Cacciatori lungo il percorso

kikhit

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scusa se mi sono lasciato andare con il conterraneo, allora ti riepilogo: domenica scorsa abbiamo cambiato percorso per ben tre volte,avendo incontrato in venti km tre squadre. i single migliori sono lungo la linea delle (poste) nella battuta al cinghiale le poste sono la linea dove i cacciatori si appostano appunto in attesa che il cinghiale venga spinto dalla muta di cani verso di essa. spero di essermi espresso meglio stavolta.

;-) ok..ora si che si capisce...! :-) anche io son di campagna...ma prima proprio ci ho provato..ma nulla!:medita:
di cinghiali ce ne sono anche qui, di cacciatori pure, ma così messi male per fortuna non lo siamo..anche se qualche volta è capitato di sentire uno sparo 'dietro la schiena' e trovare il cacciatore a pochi metri con la canna fumante..e non era una canna fumante giamaicana..ma made in Beretta..
 

sembola

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mattley lee

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Mi è capitato più volte di trovarmi in "mezzo" a dei cacciatori, ma devo dire di non aver avuto alcun tipo di problema. Il più delle volte, ognuno se n'è andato per la sua strada, ma in un paio di occasioni mi sono fermato a chiaccherare un pò con loro. Pur non condividendo la caccia, credo che una reciproca "tolleranza" - con un minimo di attenzione da parte di tutti - permetta ad entrambe le categorie di "usufruire" dello stesso territorio. Poi, si sa, gli asini si possono sempre incontrare.
 

kikhit

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Mi è capitato più volte di trovarmi in "mezzo" a dei cacciatori, ma devo dire di non aver avuto alcun tipo di problema. Il più delle volte, ognuno se n'è andato per la sua strada, ma in un paio di occasioni mi sono fermato a chiaccherare un pò con loro. Pur non condividendo la caccia, credo che una reciproca "tolleranza" - con un minimo di attenzione da parte di tutti - permetta ad entrambe le categorie di "usufruire" dello stesso territorio. Poi, si sa, gli asini si possono sempre incontrare.

io non sono aprioristicamente contrario alla caccia, soprattutto per quanto concerne motivazioni etiche, che sono tutte abbastanza incoerenti, almeno nel sentire comune; però, sia per una questione di tipo ambientale (e anche qui bisogna fare distinguo da zona a zona, da specie a specie, da cacciatori 'legali', da cacciatori 'legali' ma che cacciano anche specie protette, e da bracconieri tout court), ma soprattutto di sicurezza e condivisione degli spazi, non apprezzo molto tale sport.
La tolleranza prima di tutto, ma quando vi sono situazioni paradossali, come quelle descritte sopra, ove non si riesce a fare un giro in bici perché ci si imbatte continuamente in squadre per la caccia al cinghiale (che non è come trovare il cacciatore isolato di ungulati in montagna, che se spara un colpo al giorno è tanto), la tollarenza va a farsi benedire, anche perché viene meno un principio fonedamentale di rispetto dell'altrui persona (lasciamo perder discorsi utopistici su libertà ecc.).
In certi casi, si può fare come in liguria, ove ci si divide òe giornate tra biker/furgoni - cacciatori, ma lì vi sono dietro enti pubblici, associazioni ben strutturate e definite, introiti legati al turismo della bici.
Certo che se anche nel grossetano (come ovunque, ma prendiamo questo come esempio, visti i post precedenti) si venisse a creare un forte interesse legato al mondo della bici, magari si riuscirebbero a riservare dei percorsi alle bici, immuni da squadre di cacciatori.
 

