E' sempre una questione di causa-effetto
In Italia il senso civico, il rispetto delle regole, il rispetto del prossimo sono sotto le
scarpe.
In strada, dove obtorto collo siamo costretti al contatto con persone che, normalmente, non frequenteremmo MAI, i contrasti emergono più che altrove.
E le bici, in quanto utenti deboli, nel senso che in uno scontro con moto/auto/furgoni hanno sempre la peggio, sono i primi ad accorgersene.
Chi è appassionato di sci, ad esempio, si trova a smadonnare anche sulle piste, con la sensazione di essere in mezzo a una manica di trogloditi egoisti, incapaci di empatia e rispetto per l'incolumità altrui.
Ma non solo, anche tra gli stessi bikers spesso ci sono problemi. Mi è capitato lungo una delle salite del giro "5 rifugi". Noi eravamo con bici senza assistenza, lungo una rampa micidiale per salire al Sennes, sbuffando come locomotori e sudando come dei disperati. Dovendo risparmiare ogni watt, cercavamo le zone con la ghiaia meno fonda e il fondo più compatto. Una di quelle rampe che, anche col 28-51, non riparti. Da dietro, uno stronzo elettroassistito, che saliva col "turbo" a manetta, ci ha urlato in malo modo di spostarci, che lui doveva passare, e lo voleva fare lì, dove il fondo era migliore. Noi, che non avevamo margine di manovra, dovevamo spostarci.
Nemmeno tra bici ci si rispetta.
Gli stessi bikers, quando diventano automobilisti, son capaci di esser loro stessi molestatori di ciclisti.
E' un problema culturale ad ampio spettro e la soluzione è complessa ed impegnativa.
Sempre che vi sia, soluzione.