DH/FR: ne vale la pena?

  • Clicca qui per iscriverti al canale Whatsapp di MTB Mag per rimanere aggiornato a tutto quello che succede nel mondo della mountain bike!

gianbike

Biker superis
ne vale la pena??
vedi tu, ognuno ha i propri stimoli e necessità, ma chiedi in federazione quanta gente è morta facendo granfondo su strada o crosscountry e quanta facendo dh....
é solo stata una triste giornata sfortunata..soprattutto per qualcuno.
personalmente in più 15 anni di bici mi sono rotto lo scafoide facendo dh, 12 punti ad un iron bike(xc), ed ho seriamente rischiato la vita in allenamento xc da solo giù da un burrone....
se deve capitare capita qualsiasi cosa tu stia facendo
 
  • Mi piace
Reactions: gaz

Supercross

Biker serius
11/8/04
110
0
0
45
Rosate
Visita sito
Ciao a tutti!!
Condivido le parole di Jack come quelle di molti di voi....
Io la mia risposta l'ho trovata con il passare del tempo e condividendo le esperienze con le persone che praticano questo sport più di me.
Mi sento però di dire che si arriva sempre dopo a ragionare del perchè dei se e dei ma, NON voglio fare riferimenti a Marco che sia ben chiaro la sua è una disgrazia!
Vorrei chiedere a tutti i corridori professionisti quante ore si allenano?
Prima di provare un nuovo Trick o prima di spingersi un pò più in là quanto si preparano? Ho sempre trovato "stupida" la frase se non ci provi non sbaglierai mai.
In questo sport NON si può giocare sempre con la fortuna di restare inpiedi.....
Ci vuole costanza, preparazione, concentrazione, lucidità, e non basta continuare a scendere o girare come criceti per imparare o per permettersi di osare, come non basta un corso di 1gg per essere il dominatore della propria bike.......
Ci vuole la testa la determinazione la costanza la passione sia positiva sia vista come sacrificio fisico di fatica, forse è questo che bisogna cercare non l'andare a tutti i costi più in là anche perchè non possiamo essere tutti dei fenomeno per il semplice motivo che ognuno di noi è fenomenale perchè unico!!
Spero si sia capito il senso delle mie parole.
 
  • Mi piace
Reactions: LEPUS

giobìgiobà

Biker superioris
bè, sì, ne vale la pena.
vale la pena col senno di prima - quello di poi non ha passioni, solo piatta ragione. ognuno di noi, credo, butta l'occhio indietro e ripensa "a quella volta che...", riflette sul proprio modo di girare (dh o xc cambia poco...), si preoccupa (nel senso più pieno di "occuparsi prima") di domani...ognuno dice cose del tipo " ho smesso ormai di girare grosso", oppure "adesso mi diverto soltanto" e tutta una serie di frasi così...età diverse filtrano in maniera difforme questo evento davvero triste, esperienze varie lo macinano in grana più o meno grossa e ne traggono conclusioni anche opposte... io, personalmente, sono tornato a girare DH/FR (o qualcosa di simile) dopo anni di XC e strada, dopo un matrimonio e due figli: il mio mondo è COMPLETAMENTE DIVERSO, ora. metto a letto mio figlio (che comincia con dei mini drop da 40 cm...), vado a prendere mia figlia a scuola, abbraccio mia moglie, brontolo sulle bollette, tiro giù le tende del soggiorno... col senno di poi mi chiedo: ma chi azz me lo fa fare di andare a girare al sabato e alla domenica (rischiando comunque almeno un po': TUTTI LO SI FA', è così)? col senno di prima (detto anche "non-senno") mi dico: evvai! oggi, con questa giornata, si gira a tutta! sono (siamo) un po' dei Peter Pan, qualcosa dentro di noi ci trattiene nel mondo delle capriole nel prato e dei piedi nelle pozzanghere (c'è anche un topic nel forum che ha un tema simile...). Peter Pan non ha il senno di poi, vive del non-senno di prima, quello che scatena le voglie, che si esalta a tampinare la ruota di chi ci precede. io rispondo che ne vale la pena, sì. la mia vita, con figli e moglie e tutto il resto vale molto più di prima: so che metto in gioco, perciò, una posta molto più alta. ma chi mi ama, ama anche questo di me. rinuncerei domani alla bici se ne andasse della mia vita (di oggi) ma non si ragiona così delle Passioni, le sviliremmo troppo. potrei aprire un capitolo infinito riguardo alla mentalità (imperante e assai pompata - dopata, potrei dire) dell'estremo, della ricerca di un'emozione estrema, dell'esaltazione del rischio. c'è un business dietro, come negarlo? ma è un'altra storia...
quello che facciamo ci piace, a volte lo adoriamo proprio, è un pezzo davvero grosso di noi e lo si abbandona soltanto per fondatissimi motivi. Marco è un motivo molto valido, a mio avviso. ciò nonostante, ne vale la pena...
 
