Aumento IVA Bike Discount

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samuelgol

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E' chiaro che se ti linki con la lingua tedesca sarai assoggettato all'imposta di quel paese. Immagino che il loro software, al momento del perfezionamento dell'ordine e della compilazione dei dati dell'acquirente, cambi in automatico l'IVA in base al paese di quest'ultimo.
Non esattamente. Mi sono linkato con i miei dati italiani, ho solo messo il sito in tedesco per lingua e provenienza e poi messo un articolo a caso nel carrello. Procedendo con l'ordine nel mio carrello, con indirizzo italiano, l'iva era al 19. Ovviamente non ho fatto l'acquisto era solo una prova.
 

Impa65

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Non esattamente. Mi sono linkato con i miei dati italiani, ho solo messo il sito in tedesco per lingua e provenienza e poi messo un articolo a caso nel carrello. Procedendo con l'ordine nel mio carrello, con indirizzo italiano, l'iva era al 19. Ovviamente non ho fatto l'acquisto era solo una prova.

Bisognerebbe provare a completare un ordine....
 

samuelgol

Bürgermeister des Waldes
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se mai ti ricapiterà facci sapere! :-)

..
Difficile che ve lo sappia dire. Il prossimo ordine che farò, se sarà conveniente anche al 22, lo farò con l'aliquota di legge. Non è mia intenzione non rispettare una normativa.
Se con l'aliquota al 22 non mi conviene, magari cerco un ecommerce che non avendo superato il plafond applica il 19....
 

onoff80

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Non esattamente. Mi sono linkato con i miei dati italiani, ho solo messo il sito in tedesco per lingua e provenienza e poi messo un articolo a caso nel carrello. Procedendo con l'ordine nel mio carrello, con indirizzo italiano, l'iva era al 19. Ovviamente non ho fatto l'acquisto era solo una prova.

Si, e hai fatto caso a quanto ammontavano le spese di spedizione?
 

motobimbo

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opinioni non vuol dire "direttive". motobimbo ha scritto cose giuste. io mi limito a dare un'opinione (personale) su tale direttiva (che trovo assurda).

beh....fermo restando il sacrosanto diritto per ogni stato di ventagliare le aliquote dell'imposta sui consumi come meglio crede sulla base delle esigenze di gettito e/o perequative, molte delle norme che andiamo ad applicare si basano anche sul principio della "semplicità" di applicazione....nella fattispecie a me pare evidente che si è voluto lasciar liberi gli operatori commerciali elettronici comunitari di fare trade in modo snello e burocraticamente poco complesso adottando le regole del proprio paese essendo identificati in esso....nel caso in cui il volume diventa "importante" invece si è ritenuto di doverli sobbarcare di altri adempimenti come quello della nomina di un rappresentate nei vari paesi con cui si attuano gli scambi oppure quello della identificazione diretta in tali paesi...questo naturalmente comporta una maggiore complessità sotto il profilo della gestione contabile/fiscale/procedimentale/dichiarativa....
 

sembola

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ovviamente è chiara.

ma per me, non ha alcun senso. non la risposta di motobimbo, ma la direttiva in sè. se avessi letto tutto il mio intervento, il mio pensiero (che non è la direttiva) è chiaro. ;-)





questo è il mio pensiero.

e comunque la vigliaccata è anche "verso i tedeschi": non a caso alcuni utenti si sono lamentati di questa differenza di trattamento in termini di iva.

comunque con i prezzi che fanno in Italia (quando ho letto di MIC mi sono fatto una grassa risata) di certo non cambierà nulla quel 2-3%.


la vigliaccata sta nel fatto che prima vogliamo fare l'europa di liberi cittadini europei, poi si corre a mettere le toppe. ma questo è un altro discorso.


Permettimi, ma il termine "vigliaccata" mi sembra completamente fuori luogo.

In tutti i contratti di vendita l'IVA applicata è quella del paese di destinazione: la vendita a consumatori finali era l'unica eccezione. Ed è comunque una norma che vale per tutti i paesi dell' UE, quindi difficile sostenere che sia stata fatta per favorire i negozi italiani.

La ratio generale sta, a mio parere, nella natura dell'IVA stessa, che è appunto la tassazione del "valore aggiunto". Tassazione che è a carico di ogni anello della catena commerciale per la parte che gli compete e che è "completa" solo per il consumatore finale.
Fa specie solo ai consumatori, perchè trattandosi di consumatori finali non possono "scaricare" su altri anelli della catena.
 

Adryanx

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Per la cronaca ho fatto un ordine lunedì.
L'IVA era già al 22
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onoff80

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3.95 mi pare. Erano ridotte se non ricordo male. ma quelle di solito non le filo troppo......quando ordino, supero sempre la soglia di spese di spedizione zero.

