Avevate la ddroga a portata di naso e non lo sapevate...

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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Teo66

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sarebbe fighissimo. ma i costi?
e poi ok il pane fatto in casa, ma la farina? dove la prendiamo?
per dire...
Lo so, diciamo che la produzione industriale si è presa delle fette di mercato che non sarebbe male ritornassero più local.
Anche perché le logiche sono prettamente economiche e spesso fanno a cazzotti con l'ambiente, con merce spostata per centinaia (o migliaia) di km per subire una singola lavorazione per poi ritornare e continuare il prodotto.
Mica sono a favore di un ritorno al medioevo.
Se solo nel costo dei trasporti fosse compreso il danno economico dell'inquinamento sicuramente certi processi di produzione cambierebbero.
 

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Biker nirvanensus
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Anche perché le logiche sono prettamente economiche e spesso fanno a cazzotti con l'ambiente,
D'accordo quasi al 100%.
Una sola considerazione sugli aspetti igienico-sanitari della produzione alimentare è però doverosa.
Il "prodotto del contadino", qualunque esso sia, spesso è più saporito, magari più genuino (ammesso che si sappia con chi ha a che fare), ma non è sempre garantito dal punto di vista delle caratteristiche igieniche e sanitarie.
I protocolli qualitativi della produzione industriale talvolta appiattiscono le qualità organolettiche, ma sono certamente più rigorosi sugli aspetti igienici e dei controlli sanitari (anche se qualcuno che lavora male esiste, ma ha le gambe corte grazie alle normative e ai NAS).
Nel comparto "artigianale" i controlli sono sporadici, o addirittura inesistenti.
Al contrario dei controlli che subiscono le aziende del comparto alimentare industriale.
A volte il cosiddetto "vino del contadino" è una vera schifezza. È l'effetto placebo che lo rende migliore.
 

rolly

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D'accordo quasi al 100%.
Una sola considerazione sugli aspetti igienico-sanitari della produzione alimentare è però doverosa.
Il "prodotto del contadino", qualunque esso sia, spesso è più saporito, magari più genuino (ammesso che si sappia con chi ha a che fare), ma non è sempre garantito dal punto di vista delle caratteristiche igieniche e sanitarie.
I protocolli qualitativi della produzione industriale talvolta appiattiscono le qualità organolettiche, ma sono certamente più rigorosi sugli aspetti igienici e dei controlli sanitari (anche se qualcuno che lavora male esiste, ma ha le gambe corte grazie alle normative e ai NAS).
Nel comparto "artigianale" i controlli sono sporadici, o addirittura inesistenti.
Al contrario dei controlli che subiscono le aziende del comparto alimentare industriale.
A volte il cosiddetto "vino del contadino" è una vera schifezza. È l'effetto placebo che lo rende migliore.
Il vino del contadino...fa cagare d'accordo!!!
Ma i peperoni, nelanzane......radicchi.....pomodori:prost:
 

Barons

~ Beer & Beer ~
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Marin El Roy
D'accordo quasi al 100%.
Una sola considerazione sugli aspetti igienico-sanitari della produzione alimentare è però doverosa.
Il "prodotto del contadino", qualunque esso sia, spesso è più saporito, magari più genuino (ammesso che si sappia con chi ha a che fare), ma non è sempre garantito dal punto di vista delle caratteristiche igieniche e sanitarie.
I protocolli qualitativi della produzione industriale talvolta appiattiscono le qualità organolettiche, ma sono certamente più rigorosi sugli aspetti igienici e dei controlli sanitari (anche se qualcuno che lavora male esiste, ma ha le gambe corte grazie alle normative e ai NAS).
Nel comparto "artigianale" i controlli sono sporadici, o addirittura inesistenti.
Al contrario dei controlli che subiscono le aziende del comparto alimentare industriale.
A volte il cosiddetto "vino del contadino" è una vera schifezza. È l'effetto placebo che lo rende migliore.
Permettimi sul vino del contadino ma hai detto una gran cavolata , sapessi con quale amore e dedizione cura i suoi prodotti e li trasforma per se stesso molte volte , secondo te li fa con le schifezze per se stesso??? Ma dai.
 

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Biker nirvanensus
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Permettimi sul vino del contadino ma hai detto una gran cavolata , sapessi con quale amore e dedizione cura i suoi prodotti e li trasforma per se stesso molte volte , secondo te li fa con le schifezze per se stesso??? Ma dai.
Ma quindi ne esiste solo uno in tutto il paese e lo conosci tu, personalmente?
Mi sa che a cavoli non sei messo male nemmeno tu
 

Maiella

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Io faccio l'orto e pianto di tutto in estate e in inverno. Posso assicurare che l'aspetto economico legato al risparmio é trascurabile: acquisto piante e sementi, irrigazione, preparazione del terreno, concimazione, attrezzi e strumenti, ecc., sono costi che possono risultare anche esosi (soprattutto in caso di utilizzo di acqua potabile per innafiare).
Ciò che conta davvero é la qualità del prodotto, anche trasformato, che rende una maggiore consapevolezza di ciò che mangiamo (sappiamo come e con cosa é stato coltivato il nostro prodotto).
La questione igienica é importante, ma dipende anche dalla "cultura del pulito" di ognuno di noi. É anche vero che la trasformazione e conservazione dei cibi é una questione delicata anche in presenza di una pulizia eccezionale, ma alla fin fine i nostri prodotti tipici nascono da una sedimentazione tradizionale precedente alla industrializzazione delle filiere. Non é mai successo nulla di così catastrofico.
Uno dei veri problemi, invece, é l'impoverimento delle rese. Mi appresto a raccogliere le olive, ormai ogni anno pochi quintali da un uliveto di 200 alberi che fino a 15-20 anni fa mi donava fino a 40-50 quintali di olive. Cambiamento climatico, siccità anomale, venti persistenti da sud che riducono l'umidità del terreno sono la causa di un disastro artificiale.
 

