Eh sì.Il problema è quando hai esplorato troppo, e arrivi a 2 opzioni:
1. rimani fuori per almeno giorni 3
2. carichi la bici in macchina, e almeno ti risparmi quei 50/100 km di strade già viste, riviste, straviste, percorse in tutte le salse.
Poi diventa, appunto, una malattia... i miei primi giri esplorativi erano di 50 km, ed ero fiero di avercela fatta. Ora 50 km sono il minimo sindacale, e se non sono 150/200 non c'è nemmeno gusto. Idem per il dislivello: se non sono almeno 30.000 al mese, bah, mese andato male!
Quindi si, attenzione alle pretese, che sono lì dietro l'angolo a richiedere un pesante tributo. Che poi si arriva verso fine anno con una fracconata di km percorsi, ma gambe e testa esauste.
Dopo il giretto scandinavo mi sono quasi fermato.
L'appagamento per averlo fatto era tale che per un bel po' non ho avuto particolari stimoli per andare in bici, al punto che persino gli amici si sono chiesti che fine avessi fatto. Semplicemente non mi andava di pedalare.
Dopo un paio di mesi ho ricominciato a tornare ai soliti livelli, cioè sui 1200 km al mese.
E comunque me ne frego sia della percorrenza sia del dislivello, sebbene qui in montagna un giretto da una settantina di chilometri si porta appresso come minimo un migliaio di metri di dislivello, di meno non riesco a fare.
Ah, dimenticavo. Nel mio giro scandinavo ho fatto oltre 6000 km consecutivi praticamente in pianura, i saliscendi svedesi e le collinette tra Polonia e Cechia erano insignificanti. Quando ho rivisto le mie Dolomiti, beh, ho ritrovato qualcosa che mi mancava.