Una riflessione: rivenditore o internet?

  • La Specialized Stumpjumper arriva al numero 15, cioé alla sua quindicesima ediuzione, cambiando forma del telaio, escursione e soprattutto sospensione posteriore, perché adesso troviamo un ammortizzatore sviluppato dal marchio americano in collaborazione con Fox, il Genie.
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bikocò

Biker assatanatus
5/5/06
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Campenave
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dico la mia;comprare in rete permette qualche risparmio ma non va mitizzato,innanzitutto perchè spesso i risparmi sono irrisori,poi perchè se hai problemi sono caxxi tuoi.Un sivende serio è un appoggio non da poco:un mio amico ha comperato una commencal che ha avuto problemi con la forca(AM di marzocchi) mandata 3 volte :paur::paur:in assistenza,durante questo periodo,il negoziante(tracce di genova) gli ha sempre prestato una bici per girare la domenica.Se avesse preso il mezzo in rete si sarebbe fatto 6 e più mesi di "sosta". Per quanto mi riguarda,compro pezzi in rete,ma la bici penso di comperarla sempre in negozio,dato che faccio sempre permuta dell'usato(la switch invece di 4200 euro l'ho pagata 2700,non c'è storia).
 

theonlyfly

Biker serius
27/7/05
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Verona
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Beh chiaro, più sei orientato agli acquisti online e più risparmi, e altrettanto più compri dal sivende e più hai un servizio che online ovviamente non hai.
Dipende da quanto vuoi risparmiare e sei disposto a riunciare in termini di assistenza, se ti sai arrangiare risparmi un bel po' ... ma devi pur rinunciare a qualcosa.
 

Brevino

Biker novus
25/1/08
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Pisa
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Dunque, sono nuovo e leggendo qua e la sono stato incuriosito dalla discussione anche perché mi sento chiamato in causa. Io e mia moglie abbiamo un'azienda che vende mobili; siamo commercianti, insomma.

Francamente ho letto un po' di tutto ma nessuna analisi che tenga conto del fatto che chi vende qualcosa lo paga prima a chi gliel'ha venduto. E se qualcuno avesse modo di vedere qualche fattura di acquisto si ricrederebbe molto sui margini che il commercio, oggi, garantisce.

Va poi detto che la struttura da mantenere costa: affitto dei locali, capitali immobilizzati per l'acquisto dei prodotti a magazzino, attrezzatura dell'officina, contributi, tasse, imposte varie, spese correnti (dalla pulizia dei locali alla consulenza fiscale), etc. Chi conduce attività di e-commerce non ha, ovviamente, le spese di chi ha una attività di tipo tradizionale e, a parità di margine, si può permettere prezzi inferiori. Anche perché a valle, spese e rogne, sono del cliente. Anzi: ho parlato con alcuni amici che mi hanno confessato che vanno a provarsi le scarpette nei negozi specializzati per poi comprarle on line per risparmiare 25-30 €. Soldi che sono omaggio di quel fesso di commerciante che ha perso 40 minuti con te a farti provare l'impossibile dal suo assortimenti SIDI/GAERNE/NW/SHIMANO del valore complessivo di 4.000 o 5.000 €.

In un certo modo, poi, comprendo chi non vuole metter le mani su prodotti non venduti da lui. Ci si rimette sempre: tempo, denaro, spese vive e l'ingratitudine del cliente che alla fine si aspetta di andarsene con una stretta di mano ed un arrivederci e grazie e si sente offeso se gli si chiedono 20 € per un lavoretto di mezz'ora.
1 € è per il disturbo, 19 € sono per sapere dove mettere le mani. Tutte le voci di spesa di cui sopra sono ancora sotto la voce "omaggio".
Molti non installano merce non venduta da loro per paura che eventuali difettosità della merce del cliente possano poi causare problemi e contestazioni in merito ad un corretto montaggio.
Io, una volta, per fare un favore ad un cliente (gratis), ho dovuto ripagarli un rivestimento di un divano non acquistato nel mio negozio (2.400 Euronzi) che, arrivato con un taglio, mi è stato contestato come se il taglio l'avessi fatto io. Il venditore a monte se ne è lavato le mani e da quel giorno i favori non si fanno più e le uscite costano 40 € più IVA l'ora, 50 € di diritto fisso più le spese vive.

