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tutto questo vale per i "problemi" legati all' agricoltura perchè se si parla di parco naturale direi che la migliore
cura sia lasciar fare alla natura..
Reintroducendo proprio i predatori, cosa non impossibile da fare.
Si è vero sono un po' romantico ma anche pragmatico, i metodi che sono efficaci e pratici per l'uomo non sono quelli giusti per la natura quindi o si fanno interventi a lunga prospettiva avvicinandoci ai tempi naturali o non risolveremo mai il problema.
ho usato "sottostare" perchè siamo talmente lontani da un interazione ecologica con la natura che possiamo ormai solo tentare di non andarci troppo contro
Reintroduzione predatori:
in Piemonte hanno provato a reintrodurre lupi e linci, e i progetti sono falliti....il lupo è tornato da sè, ma in misura così ridotta (per mille cause, in primis l'antropizzazione delle valli) che a fini predatori è ininfluente...viene ancora bracconato dai valligiani ignoranti che si vedono ammazzare qualche pecora, la preda preferita dal lupo, meno faticosa da catturare, tralasciando cervi e caprioli, come insegna la teoria ottimale di approvvigionamento (si sceglie la preda che nel complesso richiede il minore dispendio di calorie per il maggior apporto di calorie fornite).
Lasciare fare alla natura & co:
Noto un po' di ingenuità in certe affermazioni...
lasciare fare alla natura, perdonami, è una castroneria...perché, come già scritto sopra ed avresti dovuto avere letto, non si riequilibrano da soli degli ecosistemi profondamenti sballati...
Non ha senso parlare di tempi umani, della natura, contro natura, ecc....l'uomo è parte dell'ecosistema, nel bene e nel male, e interagisce eccome, purtroppo in maniera controproducente; e se ha contribuito ad alterare profondamente un ecosistema specifico, ha il dovere di cercare di ripristinarne gli equilibri; da sola, in certi casi, la 'natura' non ce la fa.
lascia crescere gli ungulati a dismisura...ti ritrovi con boschi devastati, sottobosco che non ricresce, piccoli arbusti e giovani abeti e larici che non crescono più, erosione dei suoli, ecc., senza considerare uil disturbo arrecato ad altri animali. Non a caso gli stessi Enti parco effettuano censimenti ed abbattimenti, non le lobby di cacciatori.
In ambito di ittiofauna, ad esempio, è stata promulagata una recente legge regionale qui da noi dove, proprio per porre rimedio a passate introduzioni volontarie e non di pesci alloctoni è stato imposto l'obbligo, al pescatore, di non rilasciare alcune specie di pesci (persico sole, gatto americano, siluro, ecc.). proprio perchè queste specie, una volta introdotte, hanno occupato nicchie ecologiche proprie di altre specie autoctone che stanno rischiando di scomparire, patendo la competizione..lasciare fare alla natura, in questo caso, sarebbe dannoso eccome.
Al tempo stesso, per completezza, si sta procedendo alla semina di pesci strettamente autoctoni, andando a vedere la specificità della fario di un determinato torrente, prelevando solo seme da quegli adulti che presentano un fenotipo specifico della zona...segno che, se le cose sono fatte bene, possono veramente portare ad un riequilibrio anche solo parziale, ma comunque reale. Da soli i fiumi muterebero la loro ittiofauna, e così anche la microfauna acquatica ed i predatori loro...
certo, l'abbattimento non è la soluzione più piacevole, ma fatta bene (non come fatta ora in molti luoghi dove è vero serve spesso a 'servire' i cacciatori) è la più efficace, in relazione a mezzi e risorse realisticamente disponibili.