E' si non è un film con Vence Siffredi
e Pazzo Trentalance
ma il giro super hard fatto sabato al Corno alle Scale. Non vi lasciate ingannare dal dislivello di soli 1200 mt ma il giro è stato veramente hard
in quanto con salite molto dure sia sui tratti pedalati, pochi
che su quelli a spinta.
Comunque il Corno alle Scale è un posto magnifico dal punto di vista paesaggistico con un bosco simil Casentino e dei paesaggi rocciosi da rimanere a bocca aperta, un po meno a livello di discese, che meritano solo a tratti.
Ma partiamo dall'inizio e cioè dalla discesa
si perchè stavolta il giro inizia si può dire all'incontrario e cioè in discesa.
Lasciata l'auto al lago Cavone
ci buttiamo subito in discesa sul 337 e succesivamente sul 331 per andare a vedere la meravigliosa Cascata del Dardagna. devo dire che partire a freddo in discesa è quasi come partire in salita ripida si fa un po fatica e per di più la discesa non si presenta affatto male anzi è abbastanza tecnica e infatti il Vence ne assaggia subito la durezza
oggi c'è molto traffico sul sentiero e bisogna dare la precendeza a chi viene da destra
, ma qui un dubbio atroce mi assale chi è il cavallo di razza
?
in questo periodo l'acqua la fa da padrona e il sentiero è tutto un susseguirsi di piccole cascatelle
e per di più quasi tutta discesa con solo pochi piccolissimi rilanci
in un bosco sublime
fino ad arrivare alla cascata del Dardagna vera e propria bellissima
per risalire invece di fare la strada dell'andata e spingere decidiamo di passare per Madonna dell'Acero in quanto tutto pedalabile e il Vence comincia il suo posershow
anche qui acqua e ancora acqua
il santuario di Madonna dell'Acero
per asfalto comunque ripido chiudiamo l'anello delle cascate per toranre al Cavone, è ora di fare sul serio Punta Sofia lassù ci aspetta ansiosa
ci attende ora la durissima sterrata del 329 fino al Lago Scaffaiolo, salita durissima che solo con una gambona si può fare tutta in sella
o in alternativa con gambine allenate come le mie
anche se purtroppo nuvole basse minacciose si intravedono all'orizzonte
il Pazzo al bivio che ci aspetta, ha potuto fare anche una pennica nel frattempo
purtroppo più saliamo e più andiamo dentro la nebbia
e arrivati al lago Scaffaiolo è buio totale con visibilità zero, non ci rimane che attendere un po e tirarci su con un bel grappino
a regà ma ndo sta il lago ?
nonostante la situazione non migliori decidiamo di riprendre il nostro giro ugualmente anche perchè di strada da fare ce n'è ancora parecchia e allora a tastoni
riprendiamo il nostro cammino verso il Corno prendendo il crinale dello 00 per il passo dello strofinatoio, incontrando le ultime lingue di neve sui canaloni nascosti dal sole
dallo strofinatoio poi non ci rimane che l'ultima strappone su per il 129 che ci farà arrivare in vetta al Corno alle Scale che con i suoi 1944 metri è il punto più alto di giornata
meno male che il bel panorama affievolisce un po la durissima ascesa
dalla cima dobbiamo scendere per il 335 ma la poca visibilità ce o fa cannare e prendiamo un taglio freeride tra la macchia bassa
poi però come per incanto la nebbia sparisce
e così possiamo ritrovare la retta via e cioè la cresta e qui come dice Mario è OMC puro e cristallino
e finalmente anche la Nuda si scopre
o se non è OMC questo, grande Pazzo
questo invece è PosOMC
o meglio spettacolo allo stato puro tutta la sequenza
terminata la cresta lasciamo il 335 per il 337 e qui sono veramente cazzi amari con un sentiero tutto scale, d'altronde se non c'erano le scale che corno alle scale sarebbe ?
molto tecnico e ripido
che si butta proprio dentro al Corno
con bei tornantini scalinati da fare in nose press
o senza
la discesa comunque non è lunghissima ma invece in compenso la risalita si
ma che ci frega quando ci troviamo in questo anfiteatro della natura
il tratto più duro è nel bosco sia per la pendenza che per il sentiero che è così stretto che la bici e il biker insieme non passano, bisogna per forza portarla in spalla sennò la bici si incastra sui rami delle piante
dopo una bella faticaccia riguadagnamo finalmente il crinale che da Punta Sofia scende dritto dai Balzi dell'Ora, Mario lo scruta in quanto era quello che voleva fare lui ma con quella nebbia oggi era troppo pericoloso, torneremo sicuramente a provarlo
anche se in bici boh
ma dobbiamo arrivare lassù al Monte La Nuda ancora c'è un po di strada da fare e ripreso il 129 ci dirigiamo verso la vetta sempre rigorosamente bici in spalla
o no ?
no no si pedala
te sarà parso
due puntini sull'immensità
l'ultima parte però quella si si pedala e si può così arrivare in vetta in sella
e finalmente dopo tanta salita un po di discesa, dalla vetta prendiamo infatti il 327 per Maestà d'Ivo, sentiero flow ma godereccio con la prima parte freeride a campo libero
e poi si entra nel bosco con un bel flow tutto zig zag slalomeggiante tra le piante e per giunta pulitissimo ma questo è sottinteso qui siamo in serie A in fatto di sentieri
la discesa ce la mangiamo in quattro e quattr'otto anche perchè termina a 1200 e siamo ancora alti da li intercettiamo il 323 che presenta solo uno strappo iniziale poi si mantiene in costa o a favore fino alla Sboccata dei bagnadori da dove per il 129 sentiero molto carino e anche con alcuni passaggi tecnici ritorniamo a Vidiciatico.
E anche per stavolta è tutto, un grazie ai mei compagni d'avventura e soprattuto al Pazzo per aver ideato questo bel giro
tutte le foto qui:
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e la traccia gps: