C'è una piccola, ma sostanziale differenza. Stiamo parlando di avvenimenti di più di venti secoli fa e non esiste più nessuno che possa riconoscersi in una delle parti o sentirsi offeso dai simboli di quelle vicende.
Qua la cosa è abbastanza diversa, esistono ancora i discendenti degli oppressi (che in forma diversa lo sono tuttora), esistono i discendenti degli oppressori che ancora oggi celebrano tale oppressione, anche se almeno in parte per motivi diversi dal razzismo vero e proprio .
Mi permetto poi di far presente che parlare di "storia che non può essere cambiata" è una falsità o perlomeno un grosso fraintendimento. Quello che non può essere cambiato sono I fatti storici assodati ed incontrovertibili (almeno per chi segue i metodi scientifici ed il buon senso), per dire non si può "cambiare la storia" dell'impero romano o del furto della terra e dello sterminio a danno dei nativi americani . Ma l'interpretazione di questi fatti cambia e come nel tempo, perchè è pesantemente dipendente dallo spirito del tempo e dai valori di riferimento, per non dire di come gli avvenimenti storici vengano "narrati" dai media al grande pubblico, creando "fatti alternativi" . L'espansione continentale degli Stati Uniti è stata realizzata sottraendo la terra ai nativi con le buone o le cattive e sterminandoli a fucilate o sottraendogli i mezzi di sostentamento: questo è un fatto storico che al netto dei dettagli è difficilmente contestabile e non può essere cambiato. Poi però fino alla fine degli anni '60 gli indiani , anzi i pellirosse, erano mostrati al pubblico come dei selvaggi che assalivano i poveri pionieri, infidi e cattivi, sottotitolo "se lo meritavano".
Ecco, di fronte a richieste di forme di rispetto irrisorie rispetto a quanto subito è sconcertante che si accusi di "voler cambiare la storia" quando la narrazione di quella storia è stata per lunghissimo tempo completamente falsa.
Come dicono là, too little, too late. Forse anche un po' ipocrita, e fortemente motivato da ragioni commerciali. Meglio poco che niente.