[Video] EWS #4 Colorado: la costante francese

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Danybiker88

Redazione
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Torino
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Non ci sono strutture? Non è assolutamente vero... Che strutture servono per l'enduro? Serve un sentiero e girare, girare girare. Allenarsi in inverno, pedalare, andare in palestra, fare discesa per allenare la resistenza. Cosa serve che qui in italia non c'è?

Pumptrack non ci sono? E' vero, ma te lo costruisci, come abbiamo fatto noi. Non ci sono i bike park? Non scherziamo: ok, i nostri park non saranno stupendi, ma abbiamo appena varcate le alpi posti come Deux Alpes, la Portes du Soleil ed i migliori park francesi ad un tiro di schioppo.

Il problema secondo me non è questo, il problema è che rimaniamo sempre nel nostro mondo. I top riders francesi vincono perchè sono riders di esperienza, sono allenati, hanno girato tutto il mondo ed hanno preso parte a tante competizioni diverse.

E' questo secondo me il punto, che tantissimi italiani sbagliano (non parlo solo di top riders, ma di enduristi di medio/alto livello): non andare all'estero, snobbando gare come la Megavalanche, le enduro francesi o le enduro tedesche. Tutte gare con format e tipologie di percorsi diversi dai nostri, che ti permettono di ottenere quella poliedricità che fa dei francesi i dominatori assoluti della world series.

Da corridore mi rendo conto che c'è molta reticenza ad abbandonare l'"orticello" italiano, dove ci si confronta sempre con gli stessi, i percorsi sono sempre i soliti per andare a confrontarsi con gli stranieri.
...e ripeto non è un discorso legato solo ai top riders, ma a tutti quelli che seguono in maniera un minimo agonistica il superenduro (si allenano e corrono per un risultato, che sia anche solo il 100° posto).
 

danny boy

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Non ci sono strutture? Non è assolutamente vero... Che strutture servono per l'enduro? Serve un sentiero e girare, girare girare. Allenarsi in inverno, pedalare, andare in palestra, fare discesa per allenare la resistenza. Cosa serve che qui in italia non c'è?

Pumptrack non ci sono? E' vero, ma te lo costruisci, come abbiamo fatto noi. Non ci sono i bike park? Non scherziamo: ok, i nostri park non saranno stupendi, ma abbiamo appena varcate le alpi posti come Deux Alpes, la Portes du Soleil ed i migliori park francesi ad un tiro di schioppo.

Il problema secondo me non è questo, il problema è che rimaniamo sempre nel nostro mondo. I top riders francesi vincono perchè sono riders di esperienza, sono allenati, hanno girato tutto il mondo ed hanno preso parte a tante competizioni diverse.

E' questo secondo me il punto, che tantissimi italiani sbagliano (non parlo solo di top riders, ma di enduristi di medio/alto livello): non andare all'estero, snobbando gare come la Megavalanche, le enduro francesi o le enduro tedesche. Tutte gare con format e tipologie di percorsi diversi dai nostri, che ti permettono di ottenere quella poliedricità che fa dei francesi i dominatori assoluti della world series.

Da corridore mi rendo conto che c'è molta reticenza ad abbandonare l'"orticello" italiano, dove ci si confronta sempre con gli stessi, i percorsi sono sempre i soliti per andare a confrontarsi con gli stranieri.
...e ripeto non è un discorso legato solo ai top riders, ma a tutti quelli che seguono in maniera un minimo agonistica il superenduro (si allenano e corrono per un risultato, che sia anche solo il 100° posto).

quoto pienamente...a trovare scuse siamo i migliori in tutti i settori figuriamoci nello sport a maggior ragione quando ci sono di mezzo i francesi...
 

kristian

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nel mondo..
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...mah.... a me sembra tutto già un pò troppo sentenziato.....
Gli EWS sono neonati, siamo alla 4° gara, ancora non ci sono le idee chiare.... lo stesso enduro è una disciplina giovane, solo adesso si è fatto capire che si "può fare sul serio" ...
I primi in classifica, sono mostri sacri DA ANNI.... con le bici ci mangiano, e ci scrivono, prenderli di riferimento , con tutto il rispetto per gli atleti italiani che stimo molto, è "un bell'impegno..." (ma non solo per gli italiani)...
Diamo tempo al tempo.... sicuramente, il prossimo anno ci saranno più italici che ci proveranno, acquisendo così, con quel sacrosanto bagaglio di esperienza....
Dopo , nel supenduro nostrano, se gli vuoi stare "appresso" significa che devi alzare anche "tu" il livello.....
 