Anche io amo farmi la manutenzione da solo, ma poiché sono una persona meticolosa uso solo attrezzatura di ottima qualità (Beta, Pastorino p. es.), ho chiavi dinamomentriche per stringere la bulloneria (per l'esattezza 3, per gamme di serraggio diverse) perché è inutile spendere una paccata di soldi in pregiati accessori in carbonio per poi macinarne i filetti stringendo con chiavi esagonali da 5 € la serie e serrando a naso. Una buona attrezzatura costa un paio di migliaia di euro e se usata 12 ore al giorno ha anche un discreto turn over per mantenerla efficiente. Tutto costa: il grasso, i lubrificanti, i detergenti, i guanti per evitare di sporcarsi le mani, i cavalletti per lavorare in piedi, i tavolini con le ruote per poggiare gli attrezzi. Aggiungete tutto il resto che vi viene in mente.

Insomma: i costi hanno delle motivazioni. Il mio mecca mi ha sistemato la bici sotto il sedere in modo impeccabile, mi è stato appresso un pomeriggio per vendermi 250 € di abbigliamento scontandomeli pure. A conti fatti 80 € di "utile" al lordo di IVA, IRPEG, IRAP, tasse comunali e spese gestionali che risultano in un guadagno di poco meno di 35 €. Bello schifo per un pomeriggio di lavoro...

Quando però acquisto qualcosa on line (e capita spesso) mi arrangio io, e se ho proprio bisogno del suo aiuto lo pago sempre, anche se lui non vuole. E' un segno di rispetto per il suo lavoro.
 

Jdgreen

Biker superioris
Dunque, sono nuovo e leggendo qua e la sono stato incuriosito dalla discussione anche perché mi sento chiamato in causa. Io e mia moglie abbiamo un'azienda che vende mobili; siamo commercianti, insomma.

Francamente ho letto un po' di tutto ma nessuna analisi che tenga conto del fatto che chi vende qualcosa lo paga prima a chi gliel'ha venduto. E se qualcuno avesse modo di vedere qualche fattura di acquisto si ricrederebbe molto sui margini che il commercio, oggi, garantisce.

Va poi detto che la struttura da mantenere costa: affitto dei locali, capitali immobilizzati per l'acquisto dei prodotti a magazzino, attrezzatura dell'officina, contributi, tasse, imposte varie, spese correnti (dalla pulizia dei locali alla consulenza fiscale), etc. Chi conduce attività di e-commerce non ha, ovviamente, le spese di chi ha una attività di tipo tradizionale e, a parità di margine, si può permettere prezzi inferiori. Anche perché a valle, spese e rogne, sono del cliente. Anzi: ho parlato con alcuni amici che mi hanno confessato che vanno a provarsi le scarpette nei negozi specializzati per poi comprarle on line per risparmiare 25-30 €. Soldi che sono omaggio di quel fesso di commerciante che ha perso 40 minuti con te a farti provare l'impossibile dal suo assortimenti SIDI/GAERNE/NW/SHIMANO del valore complessivo di 4.000 o 5.000 €.

In un certo modo, poi, comprendo chi non vuole metter le mani su prodotti non venduti da lui. Ci si rimette sempre: tempo, denaro, spese vive e l'ingratitudine del cliente che alla fine si aspetta di andarsene con una stretta di mano ed un arrivederci e grazie e si sente offeso se gli si chiedono 20 € per un lavoretto di mezz'ora.
1 € è per il disturbo, 19 € sono per sapere dove mettere le mani. Tutte le voci di spesa di cui sopra sono ancora sotto la voce "omaggio".
Molti non installano merce non venduta da loro per paura che eventuali difettosità della merce del cliente possano poi causare problemi e contestazioni in merito ad un corretto montaggio.
Io, una volta, per fare un favore ad un cliente (gratis), ho dovuto ripagarli un rivestimento di un divano non acquistato nel mio negozio (2.400 Euronzi) che, arrivato con un taglio, mi è stato contestato come se il taglio l'avessi fatto io. Il venditore a monte se ne è lavato le mani e da quel giorno i favori non si fanno più e le uscite costano 40 € più IVA l'ora, 50 € di diritto fisso più le spese vive.

