornare utile in altre occasioni, mentre il distributore può anche andare a quel paese: scaduta la garanzia chi s'è visto s'è visto, e al prossimo acquisto magari si cambia pure marca.
 

Danybiker88

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... e anche da parte dei sivende penso ci sia interesse a tenersi buono l'importatore/distributore, sperando magari di spuntare un maggiore sconto sugli acquisti.
 

tacito

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... e anche da parte dei sivende penso ci sia interesse a tenersi buono l'importatore/distributore, sperando magari di spuntare un maggiore sconto sugli acquisti.
ma non dovrebbero essere i rivenditori, gli importatori e i distributori a tenersi buoni i clienti???
mi sono perso quialcosa?
 
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in verità non è un punto debole ma una necessità tecnica...
Sono d'accordo, sarebbe impossibile stabilire per legge un termine che sia effettivamente congruo per qualunque bene, e probabilmente anche non equo. Da questo punto di vista la legge è ben congegnata, nel senso che il "termine congruo" è in funzione dello scopo del bene, per cui un giocattolo ha una "priorità" minore rispetto, faccio un esempio, un apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa.
Detto questo, quanto sia congruo un periodo per la riparazione di una sospensione di una bici non è dato saperlo, a meno di adire le vie legali. In questo senso ho scritto che è un po' il "punto debole" del Codice del Consumo.
 

zeromeno

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modo ''sivende'' ON:
forse non hai idea di quanto tempo della giornata venga impegnato (inutilmente) solo per sollecitare riparazioni,spedizioni,sapere che fine ha fatto tal pezzo,perchè percosa percome ecc.
Il tuo ragionamento non è assolutamente vero: se mi si rompe un cellulare non mi passa minimamente l'idea di andare al negozio: vado al centro assistenza cosi' come se ho problemi all' auto non vado in concessionaria; vado in officina( che nell' auto spesso coincidono come luogo fisico ma se controlli sono due cose ben separate)
Cioè il venditore (ri-venditore) quando decide di rivolgersi al centro assistenza è perchè non ha la possibilita' di fare altrimenti; in questo caso funge da ''filtro'' dove le rogne minori le risolve in casa (e ti faccio notare AGGRATIS) in quanto non gli viene riconosciuto nulla dalla casa(al contrario di quanto avviene nell' automotive)
Certo che ''legalmete'' sara' anche responsabile del bene venduto ma PRATICAMENTE cosa ci puo' fare?
ti faccio notare che quasu tutti i negozi hanno dei ricambi ''muletto'' da prestare ai clienti finchè i loro sono in assistenza( certo non si puo' avere una forka DH stabile ...ma parolo di ruote o forcelle xc ecc. ecc. che -normalmete il negoziante ti presta finchè la riparazione non è completata per non costringeti a fermare la bici
Se si vuole discutere di questioni di principio ok....ma con quelle non si risolvono i problemi
 

sembola

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Il tuo ragionamento non è assolutamente vero: se mi si rompe un cellulare non mi passa minimamente l'idea di andare al negozio: vado al centro assistenza...
Se, e solo se, il produttore presta assistenza diretta al consumatore: in questo caso conviene a tutti, al consumatore che attende la riparazione per un tempo inferiore, al produttore che migliora la sua immagine, al venditore che, come giustamente fai notare, non perde tempo a gestire le spedizioni. Fox ed AMG per esempio NON fanno così: richiedono che il pezzo rientri attraverso un venditore (non IL venditore, ma UN venditore). Quindi nel caso tu abbia una forcella Fox o RS (diciamo il 90% delle bici? ) non puoi accedere come consumatore direttamente al centro assistenza.

Certo che ''legalmente'' sara' anche responsabile del bene venduto ma PRATICAMENTE cosa ci puo' fare?
Capisco il tuo punto di vista, ma dalla parte del consumatore assomiglia pericolosamente a "io la bici te l'ho venduta, ora sono c...i tuoi". So che non è questo il tuo pensiero, ma mettiti nei panni di chi ha speso 4000 euro e sta due mesi senza bici perchè non gli viene riparata.



ti faccio notare che quasu tutti i negozi hanno dei ricambi ''muletto'' da prestare ai clienti finchè i loro sono in assistenza...
"Quasi tutti" è una stima un po' allegra , diciamo che chi ritira l'usato qualcosa in negozio da prestare per evitare il fermo totale probabilmente ce l'ha.

Se si vuole discutere di questioni di principio ok....ma con quelle non si risolvono i problemi
Forse se i consumatori iniziassero a far arrivare qualche letterina dall' avvocato voi negozianti potreste avere maggiore forza nel sollecitare le aziende ad avere reti di assistenza più adeguate. Anzi, diciamola tutta, nel sollecitare UNA azienda...
 