Così per gettare un sassolino nello stagno... non è che a tutto quello che è stato giustamente detto sullo sviluppo del nostro sport manchi una parte importante? ovvero la 'meritocrazia'. Mi spiego meglio. prendiamo per esempio la DH, oggi ti fai la tessera, domani fai una garetta, dopodomani fai l'italiano, perchè nulla te lo impedisce, e in men che non si dica ti senti "arrivato". Idem per l'enduro, oggi tessera, domani Superenduro. Forse sbaglio visione, ma non ci dovrebbe essere un sistema che ti permette di accedere ai livelli di competizione più alti solo se te lo meriti? solo se costruisci dei risultati? Non sarebbe un modo per "alzare il livello" e stimolare a una crescita sportiva i giovani? Mi viene in mente lo sci per esempio, dove uno non mette gli sci ai piedi e in men che non si dica va a fare la coppa europa.
Di contro abbiamo sicuramente il fatto che organizzare gare costa e ogni atleta che corre e si iscrive porta soldi per coprire i costi. Ma come ho detto era solo per gettare un sassolino....
 
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sembola

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una nera e l'altra pure
Senza entrare nelle metodologie di allenamento, dove non troverai mai un pro (di ogni sport) che si allena ogni santo giorno...
Nella maggioranza delle discipline chi gareggia a buon livello si allena perlomeno sei gioni a settimana, credimi.


finchè stanno confinati nel tennis...i rampolli...non è che fanno danni (sò contenti, trombano, guadagnano, etc.)...il problema è quando li metti a fare impresa...e magari hanno pure studiato negli states...

In genere quoto, ma stavolta proprio no :omertà:


certo la tv ha un grande impatto ma non è l'unica "responsabile"...
io credo che tutto dovrebbe partire dalla scuola.
Certamente, è la scomparsa dello sport dalla scuola che ha fatto i danni maggiori, non certo la tv. Io ho un'età per ricordare i Giochi della Gioventù, che nel bene o nel male facevano conoscere lo sport a bambini e ragazzi... giusto in questi giorni ho letto un'intervista al responsabile del nuoto agonistico olandese che spiegava come abbiano una piccola piscina prefabbricata con la quale vanno nelle scuole elementari... Per fare queste attività servono però volontà e risorse, ed in Italia c'è pochissimo dell' una e dell' altra.
 

gamestorming

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Ci è stato http://it.wikipedia.org/wiki/Gianluigi_Quinzi
Ma senza il tennis club (di cui il padre era presidente) sotto casa come avrebbe potuto mostrare delle qualità?
Idem per la Vinci, la Errani, la Schiavone, oppure Seppi o Fognini salito al 16° posto nei ranking... tutti giocatori che quando avevano l'età per decidere il tennis non lo vedevano certo in tv. Tv che conta, non illudiamoci, ma non è l'unico parametro.

Mi risulta, ma potrei sbagliare, che tutti i nomi citati abbiano (sportivamente ) "abbandonato" l'italia, andando ad allenarsi all'estero seguiti da coach molto spesso spagnoli.

Nel caso del tennis parliamo di uno sport in cui il professionismo paga piuttosto bene e permette un focus completo sull'attivita' sportiva. Quindi il problema non e' solo quello del semiprofessionismo.

Sull'andare a confrontarsi all'estero con il top. Il rugby italiano ha cominciato a crescere seriamente quando ha cominciato a confrontarsi regolarmente con il top mondiale. Prima la nazionale, con risultati che l'hanno portata nel 6 nazioni, poi i club con le franchigie in celtic league. Ovvio che nel mentre prendi delle sberle che non ti dico, e in quel caso intendo letteralmente, ma la crescita e' tangibile.

