Salve, anch'io domenica ero alla manifestazione peccato che il mio sogno di terminare il percorso di 120 km sia rovinosamente franato su una caduta in discesa per colpa di un'allegra turista che con molta calma e prendendosi anche un caffè attraversava la strada dietro una curva.
Per quanto mi riguarda quindi una nota negativa va fatta sopratutto alla sorveglianza sopratutto se paragonata a quella del sabato in occasione dei mondiali.
Vi riporto la lettera che gentilmente la mia ragazza ha inviato all'organizzazione che meglio chiarisce il mio punto di vista.
Egregi signori/e,
dal momento che non ho trovato un'area nel sito dedicata ad un forum scrivo direttamente a voi al fine di poter evitare ad altri quanto a me accaduto ieri.
Tenendo presente che per la manifestazione in oggetto si ritrovano persone provenienti da tutte le parti d'Italia e del mondo e che di questo, tra l'altro, ve ne fate un vanto, mi chiedo, cosa succederebbe se tutti sapessero che l'incolumità degli amatori che partecipano a questa manifestazione è considerata inferiore a quella di un professionista?
Chi vi scrive è la fidanzata di un ragazzo, forse sfortunato, che ha partecipato alla manifestazione di ieri, rimasta delusa dall'organizzazione della stessa, non solo perchè paragonata ai mondiali che si sono svolti il giorno prima, ma anche all'omonima manifestazione la MARATONA DE LES DOLOMITIS organizzata la settimana prima e alla quale ho partecipato io stessa.
La domanda che mi pongo fondamentalmente è una: perchè in occasione dei mondiali il percorso era sbarrato e controllatissimo, tanto che mi è stato difficile anche solo avvicinarmi per ammirare i grandi campioni scalare una salita, mentre solamente il giorno dopo i sentieri erano praticamente alla mercè di qualcunque turista, ciclista, curioso ecc ecc?
Pur riuscendo a capire che controllare un percorso di 120 km con la partecipazione di oltre 4000 concorrenti è un'impresa decisamente molto difficile, ciò che proprio non tollero è che oggi il mio ragazzo si trova a casa, con numerose escoriazioni e un ematoma alla testa, con bici e casco da buttare e il tutto perchè un allegra turista ha tranquillamente attraversato un sentiero (per i ciclisti in discesa) e dietro una curva.
Una tale "leggerezza" da parte della sorveglianza, solo il giorno prima, avrebbe causato tutto il rumore della stampa con chissà quali polemiche invece, un "semplice" amatore, che pratica questo sport solo e unicamente per passione impiegando il proprio tempo libero in allenamenti per poter raggiungere un obiettivo, vede sfumato non solo quest'ultimo ma tutto il resto della stagione.
La mia non vuole essere aria di vittimismo ma un voler far capire che proprio la nostra categoria che partecipa a queste manifestazioni con tanto ensusiasmo portando con se anche familiari per non limitare il soggiorno ad una semplice corsa ma renderlo una grande festa, tutti coloro che in questi giorni hanno riempito le vostre strade guardando con aria anche un pò preoccupata al "grande evento", forse meritavano qualcosa di più.
Sono convinta, avendo visto anche l'organizzazione del sabato, che si poteva fare molto meglio e, a mio parere, anche se nel regolamento è chiaramente scritto "la partecipazione alla Sudtirol Dolomiti Superbike avviene a proprio rischio e pericolo", in questo caso proprio voi dovreste essere ritenuti responsabili di quanto accaduto in quanto evitabile.
Al contrario, in tutto questo, una menzione particolare va invece fatta a tutti quelli che hanno prestato soccorso al mio ragazzo sul posto e successivamente al pronto soccorso i quali si sono prodigati per aiutarlo con tanta cortesia cercando anche di recuperare il recuperabile.
Spero che questa lettera vi faccia riflettere sull'accaduto e mi auguro che nelle prossime edizioni sia data la stessa importanza ai professionisti tanto quanto agli amatori perchè francamente ritengo che garantire la sicurezza sia importante in entrambi i casi.