  • Mi piace
Reactions: ib.ma81 and LEPUS

bax70

Biker superis
Dopo quanto successo a Marco, sono veramente a terra.
Mi ha sconvolto... non lo sò, sono confuso.

Dalle gare mi son sottratto da subito: e pensare che mi ero pure allenato tutto l'inverno nel 2006... ma il timore di "spegnere la luce e giarare al 110%" mi ha fatto tornare sui miei passi.

Anche nel corso del 2010 ho visto amici infortunarsi più o meno gravemente, per situazioni più o meno rischiose, a volte anche per semplici sciocchezze legate più alla sfortuna che all'imperizia o all'errore.

Sono ormai un paio di anni che "ho smesso" di saltare seriamente... non vado più a sfidare gli stacchi da 3mt o più (o meno)... o i doppi infiniti, anche se so che sono alla mia portata, come alla portata di tutti quanti pratichino questo sport da abbastanza tempo.

Questo mi infonde un senso di "responsabilità", ma non so se effettivamente sia sufficiente per rientrare nei ranghi limitando il rischio... e forse non lo sarà mai:
questo è uno sport estremo e forse l'unico senso di irresponsabilità potrebbe essere il dimenticarselo anche solo per un secondo, non accettandone le conseguenze.

Fatto sta che con Marco è successo l'irreparabile... mi sembra un incubo.
ciao dogo e ciao a tutti, anche io sto pensando molto da un paio di giorni, a giugno 2008 a sestola ho subito un trauma con l'amico pino che mi ha procurato uno shock midollare con tetraplegia temporanea di circa 10 min. avevo a casa due bei bimbi e la moglie che mi aspettava e stavo pensando cose veramente brutte, mentre ero a terra inerme , immobile ho desiderato decisamente che avevo rovinato per sempre la vita alla mia famiglia e mi ha balenato il desiderio di non esserci piu', poi sono stato fortunato rispetto al nostro amico marco, lentamente mi sono ripreso e ora sono di nuovo a girare, ho sempre in dosso il leatt che non salvera' la vita, ma riduce di molto il rischio di lesioni serie, salvaguardando la parte cervicale della colonna e' gia' un buon passo avanti per la sicurezza con il resto delle protezioni per colonna ed il resto. mi sento di dire che ne vale veramente la pena, non avro' piu' il bel passetto di un tempo, ma il divertimento e' troppo per poter rinunciare. un abbraccio a marco, alla sua famiglia e a tutti voi
 

wile59

La salita è solo un problema da risolvere.
15/6/07
2.808
969
0
Brembate Sopra (BG)
wileworld.altervista.org
Bike
Una, nessuna, centomila.
Ne vale la pena. Vale la pena vivere, confrontarsi con le proprie paure e vivere le proprie passioni. Mi piace molto un detto inglese (anche titolo di un bel video di Gabriele Pampanelli): "regret last longer than pain".
La fatalità è in tutte le attività.
Avete pienamente ragione. Negli anni 80 facevo enduro e ogni tanto prendevo delle belle "legnate", ma poi vedevo giovani calciatori ridotti peggio di me dopo un banale contrasto e pensavo che in fondo la mia passione non era poi così pericolosa.
Io mi limito a fare AM con quale piccola libertà fr, comunque cose molto piccole.
In ogni caso ogni uscita riesco a rovinarmi la festa pensando a non farmi (troppo) male, pensando alle responsabilità verso la famiglia e il lavoro e via così.
Concludo con le parole dei Linea 77, che offrono un altro punto di vista sul quesito di partenza : "senza aspettare più di bruciare il tempo tra le mani, sogni risplendono".
Un abbraccio alla famiglia di Marco.
 