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Biker imperialis
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credo che magari potrai non essere d'accordo con il mio ragionamento ma dire che non è vero ne passa...
allora ricapitoliamo per l'ennesima volta. Per una legge europea ratificata anche dall'Italia.
Se la casa costruttrice e/o l'importatore, il distributore affiancano alla garanzia legale una loro garanzia che consente al consumatore di baypassare il rivenditore per rivolgersi direttamente al centro assistenza (prassi consolidata per esempio nel campo delle autovetture dove solitamente ci si può rivolgere a qualsiasi officina autorizzata sul territorio nazionale) è un conto, ma se tale garanzia "convenzionale" non c'è (vedi il caso di Fox o della stragrande maggioranza dei beni) il consumatore non può richiedere direttamete a Vittoria (nel caso di specie) l'intervento in garanzia ma deve limitarsi a portare il bene al rivenditore che dovrà provvedere a renderlo idoneo... come lo fa, con chi lo fa, quanto gli costa non è un problema del consumatore ma del rivenditore...
se il rivenditore non trova conveniene, agevole, trattare quel prodotto sol perchè il centro assistenza a cui lui deve rivolgersi ha tempi lunghi, lavora male, difetta nella comunicazione può sempre decidere di non trattarlo o di sbattere i pugni sul tavolo e farsi sentire...
per quanto riguarda i ricambi che alcuni (pochi o molti non lo so... posso parlare delle esperienze locali) negozianti "prestano" ai loro clienti fa parte di un modo per fidelizzare il cliente medesimo e non spingerlo ad acquistare per esempio on line dove i prezzi sono diversi... ( e non potrebbe essere diversamente considerato i costi molto bassi che hanno i negozi on line).
Se poi il negoziante impegna troppo tempo nel sollecitare gli interventi in garanzia presso i centri assistenza questo riguarda solo ed esclusivamente il negoziante...
io consumatore ho due scelte. Compro in un negozio "fisico" e pago la forcella 1000 . Compro la forcella on line e pago la forcella 600.
I quattrocento di differenza, se acquisto in un negozio fisico, vorrei, anzi voglio recuperarli in servizi e il primo tra questi è la garanzia, un altro potrebbe essere la forcella di "cortesia" altrimenti perchè dovrei essere così fesso da spendere quattrocento in più per avere lo stesso trattamento del negozio on line?
Io per esempio e per quel che può valere compro cerchi, forcelle, freni sempre in negozio proprio per questo motivo...
Garmin lo compro solo ed eslusivamente negli USA a metà prezzo tanto il display non è in garanzia, per sostituire la batteria mi chiedono uno sproposito e i tempi di attesa sono lunghissimi (non meno di 45 giorni).
Se chiedere la tutela dei propri diritti è una questione di principio abbiamo due punti di vista totalmente diversi... (ovviamente diversi... non sbagliati ma entrambi legittimi).
 
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come ho già detto, a mio avviso, il cosidetto codice del consumo è una buona legge, ovviamente perfettibile (sarebe stato auspicabile rendere obbligati solidalmente sia la casa costruttrice che il rivenditore lasciando libero il consumatore di rivolgersi a chi più gli aggrada)...
non dimentichiamoci che in Italia, commercialmente, siamo ancora al medioevo, per cui una legge così innovativa e così garantista per il consumatore trova molta difficoltà ad essere recepita e compresa nel suo spirito, ma se così non fosse, che tutela avrebbe il consumatore nell'infinità di prodotti orientali prodotti da case sconosciute e che in Italia sono importate da dittarelle individuali che spariscono ogni sei mesi? Deve essere il rivenditore a scegliere che beni trattare anche in ragione della filiera che precede la commercializzazione del prodotto...
e poi non dimentichiamoci che tutti siamo consumatori... magari a volte il codice del consumo ci torna pure utile...
 

kikhit

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o forse che i negozianti iniziassero ad usare le proprie associazioni di categoria come si deve, facendo pressioni su di esse in quanto associati perché li rappresentino nei confronti dei produttori/distributori, negli interessi propri e di quelli dei propri clienti, sarebbe ancora meglio..
 
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kikhit

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ne ho seguito per vari motivi l'iter, e proprio questo è lo spirito che aveva mosso allora il legislatore europeo, poi l'italiano con 1519 bis e segg, ed infine il codice del consumo, in un'ottica di mercato sempre più ampio con filiere sempre più lunghe, articolate e difficili da ripercorrere per il consumatore.

che poi invece ci siano inadeguatezze che regolino i rapporti BtoB tra produttori e commercianti, è evidente, ma ciò non deve (dovrebbe) ricadere sul consumatore finale.
 

zeromeno

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si ma non è che tutti comperino ''on line'', ok qua siamo su un forum ma il mercato delle vendite on line sara' un 5-10% del totale.poi -ti assicuro- che i prezzi bassissimi non sono una prerogativa dei negozi on-line(ora anch'io mi chiedo come facciano certi negozianti....ma so' x certo che hanno prezzi di assoluta concorrenza e -spesso- ti rientrano anche l'usato)
Cio non toglie che -in questa battaglia - siamo tutti dalla stessa parte,perchè io (sivende) sono il primo danneggiato dal comportamento di certe aziende che : non fanno magazzino,non fanno assistenza,non hanno competenza(perchè non investono nel personale)
Poi la faccia col cliente la metto io non il centro assisteza del cavolo di turno e -faccio notare- che anch'io la roba la pago x buona
 

kikhit

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[url]http://www.mtb-forum.it/community/forum/showpost.php?p=4385989&postcount=155[/URL]

io consumatore mi affido ad una associazione di categoria o ad un legale, io commerciante faccio lo stesso, mi affido ad un legale o ad una associazione di categoria.
 
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A maggior ragione i negozianti dovrebbero, così come i consumatori, agire per far rispettare i propri diritti contrattuali ed i propri interessi commerciali. Se singolarmente è difficile per via di costi e di potere contrattuale, ci sono le associazioni di categoria, come ha rimarcato kikhit.
Diciamo che Italia siamo tutti molto bravi ad esercitare il diritto di mugugno ma quando si tratta di far valere dei diritti reali tendiamo ad essere più sudditi che cittadini...
 

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