ero un militare italiano, ora lavoro per una azienda italiana sono fiero di essere italiano
a chi non sta bene la patria può pure migrare.
Quando sento ste baggianate qualunquistiche tanto tronfie quanto poi nei fatti vuote (un involucro pieno di nulla) il primo impulso meramente istintuale è quello di rispondere: e sennò?! vieni tu a costringermi? (a emigrare o qualunque altra cosa che ti venga in mente, ti lascio amplissima libertà di manovra)
Poi mi sovvengono alla mente due cose...
A- gli studi multidisciplinari, che ci regalano la consapevolezza storica di come il concetto di "patria" non voglia dire un beneamato nulla, appunto un contenitore vuoto in cui ognuno ci infila dentro quello che vuole a seconda del momento storico, del livello culturale e di comprensione dell'esistente come pure di subalternità a certe logiche patriottarde... concetto mutevole e labile quindi che se non "accessoriato" ed associato ad un corollario di valori solidi e precisi ha ben poco peso (o nessuno) indicando nella sua accezione solamente il luogo natio.
B- Il giuramento prestato tre decenni orsono: "Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina ed onore tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni". Giuramento che ho ben compreso (a questo servono gli strumenti culturali) ma che in fondo non ha aggiunto nulla (se non in forma di adesione pubblica e formale, ufficiale) a quanto già ero e sentivo come individuo ed essere umano.
Repubblica italiana, Costituzione, leggi, discipline ed onore, doveri, status, libere istituzioni, tutta roba che presuppone dosi non omeopatiche di conoscenza e consapevolezza per essere compresa intimamente e metabolizzata. Patria invece (affatto casuale che sia associata alla parola "difesa" infatti) è apparentemente comprensibile anche ad un sasso ed è (anche qui non casualmente) l'unica che anche i sassi infatti si ricordano e citano, spesso a sproposito... sia perché decontestualizzata sia perché chi lo fa troppe volte ignora (del tutto o parzialmente) o non è in sintonia (frequentemente in aperta antitesi) con i valori sottesi dai termini e concetti che la precedono e che per significato, senso e "peso" la sovrastano e sopravanzano.