Sul calcio. Diciamolo chiaro, lo spettacolo calcio ormai in italia e' finito da un pezzo. Siamo un calcio minore, sia tecnicamente che economicamente. Del calcio resiste solo un mito: diventare ricchi pur restando confortevolmente ignoranti. Il problema del calcio e' che sottrae alla fonte giovani praticanti e finanziamenti, impoverendo qualsiasi altra disciplina che avrebbe maggiori proprieta' educative sia sul fisico che sul cervello.
 

sembola

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Mi risulta, ma potrei sbagliare, che tutti i nomi citati abbiano (sportivamente ) "abbandonato" l'italia, andando ad allenarsi all'estero seguiti da coach molto spesso spagnoli.
Certamente, ma il reclutamento è un'altra cosa, ed è la presenza di una base ampia e di strutture competenti che porta poi alle eccellenze. In Italia invece spesso ci si affida allo "stellone", al colpo di fortuna, al fuoriclasse che capita ogni cinquant'anni.

Sull'andare a confrontarsi all'estero con il top. Il rugby italiano ha cominciato a crescere seriamente quando ha cominciato a confrontarsi regolarmente con il top mondiale. Prima la nazionale, con risultati che l'hanno portata nel 6 nazioni, poi i club con le franchigie in celtic league. Ovvio che nel mentre prendi delle sberle che non ti dico, e in quel caso intendo letteralmente, ma la crescita e' tangibile.
Quoto al 100%.

Sul calcio. Diciamolo chiaro, lo spettacolo calcio ormai in italia e' finito da un pezzo. Siamo un calcio minore, sia tecnicamente che economicamente. Del calcio resiste solo un mito: diventare ricchi pur restando confortevolmente ignoranti. Il problema del calcio e' che sottrae alla fonte giovani praticanti e finanziamenti, impoverendo qualsiasi altra disciplina che avrebbe maggiori proprieta' educative sia sul fisico che sul cervello.
Quoto in parte. Le difficoltà del calcio italiano sono dovute all' arretratezza organizzativa, uno sport professionistico gestito in modo dilettantistico, col risultato che la concorrenza europea attrae e produce più risorse e ti surclassa su tutti i piani.
Il fatto però è che lo sport agonistico, qualunque esso sia, ha raramente "proprietà educativa", quella ce l'ha lo sport di base per i bambini ed i ragazzi, che incidentalmente produce anche i campioni. Ed è qui a mio parere che stanno i guai del nostro paese, appunto nella difficoltà dello sport di base, cui servono società, strutture, tecnici e per i quali servono delle risorse...
 

gamestorming

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Il fatto però è che lo sport agonistico, qualunque esso sia, ha raramente "proprietà educativa", quella ce l'ha lo sport di base per i bambini ed i ragazzi, che incidentalmente produce anche i campioni.

Quando guardo una partita di rugby vedo giocare fino all'ultimo respiro fino all'ultimo secondo anche sotto di 20 punti, vedo rispetto per l'arbitro, vedo rispetto per l'avversario, vedo il pubblico seduto mescolato che si beve una birra (dietro l'altra), se vedo uno sdraiato sul prato che si lamenta vuol dire che va _ricoverato_.
E questo lo vedo dai mondiali, al 6 nazioni, in celtic league, nel nostro semidilettantistico campionato o sul campetto di periferia.....

Lo sport può essere di livello, e contemporaneamente di spessore morale. Anzi, dovrebbe esserlo, dovremmo noi pretendere che lo sia.


p.s.
Io ho solo una figlia femmina, so già che mi darà qualche dolore insopportabile tipo "il mio sogno è la danza classica". Forse rimpiangerò il calcio.;)
 

sembola

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Quando guardo una partita di rugby vedo giocare fino all'ultimo respiro fino all'ultimo secondo anche sotto di 20 punti, vedo rispetto per l'arbitro, vedo rispetto per l'avversario, vedo il pubblico seduto mescolato che si beve una birra (dietro l'altra), se vedo uno sdraiato sul prato che si lamenta vuol dire che va _ricoverato_.
E questo lo vedo dai mondiali, al 6 nazioni, in celtic league, nel nostro semidilettantistico campionato o sul campetto di periferia.....

Lo sport può essere di livello, e contemporaneamente di spessore morale. Anzi, dovrebbe esserlo, dovremmo noi pretendere che lo sia.
Non lo metto in dubbio, ma è così ad alti livelli anche e soprattutto perchè lo si insegna fin da piccoli... Se ai pulcini insegni a buttarti a terra e fingere di essere morto, non si va da nessuna parte...:-(

Io ho solo una figlia femmina, so già che mi darà qualche dolore insopportabile tipo "il mio sogno è la danza classica". Forse rimpiangerò il calcio.;)
L'importante è che si diverta e che impari il valore dell' impegno ;-)
 

mtt

Biker superis
18/7/06
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Ho un passato da motocrossista, la licenza di paracadutista, faccio gare di enduro-dh-xc... ed ho fatto danza, sia classica che moderna (ora l'età e le ossa rotte mi danno qualche problema...) Ti assicuro che l'impegno e l'allenamento per la "classica" è spaventoso.... veramente.
 
