Lungi da me difendere i tedeschi, ma il mitologico boom economico del dopoguerra è stato "semplicemente" un mix di lassismo politico che ha lasciato fare di ogni agli industriali, industriali spregiudicati, sindacati inesistenti o complici, e un costo del lavoro bassissimo. Eravamo noi la Cina ai tempi.
Ciò non toglie che dire che abbiamo dovuto pagare i tedeschi è una emerita cazzata (che poi, a noi i soldi del boom ce li hanno dati gli americani col piano Marshall, chi è senza peccato...)
Una vita fa (primissimi anni 90) con degli amici laureandi (lettere indirizzo storico) ci invitarono ad una conferenza sulla II^ Guerra Mondiale cui partecipava Lutz Klinkhammer (uno storico cazzuto) che spiegò (tra le altre cose) come il Piano Marshall avesse come obiettivo primario il tenere fuori l'Italia dalla sfera di influenza dell'allora Unione Sovietica ed in subordine quello di farci "assaggiare" il frutto proibito del consumismo di massa che per noi, società prevalentemente contadina (con l'eccezione di alcune aree industrializzate del nord Italia specie di lombardia e Piemonte) era ancora qualcosa di assolutamente sconosciuto. Nulla di altruistico o legato a concetti come generosità et similia quindi... mero calcolo geopolitico.
I sindacati (uno in particolare) erano tutt'altro che inesistenti o complici all'epoca (forse fai confusione con l'oggi e comunque sarebbe vero solo parzialmente) e le lotte ed i morti di allora lo testimoniano piuttosto nitidamente come pure le conquiste raggiunte in tema di diritti.
Venivamo da una fame secolare oltre che da 2 guerre mondiali in mezzo secolo, dovevamo ricostruire tutto, non solo quello che era stato buttato giù dalle bombe ma anche tutto quello che non avevamo mai avuto ma che diventava indispensabile avere per entrare nella modernità. Avevamo così tanta manodopera che malgrado quanto detto moltissimi furono gli italiani costretti ad emigrare per cercare maggior fortuna, la maggior parte poi tornarono altri no.
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