Dunque, sono nuovo e leggendo qua e la sono stato incuriosito dalla discussione anche perché mi sento chiamato in causa. Io e mia moglie abbiamo un'azienda che vende mobili; siamo commercianti, insomma.
Francamente ho letto un po' di tutto ma nessuna analisi che tenga conto del fatto che chi vende qualcosa lo paga prima a chi gliel'ha venduto. E se qualcuno avesse modo di vedere qualche fattura di acquisto si ricrederebbe molto sui margini che il commercio, oggi, garantisce.
Va poi detto che la struttura da mantenere costa: affitto dei locali, capitali immobilizzati per l'acquisto dei prodotti a magazzino, attrezzatura dell'officina, contributi, tasse, imposte varie, spese correnti (dalla pulizia dei locali alla consulenza fiscale), etc. Chi conduce attività di e-commerce non ha, ovviamente, le spese di chi ha una attività di tipo tradizionale e, a parità di margine, si può permettere prezzi inferiori. Anche perché a valle, spese e rogne, sono del cliente. Anzi: ho parlato con alcuni amici che mi hanno confessato che vanno a provarsi le scarpette nei negozi specializzati per poi comprarle on line per risparmiare 25-30 . Soldi che sono omaggio di quel fesso di commerciante che ha perso 40 minuti con te a farti provare l'impossibile dal suo assortimenti SIDI/GAERNE/NW/SHIMANO del valore complessivo di 4.000 o 5.000 .
In un certo modo, poi, comprendo chi non vuole metter le mani su prodotti non venduti da lui. Ci si rimette sempre: tempo, denaro, spese vive e l'ingratitudine del cliente che alla fine si aspetta di andarsene con una stretta di mano ed un arrivederci e grazie e si sente offeso se gli si chiedono 20 per un lavoretto di mezz'ora.
1 è per il disturbo, 19 sono per sapere dove mettere le mani. Tutte le voci di spesa di cui sopra sono ancora sotto la voce "omaggio".
Molti non installano merce non venduta da loro per paura che eventuali difettosità della merce del cliente possano poi causare problemi e contestazioni in merito ad un corretto montaggio.
Io, una volta, per fare un favore ad un cliente (gratis), ho dovuto ripagarli un rivestimento di un divano non acquistato nel mio negozio (2.400 Euronzi) che, arrivato con un taglio, mi è stato contestato come se il taglio l'avessi fatto io. Il venditore a monte se ne è lavato le mani e da quel giorno i favori non si fanno più e le uscite costano 40 più IVA l'ora, 50 di diritto fisso più le spese vive.
Anche io amo farmi la manutenzione da solo, ma poiché sono una persona meticolosa uso solo attrezzatura di ottima qualità (Beta, Pastorino p. es.), ho chiavi dinamomentriche per stringere la bulloneria (per l'esattezza 3, per gamme di serraggio diverse) perché è inutile spendere una paccata di soldi in pregiati accessori in carbonio per poi macinarne i filetti stringendo con chiavi esagonali da 5 la serie e serrando a naso. Una buona attrezzatura costa un paio di migliaia di euro e se usata 12 ore al giorno ha anche un discreto turn over per mantenerla efficiente. Tutto costa: il grasso, i lubrificanti, i detergenti, i guanti per evitare di sporcarsi le mani, i cavalletti per lavorare in piedi, i tavolini con le ruote per poggiare gli attrezzi. Aggiungete tutto il resto che vi viene in mente.
Insomma: i costi hanno delle motivazioni. Il mio mecca mi ha sistemato la bici sotto il sedere in modo impeccabile, mi è stato appresso un pomeriggio per vendermi 250 di abbigliamento scontandomeli pure. A conti fatti 80 di "utile" al lordo di IVA, IRPEG, IRAP, tasse comunali e spese gestionali che risultano in un guadagno di poco meno di 35 . Bello schifo per un pomeriggio di lavoro...
Quando però acquisto qualcosa on line (e capita spesso) mi arrangio io, e se ho proprio bisogno del suo aiuto lo pago sempre, anche se lui non vuole. E' un segno di rispetto per il suo lavoro.
