Oggi è lunedì. Giorno infausto per il biker. Vediamo se si riesce a distrarsi un po’
C’è chi per lavoro e per diletto va in Perù, in Bolivia o alle Mauritius a fare foto e a fare i report ammaliandoci, ma facendoci rosicare come criceti. Chi abita ad un passo dalle Alpi, se non tra le Alpi proprio, esce di casa e ci fa ammirare paesaggi da paura con tanto di spogliarelli invernali all’ombra delle Tre Cime di Lavaredo e noi giù a drighignare come iene.
Io abito e lavoro a Roma e a parte 1 mese di sane ferie sulle Dolomiti, per il resto dell’anno la bici è per me gare a tutta o allenamenti noiosi e ripetitivi, ma anche un viaggio giornaliero nel cuore della Città Eterna per andare a lavorare. 6,5 km circa all’andata e altrettanti al ritorno, per un totale di circa 2800 km all’anno (non compresi nella mia firma perché non fanno allenamento ), con qualsiasi meteo: caldo torrido, pioggia scrosciante, freddo pungente, tramontana e persino la neve le poche volte che è capitato.
Ho nello zaino il mio kit anti-intemperie e antiforatura:
mantellina, copriscarpe e cappellino con visiera
camera+pompetta+cacciagomme
E’ così da ormai 6 anni, ogni santo giorno.
Lascio la bici alla stazione del trenino Ostia-Roma Piramide.
Eh già, perché mi tocca prendere anche quello prima al mattino e dopo al pomeriggio.
Un parco bici il cui valore messe tutte insieme non ne fa una di quelle che ci scorazzano per il WE:
Con la mia fedele compagna, legata con bloster per motorini dietro e catena davanti per non farsi fregare la bici e nemmeno le ruote e con catena che lega la sella per non farsela fregare (cosa successa 1 volta e fatto il percorso tutto in piedi sui pedali ).
In mezzo alle auto incivili quanto basta, allo smog quanto basta, ai vandali quanto basta che pur dentro la stazione, in teoria custodita, si divertono a tagliare le gomme o a fregare le selle, facendo ogni tanto volatoni spaccagambe per beccare il semaforo verde o magari quando è rosso, mettersi ad allenare il surplace cercando di non mettere il piede a terra sinchè non scatta il verde, tra lo sguardo attonito e incuriosito degli automobilisti. E senza contare gli ingarellamenti quando ci si incontra con altri ciclisti in cui facendo finta di nulla si aumenta l’andatura per tener la ruota davanti o si parte dal semaforo manco fosse una gara.
Ma Roma non è solo questo.
Roma è molto altro. Comincia il mio viaggio nel suo cuore, venite con me.
E' da poco passata l'alba, il cielo è ancora un misto di violetto, grigio e arancione.
Esco dalla stazione e subito mi appare la Piramide_Cestia
con a fianco uno dei varchi più famosi delle Mura_aureliane, ossia Porta_San_Paolo.
Proseguo su un manto di fastidiosi sanpietrini sino a giungere in vista in lontananza dell’ Arco_di_Costantino che si erge a fianco dell’Anfiteatro Flavio, meglio noto come Colosseo.
Lascio alla mia destra il Foro_Romano,
sino a giungere sul lungotevere vicino alla Sinagoga, luogo di culto degli ebrei a Roma.
E proprio di fronte appare allo sguardo l’isola Tiberina, isola del Tevere sulla quale sorge anche un ospedale:
Il mio viaggio prosegue sino a valicare il Tevere su Ponte Principe Amedeo di Savoia Duca d’Aosta, da cui si scorge chiaramente il Tevere e Castel_Sant'Angelo.
Un occhio al traffico, un paio di viuzze laterali (una contromano ) e giungo a via della Conciliazione al termine della quale…….non servon parole e descrizioni vero?
Mi fermo per una veloce preghiera, poi costeggio il colonnato di Piazza San Pietro, passo a fianco alla famosa edicola di confine (il colonnato segna il confine fra Italia e Stato Vaticano) ove mi appare la temperatura (il record è -5°).
Passo sotto Porta Angelica
e proseguo costeggiando lo Stato Vaticano passando dinanzi ad uno degli ingressi con tanto di Guardie_Svizzere_Pontificie
Il mio viaggio prosegue per il quartiere Prati, di relativo interesse culturale.
Veloce passaggio davanti al portone di casa dei forumendoli Pippixe e Concubina:
Ho già fatto circa 5 km e sarà che non ho ancora fatto colazione, ma il riecheggio del rumore delle tazzine da caffè sbattute sui banconi o il loro tintinnio quando sono appoggiate le une sulle altre sulle macchine per il caffè e soprattutto la fragranza dei cornetti appena sfornati () che si spande nell’aria sono un richiamo certe mattine irresistibile per la quella che dovrebbe essere la corretta alimentazione di uno sportivo:
Ma le tentazioni non sono finite. Ce ne anche per i buongustai che adorano il pane dei fornai appena sfornato e messo in bella vista nella vetrina della bottega di una volta (altro che supermercati e megastore) per devastare ogni buona intenzione di mantenersi leggeri:
Dopo aver spesso e volentieri indugiato fra le varie tentazioni alimentari, eccomi finalmente arrivato in ufficio.
