penso che siano casi che avvengono continuamente...
incidente non so più dove con deragliamento di un treno Trenord perchè il binario era stato riparato con un pezzo di legno...
il morandi (ma si, figurati se casca...)
persino chernobyl è un caso analogo: disattivato tutte le sicurezze "tanto abbiamo tutto sotto controllo che vuoi che succeda". Gli è andata male, ma sono montagne i casi documentati in cui è stato fatto lo stesso in tutto il mondo ed è "andata di culo"...
Pianino a dare degli assassini da buttare dentro. Magari il supercapo gli ha detto o fai così o te ne vai a casa... Guarda che succede ogni giorno in un sacco di situazioni che o ti pigli TU dei rischi, o chi ti sta sopra ti scarica a calci in culo...
Anzi, è pressochè CERTO che il poveraccio ha dovuto far così per ordini superiori, espliciti o peggio impliciti (della serie "non voglio più l'impianto fermo, la prossima volta che si ferma tu vai a casa, arrangiati.")
il figlio di un amico fa dh al mottarone, son giovanissimi del luogo ed han passato tutta settimana scorsa a far su e giu' con la funivia.
ovviamente è incazzato nero ed ha ragione, anche con l'ultimo operaio che si è assunto la responsabilita' di far viaggiare la gente sapendo il rischio cui li esponeva....
ovvio che il primo responsabile è il gestore ma poi ricade su tutti i coinvolti.
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La presidente dell’Associazione Nazionale Esercenti Funiviari: blocco freni voluto è di gravità inaudita
«Da ieri a oggi è cambiato il mondo, ieri si parlava di un blocco dei freni che poteva essere stato lasciato per un errore umano, una dimenticanza gravissima, ma una dimenticanza, si parlava anche di due fatti che hanno concorso causando contemporaneamente una tragedia, perché un fatto solo avrebbe provocato un soccorso. Oggi mi sembra che si parli di un fatto voluto, di un blocco dei freni consapevole e questa cosa mi ha sconvolto, perché non riesco neanche a immaginare che un collega possa pensare di giocare così con la sicurezza, se è vero, questa cosa è di una gravità senza precedenti. L'errore umano ci può sempre essere, la consapevolezza nel togliere le misure di sicurezza non può, non deve e non bisogna neanche sognarsela». E' il parere di Valeria Ghezzi, Presidente dell'Associazione Nazionale Esercenti Funiviari, intervenuta su RTL 102.5 nel programma Non Stop News per commentare i risvolti nella vicenda della tragedia.
E aggiunge: «Come ho già spiegato le tragedie nascono sempre da due fattori, non da uno solo, ed è il motivo per cui gli impianti funiviari hanno normalmente doppie sicurezze. Qui io devo pensare che sono due le sicurezze mancate. Una è senz'altro quella dei freni e poi bisogna capire cosa è successo alla fune. Garantisco che nessuno di noi ragiona normalmente dicendo ‘tengo escluso perché così evito un problema'. Le esclusioni si fanno, ma si fanno proprio per evitare guasti quando l'impianto è fermo e chiuso al pubblico. È un modo per capire dove sta il guasto e cosa è successo ma quando apro al pubblico ripristino tutte le sicurezze. E se l'impianto si ferma si ferma». Ghezzi ci tiene a sottolineare che nel settore tutti agiscono cosi: «Garantisco che è questo il modo di ragionare - ribadisce -. Quello che è accaduto è veramente inspiegabile, devo ancora capacitarmi cosa può essere successo. Mi sento di dire che dei dipendenti non hanno nulla da guadagnare da una cosa del genere, poi magari scopriremo ancora qualcosa. Non voglio immaginare che ci sia stata la volontà di mettersi nei guai e di mettere le persone in pericolo». E precisa: «La foto che abbiamo visto ieri era molto eloquente e la magistratura finora ha fatto davvero un ottimo lavoro, noi vogliamo che venga fatta chiarezza perché siamo aziende serie».
In generale, per quanto riguarda la sicurezza degli impianti a fune, Ghezzi ritiene «che si possa stare tranquilli perché noi funiviari siamo i primi che vanno sulle funivie, la sicurezza è nostra ancora prima che vostra, siamo persone serie e sappiamo che se ci fossero dubbi sulla sicurezza nessuno prenderebbe più un impianto, non siamo una banda di delinquenti». «Noi abbiamo una serie di interventi di manutenzione, di controlli e verifiche che sono tutti registrati sul libro giornale e l'impianto aveva una scatola nera e questo ci può dire che quello che noi facciamo è registrato. Rispetto alla tragedia del ponte Morandi la differenza è che sul ponte ci vai perché devi, sulla funivia ci vai perché scegli e nel momento in cui scegli, scegli un posto in cui ti senti sicuro, quindi noi non ci possiamo permettere la non sicurezza. Poi se abbiamo a che fare con un criminale, da quello che ci hanno raccontato stamattina, a quel punto non so cosa dire, ma vi assicuro che il nostro è un mondo serio, fatto di gente per bene che si assume tantissime responsabilità in modo cosciente», conclude Ghezzi.