l'ho letto una volta non ricordo dove e la seconda probabilmente era o ansa.it o repubblica.it, comunque dopo cerco di darti un link
La cosa non è così semplice. Scindiamo il problema in due:
1) utilizzo della PP come carta di credito VISA da parte dell' acquirente
2) ricarica di una PP del venditore come "mezzo di pagamento"
Nel caso 1) la PP è una carta di credito a tutti gli effetti, fatti salve le limitazioni operative di cui ai post precedenti (mancanza di servizi aggiuntivi quali alerting o assicurazione etc.).
Quindi è un mezzo di pagamento valido in ogni caso ove le carte di credito siano accettate anche a livello giuridico.
Nel caso 2 la cosa è più complicata. La carta
è del venditore e la ricarica avviene
in nome e per conto del titolare. In pratica manca il "passaggio" di denaro dall'acquirente al venditore, e insieme alla mancanza di causale nel "movimento" una ricarica parrebbe non poter configurare
in teoria un pagamento in senso strettamente giuridico, e quindi difficoltà od impossibilità di ottenere il rimborso in caso di mancata consegna. Questo in teoria, se ordinassi un pezzo pagando con una ricarica postepay ed il pezzo non arrivasse, di fronte all'email o alla stampata del sistema di ecommerce con l'esatto importo e l'indicazione della carte sarebbe difficile per il venditore dimostrare che quello "non è un pagamento" ma una "donazione".
Faccio presente poi che sulle banche dati giuridiche che uso per lavoro non risultano sentenze sull'uso di carte PostePay da parte di tribunali italiani, ma potrebbero essercene di recenti o recentissime.