Cordialità
Per quanto mi riguarda quindi una nota negativa va fatta sopratutto alla sorveglianza sopratutto se paragonata a quella del sabato in occasione dei mondiali.
Vi riporto la lettera che gentilmente la mia ragazza ha inviato all'organizzazione che meglio chiarisce il mio punto di vista.
Egregi signori/e,
dal momento che non ho trovato un'area nel sito dedicata ad un forum scrivo direttamente a voi al fine di poter evitare ad altri quanto a me accaduto ieri.
Tenendo presente che per la manifestazione in oggetto si ritrovano persone provenienti da tutte le parti d'Italia e del mondo e che di questo, tra l'altro, ve ne fate un vanto, mi chiedo, cosa succederebbe se tutti sapessero che l'incolumità degli amatori che partecipano a questa manifestazione è considerata inferiore a quella di un professionista?
Chi vi scrive è la fidanzata di un ragazzo, forse sfortunato, che ha partecipato alla manifestazione di ieri, rimasta delusa dall'organizzazione della stessa, non solo perchè paragonata ai mondiali che si sono svolti il giorno prima, ma anche all'omonima manifestazione la MARATONA DE LES DOLOMITIS organizzata la settimana prima e alla quale ho partecipato io stessa.
La domanda che mi pongo fondamentalmente è una: perchè in occasione dei mondiali il percorso era sbarrato e controllatissimo, tanto che mi è stato difficile anche solo avvicinarmi per ammirare i grandi campioni scalare una salita, mentre solamente il giorno dopo i sentieri erano praticamente alla mercè di qualcunque turista, ciclista, curioso ecc ecc?
Pur riuscendo a capire che controllare un percorso di 120 km con la partecipazione di oltre 4000 concorrenti è un'impresa decisamente molto difficile, ciò che proprio non tollero è che oggi il mio ragazzo si trova a casa, con numerose escoriazioni e un ematoma alla testa, con bici e casco da buttare e il tutto perchè un allegra turista ha tranquillamente attraversato un sentiero (per i ciclisti in discesa) e dietro una curva.
Una tale "leggerezza" da parte della sorveglianza, solo il giorno prima, avrebbe causato tutto il rumore della stampa con chissà quali polemiche invece, un "semplice" amatore, che pratica questo sport solo e unicamente per passione impiegando il proprio tempo libero in allenamenti per poter raggiungere un obiettivo, vede sfumato non solo quest'ultimo ma tutto il resto della stagione.
La mia non vuole essere aria di vittimismo ma un voler far capire che proprio la nostra categoria che partecipa a queste manifestazioni con tanto ensusiasmo portando con se anche familiari per non limitare il soggiorno ad una semplice corsa ma renderlo una grande festa, tutti coloro che in questi giorni hanno riempito le vostre strade guardando con aria anche un pò preoccupata al "grande evento", forse meritavano qualcosa di più.
Sono convinta, avendo visto anche l'organizzazione del sabato, che si poteva fare molto meglio e, a mio parere, anche se nel regolamento è chiaramente scritto "la partecipazione alla Sudtirol Dolomiti Superbike avviene a proprio rischio e pericolo", in questo caso proprio voi dovreste essere ritenuti responsabili di quanto accaduto in quanto evitabile.
Al contrario, in tutto questo, una menzione particolare va invece fatta a tutti quelli che hanno prestato soccorso al mio ragazzo sul posto e successivamente al pronto soccorso i quali si sono prodigati per aiutarlo con tanta cortesia cercando anche di recuperare il recuperabile.
Spero che questa lettera vi faccia riflettere sull'accaduto e mi auguro che nelle prossime edizioni sia data la stessa importanza ai professionisti tanto quanto agli amatori perchè francamente ritengo che garantire la sicurezza sia importante in entrambi i casi.
Cordialità
Laura Pantana