mattley lee

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io non sono aprioristicamente contrario alla caccia, soprattutto per quanto concerne motivazioni etiche, che sono tutte abbastanza incoerenti, almeno nel sentire comune; però, sia per una questione di tipo ambientale (e anche qui bisogna fare distinguo da zona a zona, da specie a specie, da cacciatori 'legali', da cacciatori 'legali' ma che cacciano anche specie protette, e da bracconieri tout court), ma soprattutto di sicurezza e condivisione degli spazi, non apprezzo molto tale sport.
La tolleranza prima di tutto, ma quando vi sono situazioni paradossali, come quelle descritte sopra, ove non si riesce a fare un giro in bici perché ci si imbatte continuamente in squadre per la caccia al cinghiale (che non è come trovare il cacciatore isolato di ungulati in montagna, che se spara un colpo al giorno è tanto), la tollarenza va a farsi benedire, anche perché viene meno un principio fonedamentale di rispetto dell'altrui persona (lasciamo perder discorsi utopistici su libertà ecc.).
In certi casi, si può fare come in liguria, ove ci si divide òe giornate tra biker/furgoni - cacciatori, ma lì vi sono dietro enti pubblici, associazioni ben strutturate e definite, introiti legati al turismo della bici.
Certo che se anche nel grossetano (come ovunque, ma prendiamo questo come esempio, visti i post precedenti) si venisse a creare un forte interesse legato al mondo della bici, magari si riuscirebbero a riservare dei percorsi alle bici, immuni da squadre di cacciatori.

Qui in Friuli Venezia Giulia, la caccia è regolamentata molto severamente e, per quanto ne so, i cacciatori possono "esercitare" solamente all'interno di una determinata riserva, alla quale devono essere iscritti. Queste riserve sono a numero chiuso, sicchè il numero di "utenti" è per forza di cose limitato. Inoltre, il territorio carsico - specie in inverno - non è particolarmente frequentato, nè dai biker nè dagli escursionisti in genere, riducendo, così, i casi di "intralcio", tra le varie categorie di frequentatori del territorio. Mi rendo conto, che in altre realtà territoriali le cose non vadano così bene, specie nelle regioni in cui la caccia è molto popolare, ma è anche vero che le situazioni "limite" devono essere segnalate a chi di dovere. Ad un cacciatore non è permesso "scherzare" con un'arma in mano, altrimenti quell'arma potrebbe non poterla più usare. In queste zone, appunto, una cosa positiva potrebbe essere, come hai giustamente detto tu, creare delle "zone franche".
:i-want-t:
 

kikhit

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Qui in Friuli Venezia Giulia, la caccia è regolamentata molto severamente e, per quanto ne so, i cacciatori possono "esercitare" solamente all'interno di una determinata riserva, alla quale devono essere iscritti. Queste riserve sono a numero chiuso, sicchè il numero di "utenti" è per forza di cose limitato. Inoltre, il territorio carsico - specie in inverno - non è particolarmente frequentato, nè dai biker nè dagli escursionisti in genere, riducendo, così, i casi di "intralcio", tra le varie categorie di frequentatori del territorio. Mi rendo conto, che in altre realtà territoriali le cose non vadano così bene, specie nelle regioni in cui la caccia è molto popolare, ma è anche vero che le situazioni "limite" devono essere segnalate a chi di dovere. Ad un cacciatore non è permesso "scherzare" con un'arma in mano, altrimenti quell'arma potrebbe non poterla più usare. In queste zone, appunto, una cosa positiva potrebbe essere, come hai giustamente detto tu, creare delle "zone franche".
:i-want-t:

il problema è che le "zone franche", non essendoci obblighi di legge specifici, non vengono create se (generalizzazione) non vi sono interessi spicci da parte di istituzioni, e non ci sono forti movimenti di escursionisti, biker, ecc.
tu pensa i maremma quanto rendono licenze, tasse ecc relative alla caccia, con i tanti caciatori che vi sono...
 

mattley lee

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il problema è che le "zone franche", non essendoci obblighi di legge specifici, non vengono create se (generalizzazione) non vi sono interessi spicci da parte di istituzioni, e non ci sono forti movimenti di escursionisti, biker, ecc.
tu pensa i maremma quanto rendono licenze, tasse ecc relative alla caccia, con i tanti caciatori che vi sono...