Questa la mia postazione, quando non sono fuori per altri motivi:
Certo il giro turistico/storico/archeologico/alimentare, potrebbe essere molto più piacevole se invece che 10 fossimo 10.000 ad usare la bici. 15 minuti minimo tirando alla morte, 26 se il traffico è totalmente bloccato (quando una macchina ci mette almeno un paio d'ore)
Io faccio del mio meglio, a volte la rischio un po’ in mezzo al traffico, ma son contento. o-o
FINE
C’è chi per lavoro e per diletto va in Perù, in Bolivia o alle Mauritius a fare foto e a fare i report ammaliandoci, ma facendoci rosicare come criceti. Chi abita ad un passo dalle Alpi, se non tra le Alpi proprio, esce di casa e ci fa ammirare paesaggi da paura con tanto di spogliarelli invernali all’ombra delle Tre Cime di Lavaredo e noi giù a drighignare come iene.
Io abito e lavoro a Roma e a parte 1 mese di sane ferie sulle Dolomiti, per il resto dell’anno la bici è per me gare a tutta o allenamenti noiosi e ripetitivi, ma anche un viaggio giornaliero nel cuore della Città Eterna per andare a lavorare. 6,5 km circa all’andata e altrettanti al ritorno, per un totale di circa 2800 km all’anno (non compresi nella mia firma perché non fanno allenamento ), con qualsiasi meteo: caldo torrido, pioggia scrosciante, freddo pungente, tramontana e persino la neve le poche volte che è capitato.
Ho nello zaino il mio kit anti-intemperie e antiforatura:
mantellina, copriscarpe e cappellino con visiera
camera+pompetta+cacciagomme
E’ così da ormai 6 anni, ogni santo giorno.
Lascio la bici alla stazione del trenino Ostia-Roma Piramide.
Eh già, perché mi tocca prendere anche quello prima al mattino e dopo al pomeriggio.
Un parco bici il cui valore messe tutte insieme non ne fa una di quelle che ci scorazzano per il WE:
Con la mia fedele compagna, legata con bloster per motorini dietro e catena davanti per non farsi fregare la bici e nemmeno le ruote e con catena che lega la sella per non farsela fregare (cosa successa 1 volta e fatto il percorso tutto in piedi sui pedali ).
In mezzo alle auto incivili quanto basta, allo smog quanto basta, ai vandali quanto basta che pur dentro la stazione, in teoria custodita, si divertono a tagliare le gomme o a fregare le selle, facendo ogni tanto volatoni spaccagambe per beccare il semaforo verde o magari quando è rosso, mettersi ad allenare il surplace cercando di non mettere il piede a terra sinchè non scatta il verde, tra lo sguardo attonito e incuriosito degli automobilisti. E senza contare gli ingarellamenti quando ci si incontra con altri ciclisti in cui facendo finta di nulla si aumenta l’andatura per tener la ruota davanti o si parte dal semaforo manco fosse una gara.
Ma Roma non è solo questo.
Roma è molto altro. Comincia il mio viaggio nel suo cuore, venite con me.
E' da poco passata l'alba, il cielo è ancora un misto di violetto, grigio e arancione.
Esco dalla stazione e subito mi appare la Piramide_Cestia
con a fianco uno dei varchi più famosi delle Mura_aureliane, ossia Porta_San_Paolo.
Proseguo su un manto di fastidiosi sanpietrini sino a giungere in vista in lontananza dell’ Arco_di_Costantino che si erge a fianco dell’Anfiteatro Flavio, meglio noto come Colosseo.
Lascio alla mia destra il Foro_Romano,
sino a giungere sul lungotevere vicino alla Sinagoga, luogo di culto degli ebrei a Roma.
E proprio di fronte appare allo sguardo l’isola Tiberina, isola del Tevere sulla quale sorge anche un ospedale:
Il mio viaggio prosegue sino a valicare il Tevere su Ponte Principe Amedeo di Savoia Duca d’Aosta, da cui si scorge chiaramente il Tevere e Castel_Sant'Angelo.
Un occhio al traffico, un paio di viuzze laterali (una contromano ) e giungo a via della Conciliazione al termine della quale…….non servon parole e descrizioni vero?
Mi fermo per una veloce preghiera, poi costeggio il colonnato di Piazza San Pietro, passo a fianco alla famosa edicola di confine (il colonnato segna il confine fra Italia e Stato Vaticano) ove mi appare la temperatura (il record è -5°).
Passo sotto Porta Angelica
e proseguo costeggiando lo Stato Vaticano passando dinanzi ad uno degli ingressi con tanto di Guardie_Svizzere_Pontificie
Il mio viaggio prosegue per il quartiere Prati, di relativo interesse culturale.
Veloce passaggio davanti al portone di casa dei forumendoli Pippixe e Concubina:
Ho già fatto circa 5 km e sarà che non ho ancora fatto colazione, ma il riecheggio del rumore delle tazzine da caffè sbattute sui banconi o il loro tintinnio quando sono appoggiate le une sulle altre sulle macchine per il caffè e soprattutto la fragranza dei cornetti appena sfornati () che si spande nell’aria sono un richiamo certe mattine irresistibile per la quella che dovrebbe essere la corretta alimentazione di uno sportivo:
Ma le tentazioni non sono finite. Ce ne anche per i buongustai che adorano il pane dei fornai appena sfornato e messo in bella vista nella vetrina della bottega di una volta (altro che supermercati e megastore) per devastare ogni buona intenzione di mantenersi leggeri:
Dopo aver spesso e volentieri indugiato fra le varie tentazioni alimentari, eccomi finalmente arrivato in ufficio.
Questa la mia postazione, quando non sono fuori per altri motivi:
Certo il giro turistico/storico/archeologico/alimentare, potrebbe essere molto più piacevole se invece che 10 fossimo 10.000 ad usare la bici. 15 minuti minimo tirando alla morte, 26 se il traffico è totalmente bloccato (quando una macchina ci mette almeno un paio d'ore)
Io faccio del mio meglio, a volte la rischio un po’ in mezzo al traffico, ma son contento. o-o
FINE