Ieri raidata freeride di alto livello (per me), al seguito del pro Spakkabike e del "local" Civitex.
La presenza del local ha consentito di avere l'Amiata tutto per noi: sarebbe stato chiuso per lavori e non c'era disponibile la guida che abitualmente accompagna i raiders ma avendo una guida "local" tra i botoli hanno acconsentito di farci scendere da soli limitandosi al recupero con il furgone (grande Emiliano).
Subito i numeri per stupire: 6 discese (da oltre 7 km l'una) per un totale di oltre 43 km con massimo 2/300 mt totali di salita sui pedali.
Iniziamo col dire che vedere, per pochi secondi perchè poi sul ripido veloce aveva un passo insostenibile per tutti, lo Spakka all'opera fa impressione: salta e si butta giù su muri da trial come fossero la rampa del garage, quando io ed il civi ci si barcamenava tra traiettorie, variantine per spianare e strizzoni di culo (parlo per me).
Parliamo del "campo da gioco" dell'Amiata: si tratta per quest'anno di una linea di discesa (unica partenza ed unico arrivo) con varie alternative e varianti nel tratto centrale, con un fondo che va dal ciottoloso, al liscio, al sabbioso (ce n'è per tutti i gusti). Questa pista "unica" significa che la partenza (classificabile come una nera) non è evitabile, neanche quando sei freddo alla prima discesa, cotto alla sesta o bolso a quella del dopo pranzo.
Pronti, via, il buon drago inizia subito a preoccuparsi perchè non c'è tempo per prendere confidenza con la biga e scaldarsi un po. Come dicevo prima la partenza è piuttosto difficile e tecnica, con un fondo SCASSATO che mette subito a prova le gambe che iniziano immediatamente a sembrare in riserva tanto che lo spakka mi cazziava regolarmente visto che ad ogni minima occasione mi sedevo in sella per riposarle (e scendere da seduti è una bestemmia, me ne rendo conto anche io). A complicare le cose rispetto all'esperienza di Sestola ci si mette non solo la durezza del percorso ma anche la sua lunghezza fuori scala (come detto oltre 7 km) ed il fatto che il civi e lo spakka erano belli in palla e non si fermavano a riposare manco a sparargli ... sticazzi!!!!
Alla terza discesa il sottoscritto inizia a carburare ed li gap dal dinamico due si annulla (questo perchè conduceva il civi tenendo dietro lo spakka sennò .... amen).
Arriva la sospirata pausa pranzo che aggiunge gioia a goduria, un piattone colmo di penne panna, salsiccia e funghi che spazzolo (in questa disciplina li batto tutti), porzionciona di patate fritte, pane a volontà, birra, acqua e via.
La discesa successiva è un vero calvario e li ho visto veramente il buio, m'ero belle visto di fare l'ingloriosa figura di dire "... ragazzi mollo", non riuscivo a guidare ed era la biga a decidere cosa fare, rigido sulle gambe morte a rimabalzare qua e la. Il dinamico duo? Parte in difficoltà ma da metà discesa è già sulle sue bucce, c#@o panico!
Mi do un'altra discesa d'appello, parto sempre così così ma poi il miracolo, il diesel s'è scaldato e via giù liscio a mordere le
ruote di chiunque mi fossi trovato davanti, saltini sulle rocce che fanno da trampolino naturale, sorriso che si allarga ed occhio killer.
Quando si arriva giù è il sottoscritto a chiamare la sesta discesa ed a questo punto sono i compari che non possono dire " mollo". In realtà la sesta la facciamo solo io ed il civi perchè lo spakka decide di riprovare il tracciato della DH dove a settembre farà la gara (aveva fatto una discesa con Emanuele dopo pranzo e noi avevamo riportato giù il furgone).
E' il nostro canto del cigno, tolto un piccolo inconveniente che costringerà il civi con il freno posteriore a mezzo servizio, ci beviamo l'ultima raidata a ritmo indiavolato, due furie concentrate e tirate, adrenalina a litri con un pò di emoglobina intorno.
Finiamo i nostri 40 e rotti km sporchi come cinghiali, ringraziando il cielo che siamo sani e salvi (perlomeno io lo faccio sempre perchè è un mezzo miracolo) e pensando già alla prossima volta.
Un grazie ad Emiliano&Co., è per il loro lavoro che rimane aperto il park tra mille difficoltà ed ostruzioni.
Ultima nota di colore: è stato piacevolissimo il viaggio di ritorno, io in silenzioso ascolto del civi e dello spakka che parlavano di fotografia, musica, arte, mtb con passione e competenza; forse loro pensavano che fossi in catalessi ma in realtà il drago ... vola basso 8-)