Scusa, ma questa affermazione, nonostante a me piaccia molto e vada assai d'accordo col mio punto di vista, mi pare vada in contrasto con quello che di solito affermi in altri thread.
Mi riferisco alla caccia per la precisione.
Nelle discussioni sulla caccia, appena si alza un minimo di analisi più approfondita, che abbracci più elementi rispetto al solo aspetto legale, intervieni con un rapido:
"...visto che la caccia, ci piaccia o no, è esplicitamente ammessa dalla legge".
In sostanza voglio dire che, se io affermo che la caccia produce dei danni (sugli animali uccisi, su quelli nei dintorni, sugli umani che vorrebero friure pacificamente degli spazi naturali; sull'ambiente in generale, etc etc..), te spesso preferisci abbassare un possibile proseguo di repliche (ovvero polverone) affermando che cmq
tutto questo è ammesso dalla legge.
Insomma, mi pare che spesso, a seconda delle diverse occasioni, ci adattiamo le cose al fine di proteggere il più possibile il proprio punto di vista e i propri scopi (se lo dico è perche riconosco che occasionalmente mi capita di essere soggetto a questo strano meccanismo in prima persona
)
Infatti, visto che siamo a "confessarsi", aggiungo che il mio recente lavoro in merito a questi thread delicati è quello di provare a non intervenire scrivendo ed esponendo come al solito il proprio punto di vista, ma bensì di cercare di sottrarsi da tutti i possibili "schieramenti" e di cercare di annullare il proprio "filtro", provare a "neutralizzarsi", in disparte.
Lo sto trovando un lavoro interessantissimo sul piano personale, perchè arrivi al punto di riconoscere che tutto quello che viene scritto va bene, e al tempo stesso può andar male.
Che ognuno non dice "la verità", ma "la SUA verità".
Viviamo nella propria scatolina, e pensiamo col proprio filtro.
Questa ultima parte magari interessava a pochi, ma mì è venuta da scriverla, forse anche come proposta di un possibile esperimento pure per altri.