3.95 sono le spese di spedizione in Germania, 5.95 verso l'Italia. Comunque come ho scritto su, una volta fatto il login e procedendo all'acquisto, quando arrivi alla pagine della scelta del corriere il tutto si adegua, sia le spese di spedizione che il costo dell'oggetto presente nel carrello. Per cui non si sfugge.
 

matteo_84

Biker marathonensis
quindi difficile sostenere che sia stata fatta per favorire i negozi italiani.

non ho detto questo, o meglio non ho detto che è stata fatta per "favorire gli italiani".

ho detto che, come favorisce gli italiani, non favorisce i tedeschi ad esempio, e che in linea di principio è una direttiva che "non stimola" a comprare al di fuori del proprio paese. ma dal momento che sui prezzi del settore bici le differenze di prezzo sono ben maggiori del 2-3% (parliamo del 30-40% anche), non sarà certo questo cavillo a farmi desistere dall'acquistare all'estero.
 

matteo_84

Biker marathonensis
beh....fermo restando il sacrosanto diritto per ogni stato di ventagliare le aliquote dell'imposta sui consumi come meglio crede sulla base delle esigenze di gettito e/o perequative, molte delle norme che andiamo ad applicare si basano anche sul principio della "semplicità" di applicazione....nella fattispecie a me pare evidente che si è voluto lasciar liberi gli operatori commerciali elettronici comunitari di fare trade in modo snello e burocraticamente poco complesso adottando le regole del proprio paese essendo identificati in esso....nel caso in cui il volume diventa "importante" invece si è ritenuto di doverli sobbarcare di altri adempimenti come quello della nomina di un rappresentate nei vari paesi con cui si attuano gli scambi oppure quello della identificazione diretta in tali paesi...questo naturalmente comporta una maggiore complessità sotto il profilo della gestione contabile/fiscale/procedimentale/dichiarativa....


moto, te hai ragione. non trovo la direttiva assurda perché non l'ho capita o non ho capito quello che hai scritto.

semplicemente io avrei "voluto lasciar liberi gli operatori commerciali elettronici comunitari di fare trade in modo snello e burocraticamente poco complesso adottando le regole del proprio paese essendo identificati in esso..." per qualsiasi volume di vendita, visto che siamo in "Europa", visto che secondo gli slogan politici dovrei essere un "cittadino europeo" e non semplicemente italiano. tutto qua.
 

sembola

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non ho detto questo, o meglio non ho detto che è stata fatta per "favorire gli italiani".

ho detto che, come favorisce gli italiani, non favorisce i tedeschi ad esempio, e che in linea di principio è una direttiva che "non stimola" a comprare al di fuori del proprio paese.
Oppure che cerca di evitare/ridurre il "drenaggio" di ricchezza verso i paesi più forti commercialmente...


... ma dal momento che sui prezzi del settore bici le differenze di prezzo sono ben maggiori del 2-3% (parliamo del 30-40% anche), non sarà certo questo cavillo a farmi desistere dall'acquistare all'estero.
Poco ma sicuro ;-)


moto, te hai ragione. non trovo la direttiva assurda perché non l'ho capita o non ho capito quello che hai scritto.

semplicemente io avrei "voluto lasciar liberi gli operatori commerciali elettronici comunitari di fare trade in modo snello e burocraticamente poco complesso adottando le regole del proprio paese essendo identificati in esso..." per qualsiasi volume di vendita, visto che siamo in "Europa", visto che secondo gli slogan politici dovrei essere un "cittadino europeo" e non semplicemente italiano. tutto qua.
Fino a che gli stati avranno aliquote diverse qualunque soluzione sarà "ingiusta" verso qualcuno o "assurda". Per dire, un negozio online italiano aveva tutti i diritti di sentirsi discriminato perchè costretto a far pagare il 3% in più per lo stesso prodotto...
 

motobimbo

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moto, te hai ragione. non trovo la direttiva assurda perché non l'ho capita o non ho capito quello che hai scritto.

semplicemente io avrei "voluto lasciar liberi gli operatori commerciali elettronici comunitari di fare trade in modo snello e burocraticamente poco complesso adottando le regole del proprio paese essendo identificati in esso..." per qualsiasi volume di vendita, visto che siamo in "Europa", visto che secondo gli slogan politici dovrei essere un "cittadino europeo" e non semplicemente italiano. tutto qua.

si ma in questo modo potresti creare delle disparità di trattamento in ambito imposta sui consumi e concorrenziale....in altre parole, la regola generale (che poi è anche un principio logico) è che il consumo viene tassato laddove in effetti si esplica...se sono un fottuto privato italiano è giusto che debba rimanere inciso dell'imposta che il mio legislatore ha deciso per me, indipendentemente da dove acquisto la merce....viene tollerato un diverso sistema di tassazione solo nel momento in cui i volumi di vendite non siano elevati...se l'operatore tedesco commerciasse massivamente in italia per diversi milioni di euro e continuasse ad applicare la sua aliquota agevolata, questo creerebbe una disparità di trattamento sia sotto il profilo della tassazione sul consumo sia sotto il profilo della concorrenza domestica.

per cui: commerci poco? allora sticazzi decidi tu come vuoi fare perchè non rompi le palle a nessuno....commerci tanto? allora 'fanculo! ti assoggetti alle norme del paese in cui vai a vendere la tua merda.
 