Kap.1

Biker ciceronis
13/1/04
1.414
7
0
Padova
Visita sito
Bike
MDE DAMPER 29 2021
Se guardiamo le fatalità be cè gente che è morta pescando in un lago si è sentita male ed è annegata nella bacinella che aveva in barca, o toccando i fili dell'alta tensione rimanendo folgorati, andando a cavallo.
Una mia amica che lavora al cto mi diceva tempo fà che molti infortuni li hanno gente che gioca a calcetto ecc. si ptrebbe continuare all'infinito.
Io nel 90 mi sono rotto il bacino in 4 punti e rimasi paralizzato a terra per un a decina di minuti cadendo con la moto da enduro.
Faccio 50.000 km all'anno credo di rischiare tutti i giorni la vita sulle strade.
Quindi godetevi lo sport piu bello che io abbia mai fatto, so che posso farmi male ma potrebbe succedere dovunque.
 

WPaul63

Biker superioris
20/8/10
906
2
0
Tra IT e CH
Visita sito
Bike
Specialized E29 Comp
ciao dogo e ciao a tutti, anche io sto pensando molto da un paio di giorni, a giugno 2008 a sestola ho subito un trauma con l'amico pino che mi ha procurato uno shock midollare con tetraplegia temporanea di circa 10 min. avevo a casa due bei bimbi e la moglie che mi aspettava e stavo pensando cose veramente brutte, mentre ero a terra inerme , immobile ho desiderato decisamente che avevo rovinato per sempre la vita alla mia famiglia e mi ha balenato il desiderio di non esserci piu', poi sono stato fortunato rispetto al nostro amico marco, lentamente mi sono ripreso e ora sono di nuovo a girare, ho sempre in dosso il leatt che non salvera' la vita, ma riduce di molto il rischio di lesioni serie, salvaguardando la parte cervicale della colonna e' gia' un buon passo avanti per la sicurezza con il resto delle protezioni per colonna ed il resto. mi sento di dire che ne vale veramente la pena, non avro' piu' il bel passetto di un tempo, ma il divertimento e' troppo per poter rinunciare. un abbraccio a marco, alla sua famiglia e a tutti voi

Ti sento vicino....
L'estate scorsa mi sono ribaltato su una strada bianca, cadendo a capitomboli giù di fianco alla collina. Il mio primo pensiero è stato "caxxo non mi rialzo", poi invece è andata diversamente. Ma non ho smesso. Ho capito dove stava l'errore (del caxxo), ho capito che devo fare molta più attenzione, ho ri-interiorizzato il fatto che ho delle responsabilità a 360 gradi nei confronti della famiglia e del lavoro...
La responsabilità in un certo senso è il contenitore che da forza a quel che sta dentro (esempio - il vino buono sta *dentro* la bottiglia appropriata...).
L'equilibrio tra il mio divertimento ed il resto da il valore al tutto....

Poi è vero - si può scegliere di fare i splendidi. Egoisticamente puntare al "tutto" e dire ce l'ho fatta. Molti artisti sono così - senza compromessi.
Alcuni fanno cose straordinarie che noi possiamo poi ammirare estasiati.
Alcune volte le scelte sono discutibili - una volta che ne prendiamo in considerazione il costo in senso lato (amori, affetti, amicizie, salute, problemi di droga, etc).

Non ci sono risposte facili, temo.
Per me credo che la l'equilibrio tra la gioia dell'uscita e la responsabilità sia già qualcosa di grande, e ringrazio di per il privilegio di poterlo fare.