Dunque, sono nuovo e leggendo qua e la sono stato incuriosito dalla discussione anche perché mi sento chiamato in causa. Io e mia moglie abbiamo un'azienda che vende mobili; siamo commercianti, insomma.
Francamente ho letto un po' di tutto ma nessuna analisi che tenga conto del fatto che chi vende qualcosa lo paga prima a chi gliel'ha venduto. E se qualcuno avesse modo di vedere qualche fattura di acquisto si ricrederebbe molto sui margini che il commercio, oggi, garantisce.
Va poi detto che la struttura da mantenere costa: affitto dei locali, capitali immobilizzati per l'acquisto dei prodotti a magazzino, attrezzatura dell'officina, contributi, tasse, imposte varie, spese correnti (dalla pulizia dei locali alla consulenza fiscale), etc. Chi conduce attività di e-commerce non ha, ovviamente, le spese di chi ha una attività di tipo tradizionale e, a parità di margine, si può permettere prezzi inferiori. Anche perché a valle, spese e rogne, sono del cliente. Anzi: ho parlato con alcuni amici che mi hanno confessato che vanno a provarsi le scarpette nei negozi specializzati per poi comprarle on line per risparmiare 25-30 €. Soldi che sono omaggio di quel fesso di commerciante che ha perso 40 minuti con te a farti provare l'impossibile dal suo assortimenti SIDI/GAERNE/NW/SHIMANO del valore complessivo di 4.000 o 5.000 €.
In un certo modo, poi, comprendo chi non vuole metter le mani su prodotti non venduti da lui. Ci si rimette sempre: tempo, denaro, spese vive e l'ingratitudine del cliente che alla fine si aspetta di andarsene con una stretta di mano ed un arrivederci e grazie e si sente offeso se gli si chiedono 20 € per un lavoretto di mezz'ora.
1 € è per il disturbo, 19 € sono per sapere dove mettere le mani. Tutte le voci di spesa di cui sopra sono ancora sotto la voce "omaggio".
Molti non installano merce non venduta da loro per paura che eventuali difettosità della merce del cliente possano poi causare problemi e contestazioni in merito ad un corretto montaggio.
Io, una volta, per fare un favore ad un cliente (gratis), ho dovuto ripagarli un rivestimento di un divano non acquistato nel mio negozio (2.400 Euronzi) che, arrivato con un taglio, mi è stato contestato come se il taglio l'avessi fatto io. Il venditore a monte se ne è lavato le mani e da quel giorno i favori non si fanno più e le uscite costano 40 € più IVA l'ora, 50 € di diritto fisso più le spese vive.
Anche io amo farmi la manutenzione da solo, ma poiché sono una persona meticolosa uso solo attrezzatura di ottima qualità (Beta, Pastorino p. es.), ho chiavi dinamomentriche per stringere la bulloneria (per l'esattezza 3, per gamme di serraggio diverse) perché è inutile spendere una paccata di soldi in pregiati accessori in carbonio per poi macinarne i filetti stringendo con chiavi esagonali da 5 € la serie e serrando a naso. Una buona attrezzatura costa un paio di migliaia di euro e se usata 12 ore al giorno ha anche un discreto turn over per mantenerla efficiente. Tutto costa: il grasso, i lubrificanti, i detergenti, i guanti per evitare di sporcarsi le mani, i cavalletti per lavorare in piedi, i tavolini con le ruote per poggiare gli attrezzi. Aggiungete tutto il resto che vi viene in mente.
Insomma: i costi hanno delle motivazioni. Il mio mecca mi ha sistemato la bici sotto il sedere in modo impeccabile, mi è stato appresso un pomeriggio per vendermi 250 € di abbigliamento scontandomeli pure. A conti fatti 80 € di "utile" al lordo di IVA, IRPEG, IRAP, tasse comunali e spese gestionali che risultano in un guadagno di poco meno di 35 €. Bello schifo per un pomeriggio di lavoro...
