Gran Giro dei Lucretili
Partecipanti: Vence, Geppo960, Guapo73, Do Brasil, Ivan Encinoso, Dumil, Carnialman e Pippixe.
Distanza percorsa: Km 39,6
Dislivello accumulato: metri 1380
Circa un mese fa ci avevamo provato con XR400R, Toty69, AnelloMancante e Guapo73. Quel giorno cera davvero troppa neve che cominciava già a quota 800, alla base di Monteflavio. Eravamo comunque saliti fino ad un pianoro da cui potevamo vedere di fronte a noi sulla destra gli antennoni del Gennaro.
Secondo la traccia da me preparata dovevamo essere vicini al Casale Capo di Porco che, erroneamente, cercavamo in basso a destra. Sempre in quella direzione cercavamo un sentiero che ci portasse in direzione del Gennaro. Quel giorno non trovammo la soluzione e decidemmo di tornare indietro. Alla fine il mio GPS segnava un dislivello complessivo di quasi 1100 metri.
Domenica ad un certo punto con Guapo ci siamo guardati, rendendoci conto che eravamo arrivati di nuovo in quel punto. Nelle nostre menti il terrore di essere di nuovo arrivati al punto morto e quindi costretti a tornare indietro.
Ma stavolta non cera neve e il sentiero era visibilissimo a sinistra (quindi in direzione opposta rispetto a dove la scorsa volta lo cercavamo), perfettamente tracciato sul GPS dalla mano di Anellomancante. Rispetto alla scorsa volta per arrivarci abbiamo fatto un giro più largo, passando dalla Pineta di Monteflavio in quanto la nostra idea è quella di fare prossimamente la traversata della Cresta del Pellecchia, la splendida discesa in ST pietroso, per poi puntare al Pratone del Gennaro e fare la Scarpellata.
Foto del passaggio in Pineta di Monteflavio
Foto della valletta in cui la scorsa volta non trovammo la traccia.
Quel sentiero finalmente visibile ci porta nel giro di poche centinaia di metri al Casale Capo di Porco.
Da qui la traccia ci porta su un ampio sentiero che punta al Monte Guardia, restando però sempre in quota e quindi risparmiandoci una stancante risalita.
Questo sentiero ad un certo punto si divide e istintivamente verrebbe da prendere la direzione a destra perché più pulita. Invece la traccia punta a sinistra su una salita in cui a tratti cè da spingere per la presenza di rami e grossi sassi che mettono a rischio forcellini e cambi. Il buon Vence, che conosce meglio di chiunque altro i Lucretili, ci dice che tempo addietro, nel tentativo di raggiungere Monte Gennaro, sbaglio' e prese il sentiero a destra che lo portò a valle del Monte Guardia, punto da cui non sarebbe più riuscito a raggiungere il Gennaro.
Continuiamo sul sentiero che alla fine si butta in un bosco in cui non sempre si può pedalare. In questo periodo i sentieri sono molto sporchi a causa dei rami caduti per terra. Dopo un po di spingismo ci fermiamo per una pausa in quanto cè bisogno di ingerire cibo. Io non ho fame e vedo un crinale a circa 200 metri di distanza da me. Ci sarà da salire per circa 30 metri di dislivello e decido di arrampicarmi lungo la ripida salita. Arrivo in cima dove trovo la croce che indica il punto più alto: sono sulla vetta del Monte Guardia e innanzi a me vedo un lembo di pratone. Inizialmente pensavo si trattasse del famoso Pratone di Monte Gennaro ma poi capirò che si trattava della piana di Campitello.
Ad un certo punto il sentiero diventa pedalabile e comincia a scendere su lastre di pietra, sassi e radici. Che splendida scoperta: cominciano le mie urla di piacere a suon di UNDE BAKKKKEEEEEEE(*). Labbondante acqua caduta nei giorni scorsi lo trasforma in un ruscello, comunque pedalabile. Dumil lo battezzerà sentiero ruscellato.
Dopo che il sentiero si butta in uno sgarrupo davvero gagliardo, ci troviamo in un bel prato ai piedi di una fontana da cui sgorga tanta acqua.
In questa foto Geppo viene colpito da un ramo secco che gli causerà una piccola ferita vicino allocchio.
Inizialmente si pensa possa essere la Fonte di Campitello (o Campitiello o Campitelli) ma Dumil che in quelle zone bazzicava fin da giovine ci dice che la fonte da noi nominata è poco più in la.
Sono gasato, e rompo gli indugi, proseguendo lungo il sentiero bello tecnico. Poche centinaia di metri e sbuchiamo finalmente nel Pratone di Campitello dove si erge la famosa fonte.
Non ero mai stato in questo posto e ammetto di esserne rimasto folgorato: il verde dei prati è quasi accecante, cavalli in libertà ci guardano senza paura. Dumil emozionato ci racconta che da ragazzo giocava su quei prati a pallone con gli amici TUTTI RIGOROSAMENTE NUDI (scena che non riesco a togliermi di mente
). Vence comincia ad arrampicarsi sugli alberi.
Attraversiamo il pratone e la traccia ci conduce in un sentiero che sembra un fiume di pietre. Non si può pedalare perché i sassi sono grossi come palloni da calcio che rendono complicato persino il passaggio a piedi.
Questo Calvario pietroso è lungo circa 1 Km e finalmente sfocia nel magico Pratone del Gennaro, uno dei posti più suggestivi che abbia mai visto.
Avrei voluto trattenermi un po ad ammirare questo spettacolo naturale, ma comincia ad essere tardi e dobbiamo ancora affrontare la Scarpellata. Lei è dallaltra parte del Pratone che quindi attraversiamo sulle nostre bici. Finito il prato cè un breve tratto di sentiero che porta allimbocco della famigerata Scarpellata.
Ci cambiamo, indossiamo le
protezioni e siamo pronti allorgasmo finale.
Per più di uno è la prima volta che si affronta la famosa discesa, non a torto definita "tossica". Io la percorro per la quarta volta: la prima esperienza fu tragica e la feci al 90% a piedi (nellaltro 10% rimediai qualche capitombolo); la seconda volta la feci in solitaria e fu unemozione unica; la terza volta fu con tante persone lautunno scorso e mi lasciò un po deluso perché troppo arida e sabbiosa. Questultima volta ho rivisto la Scarpellata che amo. Sembro un cretino ed urlo in continuazione UNDE BAKKKKKEEEEEEEEEE(*).
Non vi descrivo il percorso e vi invito a guardare il video.
Mariuccio, Tostarello, procuratevi i pop corn perché dura circa 9 minuti mmmmmhuahuahuahuahua
Scarpellata 20/03/2011 on Vimeo
Torniamo alle macchine stanchi ma soddisfatti. Penso che a maggior ragione lo siano quello che affrontavano la mitica Scarpellata per la prima volta.
(*) Grido di battaglia degli Scatenati sui Sentieri, forgiato dal Sergente Mariuzzi (quelli della foto non sono uno dei bassotti e Pietro Gambadilegno, ma il Sergente Mariuzzi e Toty69).
Il Sergente dichiara che lorigine della frase è teutonica: si tratterebbe infatti delle urla di piacere emesse dagli attori germanici di film porno anni 70, rigorosamente vestiti di soli calzini bianchi.