Condivido ciò che dici; purtroppo quando ci sono elevati interessi economici, questi, a volte (...spesso...) prevalgono sugli interessi collettivi. Sono convinto che un più corretto e regolamentato esercizio della pratica venatoria, anche nelle zone a particolare vocazione come quelle citate, alla lunga andrebbe anche a favore dei cacciatori stessi -che per la maggior parte ritengo comunque essere persone corrette e rispettose delle regole (come in ogni categoria del resto) - i quali certamente non si divertono ad essere "disturbati" dai biker, nè tantomeno si divertono a spaventare/disturbare chi, in ogni caso, ha il diritto di vivere il territorio come meglio crede.
 

sembola

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@mattley lee: il problema non sono nè le regolamentazioni nè l'etica, è un problema banalmente pratico. Dal 1° di novembre al 31 di gennaio il sabato e la domenica, che sono giorni di festa per tutti e non solo per i cacciatori, in pratica non puoi andare in mtb salvo che sulle strade sterrate per via delle battute al cinghiale, che non so se sai come funzionano ma che sono estremamente differenti dall' esercizio della caccia vagante o ad appostamento. Se esci dalla viabilità pubblica per fare una qualsiasi strada di bosco o di campo non sai se riesci a chiudere il giro o se sei costretto a tornare indietro. perchè se è vero che spesso hai il diritto formale di passare infilarsi in mezzo ad una cacciata non è il massimo, se non altro per il rischio di essere investiti da un cinghiale che fugge inseguito dalla muta di cani (è successo, non a me per fortuna...). E non sapendo dove è la cacciata non puoi neppure decidere di andare altrove, senza contare che spesso la mattina ed il pomeriggio la stessa squadra si sposta. In altre parole, per tre mesi non puoi andare in mtb o quasi.
Capisci bene che alla fine anche a chi, come me, ritiene che la caccia abbia piena dignità di esistere inizino a girare.
 

mattley lee

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No. In effetti non so come funziona una battuta al cinghiale e non credo nemmeno che nelle mie zone venga praticata. Mi rendo conto, dalla tua descrizione, che girare in mtb diventi oltremodo difficile ed è comprensibile che "girino". Che dire, credo sia auspicabile quanto detto da "kikhit", sia per quanto riguarda la ricerca di una sorta di accordo tra le varie associazioni/organizzazioni, che per quanto riguarda la "consolazione" a tavola. Buona giornata.
 

sembola

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No. In effetti non so come funziona una battuta
Te lo spiego.
Nelle "aree vocate" (leggi:dove ce ne sono tanti) i cinghiale si può cacciare solo in battuta. Ogni squadra ha competenza su un'area e sceglie la zona di battuta realizzando una specie di accerchiamento del bosco su quattro lati. Su tre lati stanno gli "scaccini", cacciatori che sciolgono i cani e fanno rumore per spaventare i cinghiali e farli muovere verso il queto lato, posizionato in maniera strategica, dove sono le poste, cioè gli appostamenti da dove fanno fuoco sui cinghiali. Il tutto comporta da trenta a sessanta cacciatori su aree abbastanza ampie: tutta la viabilità di bosco compresa nella cacciata diventa automaticamente offlimits proprio per il pericolo dei cinghiali, che quando sono inseguiti caricano a testa bassa, ma nell'imminenza dell' arrivo dei cinghiali alle poste anche questa zona va evitata. Aggiungo che nella caccia al cinghiale si usano munizionamenti a palla estremamente pericolosi a breve distanza per il rischio di rimbalzi.

...credo sia auspicabile quanto detto da "kikhit", sia per quanto riguarda la ricerca di una sorta di accordo tra le varie associazioni/organizzazioni
Purtroppo è una cosa impossibile. L'attività venatoria in Toscana muove enormi interessi elettorali a livello locale e gli è consentito quasi tutto, comprese deroghe ripetutamente contestate dall' UE. In più l'ambiente dei cinghialai non è propriamente il circolo del golf, basti dire che le squadre non dicono dove vanno (a me basterebbe sapere questo per andare altrove) per paura che squadre confinanti e quindi rivali facciano dispetti di disturbo. Negli anni passati sono anche bruciati diversi capanni...
 

kikhit

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Purtroppo è una cosa impossibile. L'attività venatoria in Toscana muove enormi interessi elettorali a livello locale e gli è consentito quasi tutto, comprese deroghe ripetutamente contestate dall' UE. In più l'ambiente dei cinghialai non è propriamente il circolo del golf, basti dire che le squadre non dicono dove vanno (a me basterebbe sapere questo per andare altrove) per paura che squadre confinanti e quindi rivali facciano dispetti di disturbo. Negli anni passati sono anche bruciati diversi capanni...

