E' venerdì e le mie unghie sono rosicchiate fino all'osso.
Mando un messaggio a Dario88: "ti prego, vienimi a prendere....veloceeeee!"
L'indomani, alle ore 4,30 è puntuale a casa mia. Carichiamo le bici sulla sua auto e poi via... direzione: Monte Bianco.
Bobo, Claudio, Stefano, Mauro, G.Franco, Seby, Vittorio, Dario e io ci ritroveremo uniti a Saint Didier per poi proseguire pedalando insieme per due giorni che si riveleranno indimenticabili fra sentieri in alta quota ed explo da brividi.
Faccio fatica a descrivere ciò che ho provato lassù, è stato quasi come trovarsi in un'altra dimensione dove lo spazio è esteso all'infinito e le sensazioni si moltiplicano a mille.
La pioggia e la grandine che abbiamo preso senza sentirne il freddo, l'attraversamento delle lingue di neve, non difficili, per poi ritrovarsi in malghe fiorite di mille piccolissimi colori e vicino a piccoli laghetti in mezzo alla neve, sdraiarsi e mangiare un panino cercando di recuperare forze per poi proseguire su un sentiero senza fine verso la cima sconosciuta.
L'arrivo a Mont Fortin stringendoci la mano: grandi ragazzi che hanno condiviso assieme momenti straordinari di questa vita, circondati da una natura incontaminata e da ghiacciai argentati e azzurri.
La decisione giusta nello scegliere l'explo da fare, con il cielo che prometteva fulmini e temporali. La discesa che all'inizio ci ha fatto tribulare in mezzo alla pietraia per poi ripagarci del paesaggio fiabesco delle vallate.
L'arrivo al Rifugio Maison Vieille con la doccia bollente, addormentarsi prima di cena, mangiare poi tutti insieme ad un tavolo da taverna con spaghetti e pomodoro, chiacchierare...scherzare e divertirsi con veri amici.
E poi...il giorno dopo...la spallata verso il Col Sapin, mentre Dario saliva in bici (potenza della gioventù) e noi dietro lui come in processione sul sentiero aereo che avevo già percorso due anni fa con altri BdB in un tour di 5 giorni.
Quanti ricordi...un groppo alla gola mi sale...faccio fatica a pedalare, dò la colpa al mal di schiena, lo
zaino è pesante e la stanchezza si fa sentire...penso...e penso ancora, riconosco il sentiero in tutte le sue sfumature: dove non riuscirò a pedalare, l'attraversamento dei torrenti, le malghe abbandonate, le mucche sembrano identiche a quelle degli anni passati e nello stesso posto!
Sta per arrivare quasi la fine del giro...e tutti che non vogliono arrivare e si temporeggia al Rifugio Bonatti e fantastichiamo di fermarci lì ancora per una notte ma poi la responsabilità ha il sopravvento e...si riparte.
L'ultima discesa, splendida, chiude in bellezza il Giro di due giorni.
Le lacrime mi scendono in silenzio.