Sta cosa delle officine ritorna sempre, e dio mio, fatico a capire perché sia strano che un'azienda come Shimano faccia più soldi con l'aftermarket che con l'OEM, contando il numero dei mezzi nei garage / in strada, vs il numero di bici complete nuove che vengono mosse ogni anno (cioè una quantità infinitesimale rispetto al parco bici già circolante? ed era così anche prima del COVID).Per come la vedo io i costi di stampi o i costi del lavoro centrano veramente poco con la crisi delle vendite in atto.
questi costi c'erano uguali anche 5 anni fa, prima del covid.
il vero problema è stata l'eccessiva produzione dehli ultimi 18 mesi. Troppi prodotti per un mercato che non è in grado di acquistarli tutti.
hanno saturato il mercato e adesso c'è una certa percentuale di sovrapproduzione che deve essere smaltita.
ma avete sentito il responsabile di scimano affermare che shimano sta facendo il fatturato con le officine?
daltronde solo sei ricco puoi permetterti di cambiare bici ogni 1 o 2 anni, e infatti i prodotti del lusso non soffrono la crisi, come anche le bici di alta gamma. Mentre quelle di media gamma sono ferme dei magazzini nonostante sconti superiori al 30%.
Quando ad inizio anno dicevo che non solo la crisi era finita ma che la crisi vera non era ancora cominciata sono stato facile profeta...
Il settore bici NON è l'automotive, anche il più cifone dei cifoni può essere rimesso in pista con 100 euro. Il fatto che qualche azienda di consulenza abbia pensato che le dinamiche di settore potessero diventare analoghe all'automotive, e che qualcuno ci abbia creduto, fa molto pensare.