purtroppo e ribadisco purtroppo, mi sembra che qui ci si preoccupi se fare una attività motoria lecita e consentita sia eticamente ammissibile, mentre, proprio nelle zone a rischio i comportamenti "cautelativi" sono assolutamente disattesi
Negozi chiusi, gente a casa, smart working, Milano deserta per il Coronavirus. Tranne che in metropolitana, almeno a vedere le immagini esclusive di leggo.it . Nelle foto che pubblichiamo...
il trasporto pubblico è la prima occasione di contagio per tutti i viirus e si viaggia in queste condizioni??
e noi sci preoccupiamo di una sgambata in bici in campagne dove non incontri essere viventi? tutti devono dare di piu nella difficoltà, ma è proprio da chi è esposto al rischio che ci deve aspettare di piu non viceversa...
tornando al discorso salute, il buonsenso comune a tutti estremisti, talebani dalla mtb, moderati od occasionali implica di evitare rischi di finire al pronto soccorso, e una attività minima senza discese e ostacoli dovrebbe essere abbastanza cautelativa, non dimentichiamo che la costrizione in ambienti domestici espone a infortuni domestici che non sono cosi banali e infrequenti come si pensa (io stesso, vista la maniacale pulizia di mia moglie in questi giorni, sono scivolato sulle scale con un botta tremenda su avambraccio e gomito, peggio che in bici)...
Anche per quanto riguarda il pronto soccorso il contesto geografico è notevolmente diversificato per la rilevanza del danno pubblico arrecato, se rischi di andare in pronto soccorso a bergamo, Cremona, e zone "rosse" sei un "irresponsabile" al limite del criminale..
viceversa se stai ad alghero, chieti, trani o enna mi pare che sia ben diverso, perchè premesso che rischieresti un ps ortopedico (facendo attivita minima sarebbe il massimo del danno), anche un eventuale permanenza nel pronto soccorso ortopedico poco avrebbe a che fare con le situazioni disperate di chi ha necessità di respiratori assistiti e rianimazione che peraltro in quelle strutture neanche sarebbe presente...
purtroppo si vivono realtà disparate e disperate, chi respira la morte dietro casa e percepisce un terrore che non puo essere lo stesso di chi si attiene rigorosamente alle prescrizioni del decreto in zone "per ora" non contaminate e nel rispetto delle indicazioni pensa a fare un attività fisica che potrebbe essere in bici in alternativa alla corsa. Chi non rispetta la prescrizioni (e non sono pochi, soprattutto ahimè al nord dove servirebbe) non merita neanche mensione.
condivido che a fronte di una forza maggiore l'attività sportiva si da considerarsi un bene accessorio e futile rinunciabile, ma lo sono altrettanto i tabacchi, le passeggiate con il cane e altre attività ancora consentite, sicuramente in zone di piena epidemia tutte queste attività andavano sospese, e sopratutto andavano bloccati trasporti che hanno consentito a migliaia di persone di fuggire prima della decretazione della zona rossa, rendendo i provvedimenti assai poco efficienti, come i continui morti e contagi dimostrano.