la piu' grossa variabile e' il banco a disposizione.
in ambito automotive fanno una analisi spettrale del terreno o usano modelli precostituiti, poi li riproducono al banco valutando come si comporta la sospensione al variare del tempo, o magari considerando in modo isolato specifiche frequenze di oscillazione. alla fine di tutto c'e' comunque sempre il test sul campo.
il problema e' che in ambito bici credo che davvero pochissimi abbiano a disposizione strumenti di questo tipo, inoltre non e' affatto banale saper interpretare i risultati.
soprattutto c'e' il discorso che non esiste un freno idraulico o un K molla giusto, un ingegnere top puo ' creare dal nulla e calcolare tutto ma puntera' sempre a valori suggeriti dalle esperienze precedenti in base a cosa voglia ottenere, perche' k e freno idraulico devono essere ben diversi a seconda che voglia comfort o prestazione, non sono calcolabili in modo certamente corretto con una
formula incontestabile.
esiste un formula per calcolare la velocita' di estensione libera di una sospensione al sag quando cade in una enorme buca, cioe' non ha contattto col terreno.
per pura curiosita', , visto che le frequenze naturali di oscillazione sono diverse (non facili da calcolare per una bici), una normale vettura al sag e' stimata spingere intorno a 2m/s , di piu' se la sospensione e' piu' compressa. una mtb genera velocita' sicuramente inferiori.
numeri a parte la cosa interessante e' che secondo la formula, una molla piu' dura, ossia un k piu' elevato a pari massa del sistema, genera una velocita' minore di estensione nel caso in cui il terreno venisse a mancare sotto la ruota, amplificando ulteriormente gli effetti di un sag ridotto.