Eccomi qua, pronto ad assillarvi con il mio resoconto del primo giro AM della stagione.
Decido di partire presto e riesco cosi' ad arrivare a Ceresole poco dopo le 7.
C'è un vento che taglia in due; invece del solito parcheggio, salgo ancora poco sotto la diga del Serru' cosi' da risparmiarmi il pezzo di mulattiera piu' ripido, almeno quello!
Aprendo la portiera la voglia è quella che è, il vento si infiltra in ogni dove facendomi percepire tutta la sua potenza.
Infilo tutto quello che ho compresa la giacca impermeabile (antivento); parto mio malgrado e il cruscotto della macchina segna +6,5C°.
Piu' in alto è nevicato, forse stanotte, e una nube minacciosa sembra pronta a spronarmi. Nonostante la salita, non riesco a scaldare il motore e le raffiche di vento si susseguono costringendomi a numerose soste.
Rovino cosi' fino al termine della mulattiera e imboccando l'asfalto riesco a far baciare dal sole le mie stupende chiappe, ora va meglio!
I candelotti di ghiaccio brillano tutt'intorno. Reperisco il colle del Nivolet, concedendomi pure una "surfata regale" su un nevaio perfettamente conservato.
Poche decine di minuti dopo riesco ad imboccare il sentiero balcone n°9 che mi consentira' di ammirare il Gran Paradiso in tutta la sua bellezza.
Il vento ora è diminuito anche se ancora presente.
Intorno alle 10 mi imbatto in un gruppo di 11 Stambecchi maschi proprio sul sentiero; non resisto, mollo la bici e pranzo con loro, seduto buono buono.
Pedalo cosi' fino al vallone di Meyes. Non mi resta che salire il colle della Mento'; 300 metri di dislivello e riusciro' cosi a vedere se continuare o tornare indietro.
In cima al colle sono le 11.30; dopo innumerevoli sguardi di sotto, riesco a vedere poco, anche se il primo nevaio da attraversare ha gia' fatto capolino.
Sono nel punto del non ritorno, se lo oltrepasso sono obbligato a continuare( nel senso che la fatica sarebbe maggiore nel voler ritornare sui miei passi).
Eccomi a contare sulle dita per cercar di stimare un'ipotetico planning orario....:" allora un'ora a scendere,anzi 2, poi l'asfalto un'ora e mezza......"
Osservo il cielo, neanche una nuvola. sul sentiero del lago Djouan, neanche un'anima viva. Il vento ha quasi smesso di soffiare.
Allora mi dico:" che cazzo fai ancora qua?"
Infilo i guanti e mi fiondo in direzione Eau Rousse.
I gradoni si susseguono un po' in bici e un po' a piedi; dopo i nevai trovo un pezzo di pendio franato anche se poco.
Ultimo nevaio e sono sulle sponde del lago Djouan.
Inizio a gustarmi la discesa.
Il terreno è umido ma non troppo e i
freni iniziano a lavorare a dovere
Il flow inizia ad impossessarsi di me, mio malgrado devo frenare per saltare le lose taglia acqua.
Nella sezione di prato incontro due bikers. Arrivano dall'interland Milanese e dicono di essere in sette. "vogliamo arrivare al Nivolet" mi dicono.
Dopo averli salutati mi dirigo pregustandomi il sentiero natura in direzione Eau rousse.
Supero il casotto che neanche me ne accorgo e in un'attimo sono al bivio; svolto a dx ed il flow stavolta si fa davvero incalzante.
Sul terreno trovo ancora gli aghi dei larici dell'autunno scorso.
Freno in prossimita' dei pedoni, quasi tutti stranieri.
I miei pensieri vanno all'ultima volta che percorsi questo sentiero, insieme alle urla appagate dei miei soci bikers.
Un tornante dopo l'altro godendo come un riccio arrivo cosi' di fronte all'"Hostellier du paradis".
Fine dei giochi ed inizio dell'asfalto.
La temperatura è decisamente cambiata, mi tolgo tutto e rimango finalmente in maniche corte.
Pedalo i miei 4 Km (o giu' di li') in salita e arrivo al parcheggio di Pont che mi permette di reperire la mulattiera scalinata in direzione colle del Nivolet.
Spingo la bike per circa meta' sentiero; gli scalini si fanno piu' insistenti, io insisto a spingere, dopo mollo.
Prendo la bici a spalle (cazzo se pesa) e striscio cosi' fino al piano del Nivolet.
La mulattiera si addolcisce e piano piano, senza fretta, mi pedalo tutto il piano del Nivolet, tra un torrentello e l'altro.
Con lo sguardo cerco i bikers incontrati al mattino.
Non penso siano gia' arrivati al rifugio del Nivolet; difatti quasi giunto sull'asfalto li incontro che stanno pedalando sulla strada, anche se in lontananza.
Arrivo al rifugio, entro e li trovo seduti intenti a prendere gli ordini.
Li saluto e dopo essermi asicurato che tutto sia andato bene, mi dirigo finalmente sull'ultima salitina che mi aspetta, prima della mulattiera finale.
Si tratta di un cazzo di nastro asfaltato in salita che ogni volta che lo devo pedalare ( a fine giro) mi fa sempre bestemmiare non poco.
Con "il rampichino" striscio fino all'ultimo metro ed imbocco finalmente la discesa in direzione "my car".
Dopo la discesa ormai abbastanza famigliare, giungo alla macchina e l'orologio segna 16.30.
Nonostante fossi titubante sull'affrontare un giro del genere da solo, ora come ora, non posso che esserne soddisfatto, anche perchè ogni lasciata è persa!