Non è così che cosa?Non è così. Due molle con costanti elastiche differenti che lavorano una sull'altra si deformano, elasticamente, entrambe senza che necessariamente quella di costante più "debole" vada necessariamente a pacco. Ovviamente si tratta di calcolare il giusto differenziale di costante elastica tra le due molle. Certamente se la differenza è molto elevata la più debole andrà a pacco, ma con il corretto differenziale lavoreranno entrambe dando al complessivo la progressività cercata. Del resto è empiricamente abbastanza facile da verificare tutto ciò!
Allora ricapitoliamo da dove sei rimasto tu, (anche se la discussione era andata oltre)
Se metti due molle una piu' dura ed una piu' morbida ,di cui la piu' morbida NON VADA A PACCO ,ottieni soltanto e comunque una costante ,neanche per sogno una progressione
Quella piu' morbida si comprime di piu' di quella piu' dura ,che comunque si muove ed hai ottenuto solo l'effetto di ottenere un K inferiore a quello della piu' dura , cosa che avresti potuto benissimo ottenere con una molla sola dello stesso K,ci siamo?
In tutto il mio discorso successivo, davo questa cosa come già digerita ed andavo oltre
Capisco che la cosa rimane ostica però leggiamo meglio,certamente che si può mettere due molle in serie che non vadano a pacco ma in questo caso non ottieni nulla di differente da una con K inferiore
Dal momento invece e mi sembra ovvio, la ricerca era della progressione non soltanto di una molla con K piu' basso, ero andato oltre a spiegare l'inconvenienti di questa associazione di due molle, naturalmente in cui una, sia studiata per andare a pacco ,come avveniva sugli ammortizzatori da moto prima dell'avvento dei sistemi progressivi ,sistemi in cui la curva di progressione è finalmente una CURVA e non una SPEZZATA!
Alberto Ancillotti