Barons

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Ma quindi ne esiste solo uno in tutto il paese e lo conosci tu, personalmente?
Mi sa che a cavoli non sei messo male nemmeno tu
Sono cresciuto in montagna e campagna ,so’ cosa vuol dire al contrario di te .Lascia perdere e resta nellla tua amata metropoli…
Saluti
 

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Io faccio l'orto e pianto di tutto in estate e in inverno. Posso assicurare che l'aspetto economico legato al risparmio é trascurabile: acquisto piante e sementi, irrigazione, preparazione del terreno, concimazione, attrezzi e strumenti, ecc., sono costi che possono risultare anche esosi (soprattutto in caso di utilizzo di acqua potabile per innafiare).
Ciò che conta davvero é la qualità del prodotto, anche trasformato, che rende una maggiore consapevolezza di ciò che mangiamo (sappiamo come e con cosa é stato coltivato il nostro prodotto).
La questione igienica é importante, ma dipende anche dalla "cultura del pulito" di ognuno di noi. É anche vero che la trasformazione e conservazione dei cibi é una questione delicata anche in presenza di una pulizia eccezionale, ma alla fin fine i nostri prodotti tipici nascono da una sedimentazione tradizionale precedente alla industrializzazione delle filiere. Non é mai successo nulla di così catastrofico.
Uno dei veri problemi, invece, é l'impoverimento delle rese. Mi appresto a raccogliere le olive, ormai ogni anno pochi quintali da un uliveto di 200 alberi che fino a 15-20 anni fa mi donava fino a 40-50 quintali di olive. Cambiamento climatico, siccità anomale, venti persistenti da sud che riducono l'umidità del terreno sono la causa di un disastro artificiale.
Lo fai per te, mi sembra di aver capito.
Se ne fai un'attività commerciale è evidente che sei tenuto a garantire degli standard minimi , giusto?
 

Barons

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Io faccio l'orto e pianto di tutto in estate e in inverno. Posso assicurare che l'aspetto economico legato al risparmio é trascurabile: acquisto piante e sementi, irrigazione, preparazione del terreno, concimazione, attrezzi e strumenti, ecc., sono costi che possono risultare anche esosi (soprattutto in caso di utilizzo di acqua potabile per innafiare).
Ciò che conta davvero é la qualità del prodotto, anche trasformato, che rende una maggiore consapevolezza di ciò che mangiamo (sappiamo come e con cosa é stato coltivato il nostro prodotto).
La questione igienica é importante, ma dipende anche dalla "cultura del pulito" di ognuno di noi. É anche vero che la trasformazione e conservazione dei cibi é una questione delicata anche in presenza di una pulizia eccezionale, ma alla fin fine i nostri prodotti tipici nascono da una sedimentazione tradizionale precedente alla industrializzazione delle filiere. Non é mai successo nulla di così catastrofico.
Uno dei veri problemi, invece, é l'impoverimento delle rese. Mi appresto a raccogliere le olive, ormai ogni anno pochi quintali da un uliveto di 200 alberi che fino a 15-20 anni fa mi donava fino a 40-50 quintali di olive. Cambiamento climatico, siccità anomale, venti persistenti da sud che riducono l'umidità del terreno sono la causa di un disastro artificiale.
Ti ammiro per lo sbattimento che fai…
 
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Biker nirvanensus
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Solo tu parli di produzione industriale, se vendi e ricavi guadagno tutto cambia ovviamente e tutto diventa complicato
Quindi mi stai dicendo che chi produce vino, olio, frutta e altri alimenti solitamente li regala?
Hai ragione devo proprio venire a fare un giro tra i tuoi bricchi... a riempire l'auto a gratis :-)
 

Maiella

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Lo fai per te, mi sembra di aver capito.
Se ne fai un'attività commerciale è evidente che sei tenuto a garantire degli standard minimi , giusto?
Se apri una partita iva valgono di certo le regole a cui ti riferisci. Io non ho partita iva e coltivo come si dice dalle mie parti per uso casa.
Se però viene qualcuno a chiedere qualcosa, posso vendere i miei prodotti e, fidati, c'é un rapporto di estrema fiducia tra le parti. Anzi chi compra é contento.
 
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Se apri una partita iva valgono di certo le regole a cui ti riferisci. Io non ho partita iva e coltivo come si dice dalle mie parti per uso casa.
Se però viene qualcuno a chiedere qualcosa, posso vendere i miei prodotti e, fidati, c'é un rapporto di estrema fiducia tra le parti. Anzi chi compra é contento.
Non lo metto in dubbio.
Ma sei sicuro che al momento che vendi un prodotto non hai la necessità di sottostare a precise regole che garantiscano la tutela igienico-sanitaria dei tuoi clienti?
Partita iva, oppure no, non esiste una responsabilità oggettiva?
 
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Non lo metto in dubbio.
Ma sei sicuro che al momento che vendi un prodotto non hai la necessità di sottostare a precise regole che garantiscano la tutela igienico-sanitaria dei tuoi clienti?
Partita iva, oppure no, non esiste una responsabilità oggettiva?
I tuoi interrogativi sono leciti. Esiste una responsabilità oggettiva alla quale, però, non fa seguito alcuna paura. Questo perché ciò che vendo a qualcuno sono le stesse cose mangio anch'io.
 

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