Quando però acquisto qualcosa on line (e capita spesso) mi arrangio io, e se ho proprio bisogno del suo aiuto lo pago sempre, anche se lui non vuole. E' un segno di rispetto per il suo lavoro.
Come fa una corona da guarnitura a prodotta in serie in migliaia di pezzi a costare al consumatore 40 Euro (vi ricordo che in epoca Lira erano circa40.000 Lire... Quindi oggi siamo a costi raddoppiati!)?
Massimo rispetto per chi lavora (ancor di più se per passione), ma ho molto rispetto anche per i soldi che mi sudo!
Come è possibile che uno stesso componente (ad esempio una forcella o una guarnitura si trovino a volte con prezzi inferiori fino al 40-50% rispetto al listino ufficiale!
Avendo lavorato nel commercio quoto tutto.
A questo punto il dito va puntato altrove, non al negoziante al dettaglio. Mi sa che siamo di fonte a un chiaro esempio di "sfruttamento della passione". Come fa una corona da guarnitura a prodotta in serie in migliaia di pezzi a costare al consumatore 40 Euro (vi ricordo che in epoca Lira erano circa40.000 Lire... Quindi oggi siamo a costi raddoppiati!)?
Come è possibile che uno stesso componente (ad esempio una forcella o una guarnitura si trovino a volte con prezzi inferiori fino al 40-50% rispetto al listino ufficiale?
Mah... I negozianti... Non è sempre colpa loro dai! Se prendi il materiale via web non hai il costo di un negozio e nemmeno la percentale del rappresentante-importatore. Non è che i costi non ci siano, occhio, ma sono sicuramente più bassi. Ce la menano tanto che ci dobbiamo muovere con mezzi che non inquinano: ma perchè non incentivano la bici con un'IVA ridotta invece di trattare le bici come beni di lusso!!!
ti quoto in pieno,non penso che la gente non vada al lavoro in bike perche' non puo' permettersi una bike(che con 50euro ti compri una mtb)e non penso nemmeno che a uno serva una bike da 1000euro per appunto andare al lavoro.e' solo una questione di mentalita' e mancanza di servizi per i bikers nelle citta.@iuppareppa: sai che io non sono d'accordo con la tesi dell' aumento dei costi delle bici, ne abbiamo parlato un paio d'anni fa in maniera abbastanza approfondita (1 )
Riguardo all' IVA, non è da "bene di lusso" ma da "bene ordinario". Ma quand'anche fosse, pernsi davvero che pagare una bici da città 20 euro di meno sarebbe un incentivo sufficiente a spostare del traffico pendolare su bici? Suvvia, per far girare la gente in città in bici servono due cose: città in pianura e piste ciclabili.
... io stesso abito a 8km dal lavoro in pianura e nonostante sia un appassionato di bike non mi sogno nemmeno di prendere la bici nelle ore di punta per andare al lavoro col rischio di essere stirato da un camion ogni secondo!
ti quoto in pieno,non penso che la gente non vada al lavoro in bike perche' non puo' permettersi una bike(che con 50euro ti compri una mtb)e non penso nemmeno che a uno serva una bike da 1000euro per appunto andare al lavoro.e' solo una questione di mentalita' e mancanza di servizi per i bikers nelle citta.
io stesso abito a 8km dal lavoro in pianura e nonostante sia un appassionato di bike non mi sogno nemmeno di prendere la bici nelle ore di punta per andare al lavoro col rischio di essere stirato da un camion ogni secondo!
Che dire...Sembola for President!!!-?-?La gente si incentiva con azioni concrete, non con due fogli da dieci euro. L'IVA è un falso problema, se i CD avessero l'IVA dei libri costerebbero forse un euro in meno, pensi che ne venderebbero di più?
Per la mobilità ciclistica servono le piste ciclabili, se no rimarrà sempre una modalità semiclandestina.
La gente si incentiva con azioni concrete, non con due fogli da dieci euro. L'IVA è un falso problema, se i CD avessero l'IVA dei libri costerebbero forse un euro in meno, pensi che ne venderebbero di più?
Per la mobilità ciclistica servono le piste ciclabili, se no rimarrà sempre una modalità semiclandestina.