Anche io amo farmi la manutenzione da solo, ma poiché sono una persona meticolosa uso solo attrezzatura di ottima qualità (Beta, Pastorino p. es.), ho chiavi dinamomentriche per stringere la bulloneria (per l'esattezza 3, per gamme di serraggio diverse) perché è inutile spendere una paccata di soldi in pregiati accessori in carbonio per poi macinarne i filetti stringendo con chiavi esagonali da 5 € la serie e serrando a naso. Una buona attrezzatura costa un paio di migliaia di euro e se usata 12 ore al giorno ha anche un discreto turn over per mantenerla efficiente. Tutto costa: il grasso, i lubrificanti, i detergenti, i guanti per evitare di sporcarsi le mani, i cavalletti per lavorare in piedi, i tavolini con le ruote per poggiare gli attrezzi. Aggiungete tutto il resto che vi viene in mente.

Insomma: i costi hanno delle motivazioni. Il mio mecca mi ha sistemato la bici sotto il sedere in modo impeccabile, mi è stato appresso un pomeriggio per vendermi 250 € di abbigliamento scontandomeli pure. A conti fatti 80 € di "utile" al lordo di IVA, IRPEG, IRAP, tasse comunali e spese gestionali che risultano in un guadagno di poco meno di 35 €. Bello schifo per un pomeriggio di lavoro...

Quando però acquisto qualcosa on line (e capita spesso) mi arrangio io, e se ho proprio bisogno del suo aiuto lo pago sempre, anche se lui non vuole. E' un segno di rispetto per il suo lavoro.

Ti quoto in pieno!
Io faccio un pò e un pò... secondo me è giusto avere un mecca (fidato)anche come punto di riferimento! Ti sa dare spesso delle dritte tecniche e non (gratuite) che ti aiutano a migliorare.
Poi anch'io ho imparato a farmi le mie registrazioni e regolazioni...
 

iuppareppa

Biker paradisiacus
1/11/02
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Maranello
www.ciclonatura.eu
Dunque, sono nuovo e leggendo qua e la sono stato incuriosito dalla discussione anche perché mi sento chiamato in causa. Io e mia moglie abbiamo un'azienda che vende mobili; siamo commercianti, insomma.

Francamente ho letto un po' di tutto ma nessuna analisi che tenga conto del fatto che chi vende qualcosa lo paga prima a chi gliel'ha venduto. E se qualcuno avesse modo di vedere qualche fattura di acquisto si ricrederebbe molto sui margini che il commercio, oggi, garantisce.

Va poi detto che la struttura da mantenere costa: affitto dei locali, capitali immobilizzati per l'acquisto dei prodotti a magazzino, attrezzatura dell'officina, contributi, tasse, imposte varie, spese correnti (dalla pulizia dei locali alla consulenza fiscale), etc. Chi conduce attività di e-commerce non ha, ovviamente, le spese di chi ha una attività di tipo tradizionale e, a parità di margine, si può permettere prezzi inferiori. Anche perché a valle, spese e rogne, sono del cliente. Anzi: ho parlato con alcuni amici che mi hanno confessato che vanno a provarsi le scarpette nei negozi specializzati per poi comprarle on line per risparmiare 25-30 €. Soldi che sono omaggio di quel fesso di commerciante che ha perso 40 minuti con te a farti provare l'impossibile dal suo assortimenti SIDI/GAERNE/NW/SHIMANO del valore complessivo di 4.000 o 5.000 €.

In un certo modo, poi, comprendo chi non vuole metter le mani su prodotti non venduti da lui. Ci si rimette sempre: tempo, denaro, spese vive e l'ingratitudine del cliente che alla fine si aspetta di andarsene con una stretta di mano ed un arrivederci e grazie e si sente offeso se gli si chiedono 20 € per un lavoretto di mezz'ora.
1 € è per il disturbo, 19 € sono per sapere dove mettere le mani. Tutte le voci di spesa di cui sopra sono ancora sotto la voce "omaggio".
Molti non installano merce non venduta da loro per paura che eventuali difettosità della merce del cliente possano poi causare problemi e contestazioni in merito ad un corretto montaggio.
Io, una volta, per fare un favore ad un cliente (gratis), ho dovuto ripagarli un rivestimento di un divano non acquistato nel mio negozio (2.400 Euronzi) che, arrivato con un taglio, mi è stato contestato come se il taglio l'avessi fatto io. Il venditore a monte se ne è lavato le mani e da quel giorno i favori non si fanno più e le uscite costano 40 € più IVA l'ora, 50 € di diritto fisso più le spese vive.