Paul
 

luckyrace

Biker serius
giobìgiobà;4615447 ha scritto:
bè, sì, ne vale la pena.
vale la pena col senno di prima - quello di poi non ha passioni, solo piatta ragione. ognuno di noi, credo, butta l'occhio indietro e ripensa "a quella volta che...", riflette sul proprio modo di girare (dh o xc cambia poco...), si preoccupa (nel senso più pieno di "occuparsi prima") di domani...ognuno dice cose del tipo " ho smesso ormai di girare grosso", oppure "adesso mi diverto soltanto" e tutta una serie di frasi così...età diverse filtrano in maniera difforme questo evento davvero triste, esperienze varie lo macinano in grana più o meno grossa e ne traggono conclusioni anche opposte... io, personalmente, sono tornato a girare DH/FR (o qualcosa di simile) dopo anni di XC e strada, dopo un matrimonio e due figli: il mio mondo è COMPLETAMENTE DIVERSO, ora. metto a letto mio figlio (che comincia con dei mini drop da 40 cm...), vado a prendere mia figlia a scuola, abbraccio mia moglie, brontolo sulle bollette, tiro giù le tende del soggiorno... col senno di poi mi chiedo: ma chi azz me lo fa fare di andare a girare al sabato e alla domenica (rischiando comunque almeno un po': TUTTI LO SI FA', è così)? col senno di prima (detto anche "non-senno") mi dico: evvai! oggi, con questa giornata, si gira a tutta! sono (siamo) un po' dei Peter Pan, qualcosa dentro di noi ci trattiene nel mondo delle capriole nel prato e dei piedi nelle pozzanghere (c'è anche un topic nel forum che ha un tema simile...). Peter Pan non ha il senno di poi, vive del non-senno di prima, quello che scatena le voglie, che si esalta a tampinare la ruota di chi ci precede. io rispondo che ne vale la pena, sì. la mia vita, con figli e moglie e tutto il resto vale molto più di prima: so che metto in gioco, perciò, una posta molto più alta. ma chi mi ama, ama anche questo di me. rinuncerei domani alla bici se ne andasse della mia vita (di oggi) ma non si ragiona così delle Passioni, le sviliremmo troppo. potrei aprire un capitolo infinito riguardo alla mentalità (imperante e assai pompata - dopata, potrei dire) dell'estremo, della ricerca di un'emozione estrema, dell'esaltazione del rischio. c'è un business dietro, come negarlo? ma è un'altra storia...
quello che facciamo ci piace, a volte lo adoriamo proprio, è un pezzo davvero grosso di noi e lo si abbandona soltanto per fondatissimi motivi. Marco è un motivo molto valido, a mio avviso. ciò nonostante, ne vale la pena...


Abbiamo vite, carriere ciclistiche, e pensieri identici!!!
Ottima riflessione!

:celopiùg:
 

Teech

Biker ciceronis
25/8/04
1.598
1
0
47
Zola Predosa (Bo)
www.neptunes.it
Ne vale la pena? Lo può decidere solo ogni singolo pesando i pro ed i contro... Quello che facciamo è un hobby e come tale ad ognuno porta emozioni e sentimenti diversi.
Bisogna prendere una bilancia e mettere su un piatto i rischi e sull'altro la necessità di provare certe emozioni: dove pende la bilancia? A questo punto si decide se vale la pena o meno.
Vedo in molti interventi fin qui letti un forte parallelo con l'altra mia grande passione: il football americano. Ho giocato 8 anni ed ora da 7 anni alleno... Il discorso di "ne vale la pena?" l'ho affrontato tante volte con giocatori che alleno di tutte le età. Io gli ho sempre detto: dal momento che ti poni la domanda hai già la risposta... Se anche solo il dubbio ti assale significa che non ne vale più la pena perchè non affronti il tuo hobby con la dovuta serenità.
Questo non vuol certo dire abbandonare una passione, ma ridimensionarla... Nel football americano sono passato ad allenare, nella MTB può significare vivere una diversa forma di pedalata.

Per contro pensate ai ricordi e a quello che raccontate davanti ad un birra alla fine di una giornata in sella: parlate del paesaggio o dell'atterraggio del drop al limite? Parlate del sole o del ripido che ha rischiato di disarcionarvi? E ora, a distanza di tempo, quali ricordi avete delle discese fatte tempo addietro? Ricordate la simpatica contropendenza o la pietraia che vi ha crepato il cerchio?
Ne vale la pena rischiare? Alcuni, pensando a questi ricordi dicono "Sono stato un pazzo, mi sono divertito, ma ora non lo rifarei", altri che dicono "Mi manca, non vedo l'ora di rifarlo, anzi di più!!!". Chi ha ragione? Entrambi perchè la vita ognuno la deve vivere come meglio crede e secondo le proprie priorità!!!

Il succo è che se abbiamo un hobby questo deve prima di tutto darci serenità, non preoccupazioni, quando le preoccupazioni si insinuano credo sia il caso di rivedere qualcosa per fare in modo che NE VALGA LA PENA!!!
 
