Io ho lasciato l'alpinismo perché alla domanda "ne vale la pena?", mi sono dato una risposta negativa. Ho rischiato al vita così tante volte, non per imprudenze, ma per oggettivo rischio imprevedibile, che le emozioni indimenticabili e bellissime che provavo non mi parevano sufficienti per giustificare questa precarietà della mia esistenza.
Ho dirottato il mio gusto dell'estremo sul vertride, dove il rischio di cadere in qualche rirupo è comunque alto, ma le elocità sono tali da permettermi di valutare l'opportunità di fare certi pezzi in sella o meno.
Idem su drop e salti, senza cronometro, posso decidere se mi sento pronto, capace, o "in giornata no".
Freeride. Io ammetto il rischio di farmi male, non di ammazzarmi.
Mi porto casco integrale e protezioni anche nei giri pedalati più lunghi, perché in discesa voglio divertirmi senza pensieri.
E' da parecchio che voglio comprare il leattbrace, anche se ingombra, dà fastidio, limita. Senza casco integrale mi sento nudo e insicuro, e lo uso sempre, anche se fa sudare, anche se pesa e ingombra.
Idem se facessi DH non rinuncerei al leatt, perché quando si vuol andare oltre al limite, a velocità fotoniche, vorrei star più tranquillo.
Me lo prenderò per fare un raid in moto in Marocco... poi penso che lo userò anche in bici, almeno quando si fa gravity.
La morte di Marco mi stringe il cuore ogni giorno, perché ci penso e ripenso. Non vorrei mai "costringere" i miei cari a soffrire per una mia passione.
Ho pianto per Roland Ratzenberger, per Senna, per Patrick de ---ardon... perfetti "sconosciuti", neanche mai visti fuori da un televisore.
Tutti sappiamo quanto si sta male per la perdita di una persona cara. Non voglio essere la causa di tanto dolore per una mia imprudenza.
Non solo, ma anche solamente parlando di infortuni, la mia voglia di farmi male è pari al piacere dei miei capi se dovessi assentarmi dall'ufficio a lungo.
Ho dirottato il mio gusto dell'estremo sul vertride, dove il rischio di cadere in qualche rirupo è comunque alto, ma le elocità sono tali da permettermi di valutare l'opportunità di fare certi pezzi in sella o meno.
Idem su drop e salti, senza cronometro, posso decidere se mi sento pronto, capace, o "in giornata no".
Freeride. Io ammetto il rischio di farmi male, non di ammazzarmi.
Mi porto casco integrale e protezioni anche nei giri pedalati più lunghi, perché in discesa voglio divertirmi senza pensieri.
E' da parecchio che voglio comprare il leattbrace, anche se ingombra, dà fastidio, limita. Senza casco integrale mi sento nudo e insicuro, e lo uso sempre, anche se fa sudare, anche se pesa e ingombra.
Idem se facessi DH non rinuncerei al leatt, perché quando si vuol andare oltre al limite, a velocità fotoniche, vorrei star più tranquillo.
Me lo prenderò per fare un raid in moto in Marocco... poi penso che lo userò anche in bici, almeno quando si fa gravity.
La morte di Marco mi stringe il cuore ogni giorno, perché ci penso e ripenso. Non vorrei mai "costringere" i miei cari a soffrire per una mia passione.
Ho pianto per Roland Ratzenberger, per Senna, per Patrick de ---ardon... perfetti "sconosciuti", neanche mai visti fuori da un televisore.
Tutti sappiamo quanto si sta male per la perdita di una persona cara. Non voglio essere la causa di tanto dolore per una mia imprudenza.
Non solo, ma anche solamente parlando di infortuni, la mia voglia di farmi male è pari al piacere dei miei capi se dovessi assentarmi dall'ufficio a lungo.