Cari ragazzuoli ieri mattina il demone che alberga in me ha deciso che avrei dovuto prendere TY per salire in Sila....solo. E questo non perché il resto della truppa non fosse disponibile ma ogni tanto decido che devo fare queste "imprese" in stile nonnocarb (in scala ridotta ovviamente) da solo e mi rassegno, debbo ascoltarmi.
Partenza alle 11.30 dalla pizzeria il Semaforo con tempo freddo (4,5°), umido e nuvoloso coi seguenti passaggi:
- siglet dello scorpione,
- sentiero n.6 a salire verso la
- porta parco di Buturo
- Valle del Tacina
- scalata del monte che porta in cima
- discesa dalla parte opposta
- rientro....con vento e pioggia.
Come già scritto a Stefano su WA la cosa più difficile da gestire, anche a causa delle condizioni avverse, è stata la guida.
Quando sei solo in mezzo alle montagne, a più di 20 km dal centro abitato, con una temperatura prossima allo zero, nebbia e pioggia diventa fondamentale evitare cadute (che su un tracciato bagnato e ricoperto di foglie di faggio non è facile) quindi infortuni e rotture del mezzo.
Il rischio altrimenti diventa molto alto....per alcuni versi anche estremo.
Solitamente quando siamo tutti insieme ed un piccolo rametto s'infila prepotentemente nei raggi lascio che sia la stessa forza della ruota a spezzarlo ed espellerlo...ieri no.
Ogni sasso o ramo che sbatteva sul mezzo mi metteva in allarme ma fortunatamente la mia TY si è dimostrata ancora una volta super affidabile.
Arrivato in cima al monte del Tacina nel prepararmi alla discesa mi sono imposto un'andatura più prudente, se mi fosse successo qualcosa di grave niente e nessuno sarebbe passato di lì e magari i soccorsi mi avrebbero trovato l'indomani assiderato...e forse sbranato
Alla fine però sono riuscito a controllare forze e bike sull'insidiosissima e scivolosa discesa finale fra rami, acqua, ghiaccio e canali scavati dalle piogge e sono arrivato all'auto alle 15.00 in punto con un tempo effettivo (record personale) di 3h e 20' (ho calcolato un totale di 10 min. di soste per rifocillarmi e fare qualche foto) per 55 km
In quelle tre ore ho avuto l'illusione di non sentirmi un intruso bensì parte integrante di quella splendida natura selvaggia, ad ogni respiro, ad ogni colpo di pedale si dissipavano pensieri, ricordi, paure.
A stento avrò ricordato il mio nome