samuelgol

Bürgermeister des Waldes
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A prescindere da tutti i discorsi, ho qualche dubbio che se a qualcuno viene in mente di sollevare un conflitto di legittimità, questa norma sopravviva.
Discrimina, mi sembra, su uno stesso territorio, cittadini comunitari di nazioni diverse.
Se io ho un amico in Germania e l'ordine me lo fa lui e poi mi spedisce la roba in Italia (ammesso che mi convenga, ma per ordini grossi, sicuramente si, visto che il 3% di differenza su importi grossi è ben maggiore delle spese di spedizione che gli dovrei rifondere a lui) cosa succede? La roba a quel punto dovrebbe essere fermata al confine e applicata la differenza del 3%? Reistituiamo le dogane anche fra i paesi Ue come se acquistassimo dagli USA o dalla Cina o dalla Svizzera?
@sembola: il discorso che fai tu, pur corretto, poggia su un paragone non equo. Il soggetto titolare di partita iva, acquista con l'aliquota del suo paese e poi gira il bene al consumatore finale applicandogli la medesima aliquota, la cui differenza (il valore aggiunto) sarà versata in Italia. Il ragionamento ci sta.
Ma con questa norma, il consumatore finale è come se pagasse l'Iva alla Germania. Quindi la Germania prende il 19% se ti chiami Nikolas e il 22 se ti chiami Nicola. Siamo sicuri che ciò non sia in contrasto con altre norme? Non so.
 

matteo_84

Biker marathonensis
Fino a che gli stati avranno aliquote diverse qualunque soluzione sarà "ingiusta" verso qualcuno o "assurda". Per dire, un negozio online italiano aveva tutti i diritti di sentirsi discriminato perchè costretto a far pagare il 3% in più per lo stesso prodotto...


hai ragione anche tu. io non faccio il negoziante, quindi la vedo nella mia "maniera" ed ho sempre parlato di mia "opinione personale". :-)

detto questo, il negoziante il 3% te lo sconterebbe tranquillamente, anzi volentieri. togli il 3% dal listino italia e cosa ottieni? nulla.

alcuni negozi "europei" vendono a quanto (probabilmente) un negozio italiano acquista (per questo sulla notizia di MIC mi è venuto da sorridere).

quindi, al negoziante italiano non cambia nulla (tanto sempre all'estero conviene comprare), a noi acquirenti finali cambia (pagheremo all'estero il 3% in più). chi ci guadagna? le casse dello stato...ecco perchè credo sia vigliacca: cercare di arraffare tutto il possibile.
 

matteo_84

Biker marathonensis
Se io ho un amico in Germania e l'ordine me lo fa lui e poi mi spedisce la roba in Italia

ti dirò di più: se hai un amico tedesco, fai "ufficialmente" acquistare la merce a lui, poi alla domanda "scegli un indirizzo di spedizione alternativo" metti il tuo indirizzo.

in sostanza: merce acquistata da un residente in Germania, ma spedita in italia. iva al 19%.
 

sembola

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Ma con questa norma, il consumatore finale è come se pagasse l'Iva alla Germania. Quindi la Germania prende il 19% se ti chiami Nikolas e il 22 se ti chiami Nicola. Siamo sicuri che ciò non sia in contrasto con altre norme? Non so.
E' da vedere che sia la Germania a prendere il 22%. Sull'altro topic ho riportato il testo di una pagina del sito dell' UE che dice :

Alcuni regimi IVA riguardano non soltanto direttamente gli operatori economici, ma anche gli individui e i consumatori finali. Si tratta per esempio del caso in cui un individuo acquista dei beni in un altro Stato membro. Quando il bene è trasportato dal consumatore al suo domicilio, l'IVA è pagata nello Stato membro in cui il bene è stato venduto e acquistato (vale a dire "all'origine").
...
Tuttavia il principio "dell'origine" non si applica quando i beni sono venduti a distanza, ossia quando il venditore e l'acquirente si trovano in Stati membri diversi e i beni vengono spediti. Se il valore dei beni venduti annualmente supera un dato massimale (35 000 EUR o 100 000 EUR a seconda dello Stato membro), il cedente deve applicare il principio della "destinazione". ... Secondo detto principio, il cedente contabilizza l'IVA nello Stato membro di destinazione all'aliquota applicabile in detto Stato membro.


(europa punto eu/legislation_summaries/taxation/l31057_it.htm)
(Il grassetto è mio.)
 

samuelgol

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ti dirò di più: se hai un amico tedesco, fai "ufficialmente" acquistare la merce a lui, poi alla domanda "scegli un indirizzo di spedizione alternativo" metti il tuo indirizzo.

in sostanza: merce acquistata da un residente in Germania, ma spedita in italia. iva al 19%.
Anche a quello avevo pensato....ma tocca vedere il sito se applica l'aliquota dell'acquirente o quella dell'indirizzo di spedizione.
Altrimenti non serve manco avere un amico tedesco vero. Basta un nome a caso, registrato con un nome e un indirizzo tedeschi di fantasia.

Peccato che il diretur non abiti più in Germania. Altrimenti per noi del forum, si sarebbe certamente prestato a fare da tramite per tutti. Lui acquistava e poi ci spediva la merce. A TUTTI!!!!!!:smile:
 

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