Anche io amo farmi la manutenzione da solo, ma poiché sono una persona meticolosa uso solo attrezzatura di ottima qualità (Beta, Pastorino p. es.), ho chiavi dinamomentriche per stringere la bulloneria (per l'esattezza 3, per gamme di serraggio diverse) perché è inutile spendere una paccata di soldi in pregiati accessori in carbonio per poi macinarne i filetti stringendo con chiavi esagonali da 5 € la serie e serrando a naso. Una buona attrezzatura costa un paio di migliaia di euro e se usata 12 ore al giorno ha anche un discreto turn over per mantenerla efficiente. Tutto costa: il grasso, i lubrificanti, i detergenti, i guanti per evitare di sporcarsi le mani, i cavalletti per lavorare in piedi, i tavolini con le ruote per poggiare gli attrezzi. Aggiungete tutto il resto che vi viene in mente.

Insomma: i costi hanno delle motivazioni. Il mio mecca mi ha sistemato la bici sotto il sedere in modo impeccabile, mi è stato appresso un pomeriggio per vendermi 250 € di abbigliamento scontandomeli pure. A conti fatti 80 € di "utile" al lordo di IVA, IRPEG, IRAP, tasse comunali e spese gestionali che risultano in un guadagno di poco meno di 35 €. Bello schifo per un pomeriggio di lavoro...

Quando però acquisto qualcosa on line (e capita spesso) mi arrangio io, e se ho proprio bisogno del suo aiuto lo pago sempre, anche se lui non vuole. E' un segno di rispetto per il suo lavoro.

Avendo lavorato nel commercio quoto tutto.
A questo punto il dito va puntato altrove, non al negoziante al dettaglio. Mi sa che siamo di fonte a un chiaro esempio di "sfruttamento della passione". Come fa una corona da guarnitura a prodotta in serie in migliaia di pezzi a costare al consumatore 40 Euro (vi ricordo che in epoca Lira erano circa40.000 Lire... Quindi oggi siamo a costi raddoppiati!)?
Massimo rispetto per chi lavora (ancor di più se per passione), ma ho molto rispetto anche per i soldi che mi sudo! :-(
Come è possibile che uno stesso componente (ad esempio una forcella o una guarnitura si trovino a volte con prezzi inferiori fino al 40-50% rispetto al listino ufficiale?
 

Brevino

Biker novus
25/1/08
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Come fa una corona da guarnitura a prodotta in serie in migliaia di pezzi a costare al consumatore 40 Euro (vi ricordo che in epoca Lira erano circa40.000 Lire... Quindi oggi siamo a costi raddoppiati!)?

Beh, il confronto con la lira smettiamola di farlo: sono passati sette anni. Nel 1982 mio padre acquistò una Fiat Ritmo 65CL a 7.000.000 di Lire, nel 1989 acquistò una Volkwagen Golf 1.6CL a 16.000.000 di Lire.
Come vedete il rapporto non è poi tanto differente.

Massimo rispetto per chi lavora (ancor di più se per passione), ma ho molto rispetto anche per i soldi che mi sudo! :-(
Come è possibile che uno stesso componente (ad esempio una forcella o una guarnitura si trovino a volte con prezzi inferiori fino al 40-50% rispetto al listino ufficiale!

E' semplice: le spese di gestione incidono mediamente del 20-25% sul prezzo di ciò che acquisti da un negoziante al dettaglio. Anche il negoziante al dettaglio un po' di sconto te lo fa ed ecco che se spunti un 10-15% di sconto e lo sommi alle spese di gestione salta fuori l'offerta al 40-50% del listino che ti fa il sito di e-commerce.

Va poi detto che, per esempio, quando il negoziante on line acquista dalla Ritchey delle curve, ne acquista un paio di centinaia, non 3 come il mio negoziante di fiducia. Prova a indovinare chi spunta il prezzo migliore...

Poi quel poveraccio che ti ha venduto 40 € di corona scontata del 15% a 34€ magari te la monta pure, sudando come te per guadagnarsi circa 10 € al lordo di tasse, imposte, spese di gestione etc... e questo solo se acquisti quella che ha in negozio. Se invece te la deve ordinare ha due strade:

1) paga una decina di € per le spese di spedizione e ci va in perdita.

