vorrei aggiungere un'altro punto di vista del quale, secondo me, si tiene poco conto nel mondo della bici e della mountain bike. il nostro paese è in crisi, realtà produttive chiudono continuamente lasciando italiani disoccupati per strada. spesso ciò avviene per spostare produzioni dall'altra parte del pianeta.
tanto per farvi un esempio, la "nuova" fiat freemont altro non è che una vecchia dodge prodotta in messico. ma molti altri potrei fare.
nel nostro quotidiano, siamo drogati dalla ricerca del prezzo più basso per qualunque cosa (nel campo mtb poi...), ciechi dello sfruttamento umano e ambientale che porta la produzione globale.
allora cosa possiamo fare? io dico meno
iphone e più ancillotti.
tralasciando alcuni piccoli fattori come la longevità del prodotto, queste sono bici che stanno in giro minimo dieci anni; il servizio post vendita, non importa quanto vecchia, difficilmente ci si sentirà rifiutare la revisione di un'ancillotti; lo sviluppo evolutivo di una bici che affina e migliora le proprie caratteristiche, invece di stravolgimenti annuali imposti dal marketing, capaci di distruggere il valore dell'usato.
no, non di questo volevo parlare, ma del fatto che ancillotti sono bici fatte in italia, e che i soldi che spendete vanno nelle tasche di italiani che si impegnano per il loro prodotto. questo per me è importante, specialmente a fronte dei marchi italiani che piazzano adesivi "made in italy" su roba fatta in cina o a taiwan o, se va bene, in turchia.
quindi, ogni critica penso sia benvenuta, ma ricordiamoci che se vogliamo dare un minimo contributo a uscire da questa fase, uno degli ingredienti è puntare alle produzioni nazionali con attenzione. magari comprandosi meno roba, magari dovendo fare un piccolo sacrificio in più.