Risposta semiseria: Mau, bisogna però anche entrare nello
spirito delle regole. Disgraziatamente ho qualche reminiscenza di filosofia del diritto, ed uno dei capisaldi della disciplina era appunto quello di coglierlo, all’interno di un sistema condiviso di “comprensione”.
Di sicuro il diritto aborre le antinomie, all’interno del “quadrato magico“ costituito dalle tipologie di norme: Obbligatorio/Vietato/Permesso/Facoltativo.
In teoria il dettato è semplice: si deve o non, si può fare o non, quello che c’è scritto...
Però, trattandosi poi di una “traduzione“ attraverso il linguaggio, che ha regole e sfumature variabili, ecco che si arriva a possibilità di interpretazione, altrimenti la disciplina (Filosofia del...) non avrebbe neanche ragione di esistere.
A maggior ragione quando si tratta di un Decreto Ministeriale, che è una sorta di regolamento, non una “Legge” con tutti i santi crismi, e non a caso non passa attraverso il vaglio parlamentare, che dovrebbe avere il compito di chiarire, limare, aggiustare, approvare, ecc.
Facciamo l’esempio tanto vituperato del parco di Monza: il sciur Mario di Villasanta entra nel parco, e va fare shiatsu in prossimità del muro di cinta. Anzi, così vicino che può ancora vedere attraverso la finestra la sciura Maria mentre scola la pasta.
In questo modo, rispetta la norma (è in prossimità del domicilio a fare attività motoria) e la infrange contemporaneamente (è uscito dal proprio comune).
Qual è la ragione prevalente?
(Potrei fare anche altri esempi, uno su tutti un drughé “sentenziato” che avevamo in comunità, cioè sottoposto ad un programma alternativo ed educativo, il quale per andare in laboratorio, cioè per adempiere alla sentenza, doveva passare per due metri fuori dal muro di cinta, cosa che era teoricamente vietata, visto che non poteva uscire dal domicilio. Sfondare il muro che divideva la parte residenziale da quella laboratoriale, o chiedere il permesso ai caramba, oppure ancora far finta di niente?
)
Quindi, ben venga che l’eventuale controllo sorvoli sulla cosa - lo spirito della norma è rispettato - e per questo scrivevo che i compaesani di Alessandro “fanno bene” ad usare il parco, almeno nelle vicinanze.
Questo significa anche che secondo me dal bivio Velasca si può passare...