  • Mi piace
Reactions: spartaco

unfo

Biker superis
21/10/09
355
1
0
Cisano Bergamasco
Visita sito
Si dice cha quando si inizia a chiedersi se ne vale la pena allora quello è il momento di smettere.
Anche se secondo me la domanda è mal posta e posta sull'onda di un'avvenimento che rende meno lucide le proprie analisi; Verrebbe da chiedersi se vale la pena rischiare di andare in moto consideranto le possibilità che si hanno di farsi male su strada, se vale la pena andare in macchina considerando che si può morire anche per strada.
Il punto è quindi diverso, bisogna chiedersi se vale la pena affrontare uno sport estremo senza prendere le adeguate precauzioni, quali pettorina leat etc etc.
La risposta dovrebbe essere naturale e automatica e dovrebbe portare tutti a girare con le giuste protezioni.
Sono comunque analisi che ognuno di noi deve effettuare, come si suol dire, "a bocce ferme" dopo aver superato il momento di scorramento che dopo certi avvenimenti risulta inevitabile.
 

bogard

Biker ultra
14/4/09
622
0
0
Prato
Visita sito
Ragazzi io penso che valga la pena fare quello che si ama e ci piace che sia giocare a boccie o fare dh..... Ormai non siamo più al sicuro nemmeno quando si dorme nel proprio letto chiusi in casa!!!
o-oo-oo-o
 
  • Mi piace
Reactions: RC bike destroyer

185%

Aziende
Caro Dogo, ti rimando al vecchio post n°95, la FATALITA' di quanto accaduto non cambia il mio pensiero, purtroppo ogni volta che rileggo di questo evento disastroso, non riesco a non pensare alla sua famiglia, penso + a loro che al povero pilota....Questo si che mi fà pensare (tengo famiglia) se ne vale la pena.
 
T

teoDH

Ospite
Non so... Io sono ancOra in fase di riflessione... :-(

Sento spesso in questi giorni parlare del Leatt come la panacea di tutti i mali, la soluzione definitiva...
Io il Leatt l'ho provato, e non mi è piaciuto, mi sembrava di girare con qualcosa che mi bloccava, probabilmente è vero che ti salva l'osso del collo, ma se per salvare quello devo compromettere la mia scioltezza, può portarmi forse a farmi male in altre parti...
Inoltre, l'osso del collo è delicato, vero, ma lo è tutta la spina dorsale, e il leatt non la protegge tutta...
Credo infine che la protezione sia utilissima, ma lo sia ancor più saper valutare i rischi e affrontare le strutture in base al proprio livello di riding...
Mi capita spesso di girare con dei manici assurdi, ho girato con i più forti riders italiani, e con qualche mostro da worldcup...
Fanno cose che io manco mi sognerei, con una sicurezza maggiore di quella che ho io scendendo dal pistino dietro casa...
E mi capita altrettanto spesso di vedere dei riders della domenica provare cose fuori dalla loro portata, giocandosi dei jolly immensi...

Essere coscienti dei rischi te ne fa "conigliare" un sacco, ma alla fine forse, tra quelle che ti conigli c'è quella che può farti davvero male, quindi mi va bene così... non devo girare al ritmo di Steve Peat o di Josh Bender, posso girare da pantofolone e divertirmi lo stesso, e così faccio... non azzero il rischio di farmi male o di morire, ma lo riduco di molto.
Il Leatt, la pettorina, il casco, non ci rendono immortali, ci aiutano a proteggerci, ma la miglior protezione secondo me è sempre il cervello.
 

DOGO

Biker delirius tremens
13/7/05
11.792
11
0
Milano
Visita sito

La DH è semplice/banale: è uno sport estremo.

Ho maturato la convinzione che abbia poco senso dire “anche andare in auto/treno/aereo/piedi è rischioso” (e sono uno di coloro i quali l’ha detto nelle pagine indietro, ad “inizio” riflessione) per il fatto che il muoversi è strumentale alla vita quotidiana e caratterizza l’uomo da sempre, a meno che non ci si voglia suicidare socialmente.... personalmente sono giunto alla conclusione che tale razionale sia un nascondersi dietro ad un dito per giustificare il rischio "aggiuntivo" che introduciamo con la DH & Co.

La DH aggiunge “felicità” alla vita, alla quale si contrappone un consapevole “rischio”… nel rispetto dell’unica regola che domina la vita, ossia il “dare vs avere”… o “rischio vs rendimento” che dir si voglia.

Non è quindi in discussione il fatto che andare in bici sia più rischioso del non andarci, è indiscussione la presa di coscienza del singolo nel mettere in conto il fatto che questo divertimento non è gratis… accettandone le conseguenze.

La morte del caro Marco è una estremizzazione del rischio implicito in qualsiasi attività e la Dh non se ne sottrae… e credo, dopo 3giorni di riflessioni senza soluzione di continuità, che non sia rappresentativo del reale rischio che si corre in DH : tuttavia offre spunto per provare dolore e ripercorrere una serie di “perché”… che trovano risposte differenti in ognuno di noi.

