ricapitoliamo: ian collins, un fotografo e giornalista che ha testato decine di prodoti e che pare non essere sponsorizzato direttamente da nessun brand, tanto che la ebike pare se la sia comperata, ci racconta la sua esperienza diretta e indiretta.
diretta quando dice che con la ebike ha chiuso un drop che in 5 anni non si era mai sentito di chiudere, e che girare sui trail tecnici richiede più fisicità di una bici normale (a parità di passo suppongo, che mi sembra sensato ricordare). su questo punto magari ci torniamo in un secondo momento.
indiretta quando riporta le dichiarazioni di semenuk e r-dog che, parafraso, causa il poco tempo senza le ebike non ce l'avrebbero mai fatta a fare qualche giro di prova dopo aver finito di scavare.
però contraddicono la sua esperienza diretta quando sostengono che, dopo l'impaccio e il peso delle ebike, chiudere i salti con le bici normali fosse piu facile.
quindi il contrario della sua esperienza. già questo mi fa capire che tra lui (noi) e loro (i pro) ci sia un approccio, una percezione completamente diversa.
dà poi un'opinione personale ritenendo che l'ebike sia lo strumento di allenamento definitivo, visto che a parte la salita tutto il resto è più difficile. questo tipo di ragionamento, che negli anni ho sentito declinare in mille maniere, mi lascia sempre confuso e fa scaturire immagini mentali surreali (hamilton "mi alleno con il monovolume", dovizioso "faccio sempre alcuni giri di pista con l'harley...")
l'articolo termina poi con l'invito retorico a convincere molti pro, quasi tutti sembrerebbe, che stanno sbagliando.
non so se sbagliano o meno, credo che abbiano i loro buoni motivi per fare quello che fanno e che solo il tempo, come è sempre stato, ci mostrerà se sia solo marketing o un vero consistente metodo di allenamento.