Come ho scritto prima, noi ciclisti partiamo sempre da una situazione di "svantaggio", come se dovessimo chiedere scusa agli altri perché ci sopportano e come se non avessimo gli stessi diritti di altri utenti del sentiero.
Questo non mi va giù.
Sia chiaro, non ce l'ho con nessuno, salvo che con gli sceriffi al contrario (i ciclisti che odiano gli altri ciclisti che vanno a tuono, costruiscono i doppi, erodono le montagne... Ma per favoreeee).
Saluto sempre, mi fermo, lascio passare ecc... Ma perché? Perché sono obbligato a sorridere? Perché DEVO farlo? Per il quieto vivere? No, io voglio essere in diritto di fare quel che faccio nel rispetto delle regole generali. È questo il punto di partenza secondo me...
La storia della precedenza tra chi sale e chi scende (che ho SEMPRE ti spettato) dov'è scritta? Nei 10 comandamenti? Parliamo di buon senso, cordialità e gentilezza ma i frustrati e le amministrazioni imbecilli di queste cose se ne battono...