Eccomi qui ragazzi!
Mamma che fatica ieri, è stata devastante!
Sono arrivato ultimo, clamorosamente ultimo!!!!
Ma sinceramente non mi interessa.
Ciò che conta è l'essermi divertito, aver pedalato su un percorso davvero esigente (in certi punti oserei dire quasi sadico) ed aver messo un'altra tacca sul telaio in vista dell'obiettivo del Nobili.
Bellissime le discese, tutte da guidare, tutte!
Non c'era mai un momento in cui poter tirare il fiato.
Odioso (ebbene si, l'ho odiato) lo strappo del Faeto. Non finiva mai, era tutto dritto e mi ha chiesto tantissime energie mentali.
Non avevo la gamba, lo sapevo da subito e sapevo che avrei sofferto ma non immaginavo cosi tanto.
Ho fatto un volo clamoroso lungo il sentiero delle Coste, un carpiato in avanti con tanto di casco picchiato.
A ricordo mi sono rimaste abrasioni su braccia e addome ma, ripeto, fa parte del gioco.
Bellissima la primissima discesa (quella prima del bivio): mamma quanto era tecnica!
Ma che soddisfazione averla fatta tutta in sella (tranne nei punti in cui davanti a me scendevano a piedi)!
Ne approfitto anche per spezzare una lancia in favore di chi in discesa fa più fatica: non ha senso nè colpevolizzarli, nè sfotterli.
Hanno il nostro stesso diritto di stare sul percorso. A noi (se più veloci) il compito di superarli nel momento in cui la situazione lo permette.
A loro l'opportunità di farci strada quando ci sono le situazioni di sicurezza.
Quanto all'organizzazione:
ottimo il pasta party finale e il disbrigo delle operazioni di ritiro chip e pacco gara.
Simpaticissima idea quella delle docce.
Due critiche (costruttive): secondo me andrebbe rivista la distribuzione e la composizione dei ristori.
Piazzare il primo ristoro dopo più di 20 km di gara e metterlo solamente idrico secondo me è un azzardo (considerando che da li a poco sarebbe cominciato il Faeto).
Sarebbe stato preferibile posizionarlo un pò prima e sia solido che liquido (è vero ognuno di noi parte con le barrette in tasca, ma potersi fermare e rifocillare ad un ristoro ha un altro peso psicologico: ti ricarica un pò più le pile perchè magari ti accorgi che non sei il solo che ne ha bisogno).
Il ristoro finale io non l'ho visto (sono arrivato ultimo e va bene, però...).
Se non fosse stato per Maurilio (l'organizzatore della Pezzo) non avrei nemmeno avuto due bottigliette d'acqua da buttare giù per placare la sete.
Ripeto, sono critiche costruttive, non stroncature.
Però a mio parere sono dettagli importanti.
Altra cosa che non mi è piaciuta: gli addetti al percorso.
Alcuni, passato il gruppone, hanno pensato bene di imboscarsi.
In più di un'occasione mi sono dovuto basare completamente sull'istinto o sui cartelli gialli di indicazione del percorso (che, per carità fanno comodo: però ad ogni bivio non posso smettere di guardare dove metto le
ruote perchè devo pensare a trovare il cartellino).
Uno mi ha addirittura detto (dopo che gli ho fatto notare la cosa) che era stanco di aspettare (dico io: sei un volontario, no? Hai scelto tu di dare una mano sul percorso. Se avevi paura di stancarti te ne stavi a casa...).
Ultimissima cosa: con eccezione del cartello dei - 5 e dell'ultimo km non ho mai avuto altre indicazioni sui km percorsi e su quelli mancanti. Essendo senza contakm era un continuo chiedere (ottendendo sempre la stessa risposta: ne mancano dieci, anche quando ne mancavano 20, 15, 5 ecc)...
Saluto i ragazzi conosciuti sul percorso: Massimo del Team Leonardi Racing (sono il ragazzo con la Epic a cui raccontavi del casino successo a Gualdo Tadino), poi il ragazzo del Team MTB Gemini di Abbiategrasso che in discesa mi faceva passare e poi mi recuperava in salita (e poi mi ha staccato definitivamente
), poi il ragazzo (scusami non mi ricordo più il nick!) con la maglia biancorossa che, all'ultimo ristoro, mi ha chiesto se fossi cotto.
Poi ancora il ragazzo che sul Grena mi ha affiancato e mi ha chiesto: "Sarai mica Glicerina?"