2) ordina una quantità di merce che corrisponde al minimo importo per avere il porto franco (ovvero non pagare la spedizione della merce) e per vendere una corona da 40 €, scontata a 34 € per un guadagno netto di 4 o 5 € si carica di qualche centinaio di € di merce da mettere a magazzino.

On line i prezzi hanno una ragione. Acquisto di quantità maggiori con conseguenti margini più elevati, costi di gestione bassi, spese di trasporto e montaggio debitamente scaricate sulla schiena del consumatore.

I soldi se li sudano tutti, tu che lavori e il tizio che ti vende la merce.

Se ti fidi e trovi competenza sono soldi ben pagati.
 

zeromeno

Biker paradisiacus
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Avendo lavorato nel commercio quoto tutto.
A questo punto il dito va puntato altrove, non al negoziante al dettaglio. Mi sa che siamo di fonte a un chiaro esempio di "sfruttamento della passione". Come fa una corona da guarnitura a prodotta in serie in migliaia di pezzi a costare al consumatore 40 Euro (vi ricordo che in epoca Lira erano circa40.000 Lire... Quindi oggi siamo a costi raddoppiati!)?

Come è possibile che uno stesso componente (ad esempio una forcella o una guarnitura si trovino a volte con prezzi inferiori fino al 40-50% rispetto al listino ufficiale?

il primo ''trittico'' do corone che ho cambiato nel 1992 (circa) le ho pagate 120.000 lire marca SUGINO,le XT costavano di pui' e nn potevo permettermi un gruppo xt.
ora credo che - a conti fatti- un trittico XT costi MENO che nel 92.

Per la seconda domanda ci sono un sacco di risposte che se vuoi ti eleenco...ma nessuna è positiva:spetteguless:
 

macabalu

Biker serius
5/12/07
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Mah... I negozianti... Non è sempre colpa loro dai! Se prendi il materiale via web non hai il costo di un negozio e nemmeno la percentale del rappresentante-importatore. Non è che i costi non ci siano, occhio, ma sono sicuramente più bassi. Ce la menano tanto che ci dobbiamo muovere con mezzi che non inquinano: ma perchè non incentivano la bici con un'IVA ridotta invece di trattare le bici come beni di lusso!!!

Ottima osservazione
 

sembola

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una nera e l'altra pure
@iuppareppa: sai che io non sono d'accordo con la tesi dell' aumento dei costi delle bici, ne abbiamo parlato un paio d'anni fa in maniera abbastanza approfondita (1 )

Riguardo all' IVA, non è da "bene di lusso" ma da "bene ordinario". Ma quand'anche fosse, pernsi davvero che pagare una bici da città 20 euro di meno sarebbe un incentivo sufficiente a spostare del traffico pendolare su bici? Suvvia, per far girare la gente in città in bici servono due cose: città in pianura e piste ciclabili.
 

ibbi77

Biker superis
17/11/06
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BASSA BRESCIANA
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@iuppareppa: sai che io non sono d'accordo con la tesi dell' aumento dei costi delle bici, ne abbiamo parlato un paio d'anni fa in maniera abbastanza approfondita (1 )

Riguardo all' IVA, non è da "bene di lusso" ma da "bene ordinario". Ma quand'anche fosse, pernsi davvero che pagare una bici da città 20 euro di meno sarebbe un incentivo sufficiente a spostare del traffico pendolare su bici? Suvvia, per far girare la gente in città in bici servono due cose: città in pianura e piste ciclabili.
ti quoto in pieno,non penso che la gente non vada al lavoro in bike perche' non puo' permettersi una bike(che con 50euro ti compri una mtb)e non penso nemmeno che a uno serva una bike da 1000euro per appunto andare al lavoro.e' solo una questione di mentalita' e mancanza di servizi per i bikers nelle citta.
io stesso abito a 8km dal lavoro in pianura e nonostante sia un appassionato di bike non mi sogno nemmeno di prendere la bici nelle ore di punta per andare al lavoro col rischio di essere stirato da un camion ogni secondo!
 

theonlyfly

Biker serius
27/7/05
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... io stesso abito a 8km dal lavoro in pianura e nonostante sia un appassionato di bike non mi sogno nemmeno di prendere la bici nelle ore di punta per andare al lavoro col rischio di essere stirato da un camion ogni secondo!

