bè, sì, ne vale la pena.
vale la pena col senno di prima - quello di poi non ha passioni, solo piatta ragione. ognuno di noi, credo, butta l'occhio indietro e ripensa "a quella volta che...", riflette sul proprio modo di girare (dh o xc cambia poco...), si preoccupa (nel senso più pieno di "occuparsi prima") di domani...ognuno dice cose del tipo " ho smesso ormai di girare grosso", oppure "adesso mi diverto soltanto" e tutta una serie di frasi così...età diverse filtrano in maniera difforme questo evento davvero triste, esperienze varie lo macinano in grana più o meno grossa e ne traggono conclusioni anche opposte... io, personalmente, sono tornato a girare DH/FR (o qualcosa di simile) dopo anni di XC e strada, dopo un matrimonio e due figli: il mio mondo è COMPLETAMENTE DIVERSO, ora. metto a letto mio figlio (che comincia con dei mini drop da 40 cm...), vado a prendere mia figlia a scuola, abbraccio mia moglie, brontolo sulle bollette, tiro giù le tende del soggiorno... col senno di poi mi chiedo: ma chi azz me lo fa fare di andare a girare al sabato e alla domenica (rischiando comunque almeno un po': TUTTI LO SI FA', è così)? col senno di prima (detto anche "non-senno") mi dico: evvai! oggi, con questa giornata, si gira a tutta! sono (siamo) un po' dei Peter Pan, qualcosa dentro di noi ci trattiene nel mondo delle capriole nel prato e dei piedi nelle pozzanghere (c'è anche un topic nel forum che ha un tema simile...). Peter Pan non ha il senno di poi, vive del non-senno di prima, quello che scatena le voglie, che si esalta a tampinare la ruota di chi ci precede. io rispondo che ne vale la pena, sì. la mia vita, con figli e moglie e tutto il resto vale molto più di prima: so che metto in gioco, perciò, una posta molto più alta. ma chi mi ama, ama anche questo di me. rinuncerei domani alla bici se ne andasse della mia vita (di oggi) ma non si ragiona così delle Passioni, le sviliremmo troppo. potrei aprire un capitolo infinito riguardo alla mentalità (imperante e assai pompata - dopata, potrei dire) dell'estremo, della ricerca di un'emozione estrema, dell'esaltazione del rischio. c'è un business dietro, come negarlo? ma è un'altra storia...
quello che facciamo ci piace, a volte lo adoriamo proprio, è un pezzo davvero grosso di noi e lo si abbandona soltanto per fondatissimi motivi. Marco è un motivo molto valido, a mio avviso. ciò nonostante, ne vale la pena...