T

teoDH

Ospite
mica tanto. Prima si fanno i risultati, poi si cercano gli sponsor, e non il contrario.

Quello è assolutamente vero... ma non è detto che i risultati portino sponsor, anzi, spesso se sei mediocre come atleta ma bravo a venderti, ottieni molto di più di uno che lavora sodo, si impegna, ma magari non è un fenomeno a fare il paraculo, almeno in italia è così, la meritocrazia non esiste, ed è piuttosto palese... c'è un sacco di gente che si prostituisce per un po' di materiale, e le aziende ci vanno a nozze, regalando una scarpa a quello, un casco a quell'altro, e sottraendo così risorse per un vero rapporto di sponsorship.
 

verderame

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Vivendo a pochi chilometri dalla Francia, e preferendola in molte cose, compreso l'agonismo e l'enduro in questo caso, io vedo, molte delle volte che si va li a girare, gruppi di bikers con appresso parecchi giovani (12/13enni non giovani di 40 anni...). E' percepibile lo scambio generazionale, e molti forti di 20 anni fa li vedi ora girare con i figli, che menano a loro volta!
Poi c'è una federazione che ha insegnanti e scuole MTB cazzute davvero, roba che per prendere il brevetto ci metti un'anno...(e in altri sport outdoor pure di più).
Solo i team di Cagnes, Blausasc o Sospel hanno una botta di ragazzini/e che girano...e fanno di tutto, dalla BMX alla DH...per di più in molti casi senza troppe pippe, cioè con le bici che non sempre sono stratosferiche.
C'è un approccio generale molto più "accessibile", conviviale come dicono loro...ed è sicuramente più facile, o almeno ci sono le condizioni giuste, per far crescere un giovane, che magari diventerà un futuro campione o al limite un individuo che ha vissuto e magari ancora vive una sana passione sportiva (e che guarda caso favorisce il mercato, per strizzare l'occhietto ai marchi/distributori etc..etc.. che dovrebbero così crederci).
Se non si punta a costruire e favorire le condizioni in cui i giovani possono sperimentare l'enduro (come altre discipline ovviamente, o altri sport...) senza sentirsi dire in questo caso che sembrano degli astronauti, come diceva qualcuno prima, saranno loro stessi a mollare passata la moda, zero impegno e motivazione, quindi zero atleti potenti sul podio con la bandiera...
E poi un ultimo pensiero, ok che ci sono alcuni top internazionali, e che ci si chiede come mai staccano i nostri top di così tanto...ma li vediamo quanti mister-X ci sono dalla 7 all'ennesima ad ogni gara ?!? questi mi sa che a fine corsa tornano alle 8 ore quotidiane e non hanno i benefit dei PRO...basta vedere Nicoll che alla Mountain of Hell ha vinto e finita la gara se ne andato a dormire sotto una palma...;)
Senza appoggio non assicureranno la continuità ma non penso che tutti arrivino li perchè quello dopo non aveva il giusto setting o aveva il freno che gli faceva contatto con il cambio.
 

kiko5

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Quello è assolutamente vero... ma non è detto che i risultati portino sponsor, anzi, spesso se sei mediocre come atleta ma bravo a venderti, ottieni molto di più di uno che lavora sodo, si impegna, ma magari non è un fenomeno a fare il paraculo, almeno in italia è così, la meritocrazia non esiste, ed è piuttosto palese... c'è un sacco di gente che si prostituisce per un po' di materiale, e le aziende ci vanno a nozze, regalando una scarpa a quello, un casco a quell'altro, e sottraendo così risorse per un vero rapporto di sponsorship.
non penso che per sponsorizzazione si intendesse qualche casco o qualche paio di scarpe che alle aziende costano zero.
Penso ci si riferisse a sponsor che consentano di vivere di enduroo cmq sponsorizzazioni importanti.
Sono del parere che se vai forte gli sponsor arrivano, se sei sopra la media e ti fai vedere un attimo vedi che qualcosa si smuove!
In questi casi non vedo complottismo...
 

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