ed è proprio questo il problema...come riportato prima, l'esempio della Liguria è abbastanza diverso, essendo la bici fonte di turismo internazionale nei mesi invernali, quando il turismo 'classico' sarebbe assente. E si è giunti all'accordo del sabato per le bici, e la domenica per i cacciatori. Per chi accompagna i biker in giro per sentieri e con furgoni per lavoro, non lavorare proprio la domenica non penso sia il massimo, però, è un compromesso che permette a tutti di 'esprimersi'.
In Toscana, da quello che so e da quello che leggo qui, la situazione è complessa...mooolto complessa...e purtroppo interessi economico-elettorali prevalgono.
Ripeto: cyclette in camera da letto, e pappardelle in cucina!
 
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pappamolle

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29/12/08
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Te lo spiego.
Nelle "aree vocate" (leggi:dove ce ne sono tanti) i cinghiale si può cacciare solo in battuta. Ogni squadra ha competenza su un'area e sceglie la zona di battuta realizzando una specie di accerchiamento del bosco su quattro lati. Su tre lati stanno gli "scaccini", cacciatori che sciolgono i cani e fanno rumore per spaventare i cinghiali e farli muovere verso il queto lato, posizionato in maniera strategica, dove sono le poste, cioè gli appostamenti da dove fanno fuoco sui cinghiali. Il tutto comporta da trenta a sessanta cacciatori su aree abbastanza ampie: tutta la viabilità di bosco compresa nella cacciata diventa automaticamente offlimits proprio per il pericolo dei cinghiali, che quando sono inseguiti caricano a testa bassa, ma nell'imminenza dell' arrivo dei cinghiali alle poste anche questa zona va evitata. Aggiungo che nella caccia al cinghiale si usano munizionamenti a palla estremamente pericolosi a breve distanza per il rischio di rimbalzi.

Vorrei aggiungere alla dettagliata spiegazione di Sembola che spesso(per fortuna),sembra che i cacciatori segnalino la loro presenza con una stoffa rossa bene in vista,o qualcosa del genere,così mi hanno detto,fanno quelli più responsabili.

Per quanto riguarda il cinghiale in fuga,cavoli se è vero che è pericolossissimo!!!
Conosco una persona a cui hanno dovuto ricucire una gamba intera con un centinaio di punti di sutura.
Il cinghiale in fuga (e lo giustifico pienamemente) gli aperto una gamba dal bicipide femorale al gluteo!!
Comunque,era un cacciatore che si è trovato nel punto di fuga del cinghiale e sinceramente,sono "contento" che sia capitato a lui che ad un escursionista ad esempio.
Visto che lo chiamano "sport",alcune volte è anche giusto che perda la controparte!:omertà:
Come per la corrida,io tifo sempre toro,purtroppo vince una volta su un milione!:omertà:
 

rob.cri

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Vorrei aggiungere alla dettagliata spiegazione di Sembola che spesso(per fortuna),sembra che i cacciatori segnalino la loro presenza con una stoffa rossa bene in vista,o qualcosa del genere,così mi hanno detto,fanno quelli più responsabili.

Per quanto riguarda il cinghiale in fuga,cavoli se è vero che è pericolossissimo!!!
Conosco una persona a cui hanno dovuto ricucire una gamba intera con un centinaio di punti di sutura.
Il cinghiale in fuga (e lo giustifico pienamemente) gli aperto una gamba dal bicipide femorale al gluteo!!
Comunque,era un cacciatore che si è trovato nel punto di fuga del cinghiale e sinceramente,sono "contento" che sia capitato a lui che ad un escursionista ad esempio.
Visto che lo chiamano "sport",alcune volte è anche giusto che perda la controparte!:omertà:
Come per la corrida,io tifo sempre toro,purtroppo vince una volta su un milione!:omertà:
quella stoffa che tu dici non è altro che il giubbino fosforescente che hanno gli operai dell'anas, o quelli che usi per la macchina in caso di sosta per guasto, questo serve più a loro per non spararsi a vicenda che a noi, per segnalare la loro presenza devono mettere dei cartelli all'inizzio di ogni sentiero.
 

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