Ogni promessa è debito...premessa doverosa: sono solo quattro righe che ho buttato giù di getto il pomeriggio del 4 appena rientrato a casa, non sono niente di che ma come dice Gustavo...tant'è!
La luce del sole filtra timidamente tra i rami mentre il nastro di asfalto ancora umido che conduce a Sassetta si snoda sotto le
ruote della mia auto, davanti a me Amedeo fa il matto chiudendo un paio di curve alla ridolini, finalmente prendo coscienza di quella che sarà la nostra giornata: l'ennesima sfida con noi stessi, quella frivola follia che ci rende liberi e che ci fa sentire vivi.
I raduni sono così, elettrizzanti, l'emozione dei preparativi, facce che finalmente associ ad un nick name di un forum, bici esoteriche e nuovi componenti mai visti, la distribuzione delle tabelle e l'attimo della partenza passando però per la foto commemorativa del povero Nencio.
E' bello vedere persone alle prime armi che aggrediscono la prima salita nel tentativo, umano e comprensibile, di dimostrare di essere all'altezza di ciò che li attende, così come vedere i vecchi squali che se la ridono sotto i baffi aspettando la prima discesa tosta.
La prima rampa è impietosa e miete le sue prime vittime: catene che saltano, gomme forate ed il rumore tipico ed inconfondibile delle cambiate affannose colte impreparate dalla pendenza proibitiva che i biker si trovano di fronte.
Ed eccola: lei, la prima discesa l'attimo che tutti aspettavano, l'adrenalina scorre nelle vene, uno dopo l'altro i oartecipanti si fiondano giù, all'inizio sprezzanti del pericolo per poi udire dopo la prima curva il rumore tipico di ruote inchiodate e piedi che, disperatamente, cercano il sussidio del terreno.
Le facce allegre che trovi in fondo alla discesa testimoniano la nostra fanciullezza, nonstante molti di noi abbiano già superato gli anta da un pezzo. Allo stesso tempo è fantastico mettersi dietro a chi ha manico e molti capelli bianchi.
Personalmente adoro osservare la classe e lo stile di chi ha la mtb dentro.
La seconda salita ci attende inclemente, volano i primi vaffa rivolti agli ideatori del giro, molti mi chiedono quanto durerà per poi pentirsi subito dopo quando la mia risposta sadicamente e puntualmente è: "questa è niente... non hai visto il Temperino ancora"...
Già...il temperino, una lunga e ripida salita che non ti molla un secondo, non un attimo di tregua, non un secondo di respiro. Si registrano i primi crampi, molti spingono a piedi, io tengo duro fino in cima come il mio mentore mi ha insegnato: testa bassa e pedalare.
Finalmente le ultime discese si dipanano davanti a noi. Sono felice, ce l'ho fatta.
Solo tre anni fa guardavo i personaggi del Circolo Porto e pensavo fossero fuori di testa, oggi li adoro.
Grazie a tutti della splendida giornata.