Già, pure io, io lavoro a 2 km da casa, per un paio d'anni sono venuto con la bike ma alla fine per l'incolumità personale ho cambiato idea, le strade sono strette, c'è sempre più traffico e le macchine coooorrono.
La bike la uso quasi esclusivamente sui sentieri e lontano cmq dal traffico cittadino. ;-)
 

macabalu

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ti quoto in pieno,non penso che la gente non vada al lavoro in bike perche' non puo' permettersi una bike(che con 50euro ti compri una mtb)e non penso nemmeno che a uno serva una bike da 1000euro per appunto andare al lavoro.e' solo una questione di mentalita' e mancanza di servizi per i bikers nelle citta.
io stesso abito a 8km dal lavoro in pianura e nonostante sia un appassionato di bike non mi sogno nemmeno di prendere la bici nelle ore di punta per andare al lavoro col rischio di essere stirato da un camion ogni secondo!

Io credo che sensibilizzare la gente serva.
Lasciamo stare l'iva, però agevolare l'acquisto di una bicicletta con un incentivo economico, accompagnato da una buona propaganda ed ovviamente dalle infrastrutture (se esiste una pista ciclabile che ti porta a lavoro i camion non ti investono), credo che possa servire a spingere la gente ad usare la bici.
E poi esistono realtà anche in Italia dove la bici e utilizzatissima anche per andare a a lavoro.
 

sembola

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una nera e l'altra pure
La gente si incentiva con azioni concrete, non con due fogli da dieci euro. L'IVA è un falso problema, se i CD avessero l'IVA dei libri costerebbero forse un euro in meno, pensi che ne venderebbero di più?

Per la mobilità ciclistica servono le piste ciclabili, se no rimarrà sempre una modalità semiclandestina.
 

Jdgreen

Biker superioris
La gente si incentiva con azioni concrete, non con due fogli da dieci euro. L'IVA è un falso problema, se i CD avessero l'IVA dei libri costerebbero forse un euro in meno, pensi che ne venderebbero di più?

Per la mobilità ciclistica servono le piste ciclabili, se no rimarrà sempre una modalità semiclandestina.
Che dire...Sembola for President!!!:-?:-?:-?:-?
 

Billo

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Nella Fucina di eroi.
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internet Uber alles, specie per acquisti di componenti...
uber alles perchè mi pare che con i prezzi tedeschi, sia difficile competere per il resto del continente europeo...
 

bytesoft

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19/12/07
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Arezzo
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Secondo me per acquistare in internet bisognerebbe risparmiare diversi soldini altrimenti non ne vale la pena, addirittura non capisco come questo possa accadere, trovi i prezzi più bassi dal mio negoziante rispetto a quello trovo online, chiaramente parlo di siti italiani.
Dico non capisco come possa accadere perchè chiaramente il mio negoziante ha dei costi di gestione (affitto, stipendi, ecc.) che invece un' azienda che vende online non dovrebbe avere.
Per esempio le assicurazioni online sono molto più convenienti di quelle tradizionale, non è così per il nostro settore.
 

zeromeno

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31/5/04
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La gente si incentiva con azioni concrete, non con due fogli da dieci euro. L'IVA è un falso problema, se i CD avessero l'IVA dei libri costerebbero forse un euro in meno, pensi che ne venderebbero di più?

Per la mobilità ciclistica servono le piste ciclabili, se no rimarrà sempre una modalità semiclandestina.

anche perchè una city-bike:i-want-t: bellina costa come un paio di jeans(di marca ma nn roba esagerata)...considerato che i jeans dopo un anno/due li cambi perchè cambia la moda e la city (se nn te la fregano) ti dura una vita...
dai nn sono i soldi è la cultura:cucù:
 

MaxSpila

Biker superioris
mia esperienza bici comperata portata sempre da lui x agosto mi monta un pezzo nella bici non idoneo come scusa che i magazzini in agosto sono chiusi. io in un paio d'ore ho rintracciato il pezzo e oltre a tutto me lo sono montato ore perse 24 ore.
il grosso problema è che tra i negozi non si parlano a mio parere e tra quelli vicini ancora peggio. IN TUTTI I CASI CHI FA DA SE ........
 

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