Personalmente il praticare DH mi fa sentire “egoista” ed “altruista” allo stesso tempo:
- sono egoista nei confronti di chi mi è vicino, perché aggiungo rischio laddove il rischio potrebbe essere eliminato…
- ed allo stesso tempo sono altruista nei miei confronti, perché mi fa felice….

Alla fine mi pare quasi che l’egoismo non sia altro che altruismo verso se stessi, ma dove finisce il perimetro del “noi stessi”?

Credo che il tema sia radicalmente diviso su due pesi di valutazione:
- chi ha responsabilità anche e soprattutto verso altri;
- chi ha responsabilità principalmente e quasi esclusivamente verso se stesso.

> Se non si hanno responsabilità verso altri, ne vale sicuramente la pena : il gioco è equo ed è chiara la posta in palio…

> Il discorso cambia quando vi è di mezzo una serie di responsabilità, che possono essere una professione che viene compromessa (e con essa il benessere della famiglia) o altri vincoli “da padri di famiglia” (mantenere un genitore malato, avere figli, moglie, fratelli da accudire, ecc…)… in questi casi non ne vale la pena.

Quindi la domanda non è più “ne vale la pena”, bensì “il mio egoismo è sopportabile? Il mio altruismo è negoziabile”?

Fino a che punto le passioni hanno “la precedenza” sulle responsabilità, sul benessere dei nostri cari, sul futuro della nosta famiglia? Smetterla con gli sport estremi non riduce di certo i rischi che corro quotidianamente… ma sicuramente praticare sport estremi aggiunge rischio: è da persone responsabili aggiungere rischio laddove non ve ne sarebbe bisogno?

Se si ha famiglia o grosse responsabilità… sono convinto che
non ne valga la pena
… ma credo che per ora continuerò ad essere egoista… nonostante abbia grosse responsabilità come molti tra noi (almeno gli over 30)
.

Tutto IMHO


non riesco a non pensare alla sua famiglia, penso + a loro che al povero pilota....Questo si che mi fà pensare (tengo famiglia) se ne vale la pena.
Hai centrato in pieno il punto.
 

andre77

Biker perfektus
12/2/08
2.994
17
0
Verbania
Visita sito
Bike
santa cruz hightower; ss spritz..
Personalmente il praticare DH mi fa sentire “egoista” ed “altruista” allo stesso tempo:
- sono egoista nei confronti di chi mi è vicino, perché aggiungo rischio laddove il rischio potrebbe essere eliminato…
- ed allo stesso tempo sono altruista nei miei confronti, perché mi fa felice….


ma l'essere altruista nei miei confronti, è sinonimo di egoismo... o sbaglio?
 

motobimbo

Biker nirvanensus
30/9/08
28.900
1.891
0
Cimino
Visita sito
Bike
reputazioni ricevute vecchio forum: 11.988
mmmah!...ognuno tende ad essere quello che è nella sua natura, pena: frustrazione ed infelicità.

Se la decisione di fare o non fare una cosa, qualsiasi essa sia, è una forzatura nei confronti di noi stessi o quantomeno un puerile autoconvincimento, ne pagheremo care le conseguenze nei termini di cui sopra.
 
  • Mi piace
Reactions: DOGO

Line-Beppe

Biker serius
30/9/08
246
0
0
Lainate (MI)
Visita sito
Se si ha famiglia o grosse responsabilità… sono convinto che
non ne valga la pena … ma credo che per ora continuerò ad essere egoista… nonostante abbia grosse responsabilità come molti tra noi (almeno gli over 30).

Vero. Principalmente la mia è una forma di egoismo. Lo so che non è giusto nei confronti della famigila, ma non riesco nemmeno a "pensare" di smettere..
 

RC bike destroyer

Biker superioris
6/10/07
882
-1
0
31
Brescia
Visita sito
ragazzi....io pratico anche alpinismo, scialpinismo e freeride con gli sci....
in questi ambiti i morti di ogni inverno per valanga e simili neanche si contano
ma a me, pur avendo perso amici in montagna, non passa neanche per la testa di smettere.
Ne a me, che ho 18 anni, ne a tutti i padri di famiglia che vanno in montagna.
Dispiace anche a me moltissimo quando muore qualcuno seguendo una sua passione,
ma mai e poi mai rinuncerei alla mia quotidiana dose di adrenalina... e spero che nessuno di noi smetta di girare a causa di questo incidente...
 

Classifica giornaliera dislivello positivo

Classifica mensile dislivello positivo