ne valeva la pena?
tratto da Ansa.it
CAVEZZO (MODENA) - In Emilia la terra si è scrollata ancora una volta di dosso case e persone e questa volta ne ha uccise 17, dopo le sette già morte lo scorso 20 maggio. Di queste nuove vittime, undici sono morte mentre stavano lavorando nel crollo dei capannoni che erano stati dichiarati agibili nonostante lo sciame sismico insistente derivato dal terremoto del 20 maggio. Provincia di Modena, che significa l'operosa Bassa emiliana: Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Mirandola, Medolla, Cavezzo, campagne verdi che si alternano a capannoni industriali, gente operosa che non si spaventa. Eppure qui, i tentativi di riprendersi la vita e il lavoro sono stati seppelliti dalle macerie di capannoni e industrie, crollati a colpi di scosse sismiche, la più violenta di magnitudo 5.8.
Come se questa volta il terremoto avesse aspettato che tutti fossero al lavoro. Gianni Bignardi, 62 anni, ingegnere di Mirandola, Kumar Pawan, 27 anni, operaio, Mohammad Azaar, 46 anni, caporeparto: sono morti nel crollo della Meta, industria metalmeccanica dove lavoravano insieme indiani sikh, marocchini e italiani. Bignardi stava eseguendo controlli di stabilità per capire se il capannone, dichiarato agibile, potesse sopportare ancora quello sciame sismico che dal 20 maggio non lascia in pace questa terra. Alle 9 del mattino, quando è arrivata la scossa potente, tutti hanno cercato di fuggire. Secondi di terrore, 10, 15 che sono sembrati un'eternità ma troppo brevi per consentire la fuga di Kumar, Gianni e Mohammad. E così sono morti, schiacciati dalle grandi travi mentre la terra tremava ancora. Non hanno probabilmente avuto nemmeno il tempo di avere paura. "La voglia di tutti gli abitanti di San Felice sul Panaro era quella di ricominciare ma per ora questa voglia è soffocata dalla paura, dalle poche sicurezza che abbiamo, dalle scosse che ci logorano - ha detto il sindaco di San Felice Alberto Silvestri -. Ma se ritroveremo la tranquillità allora potremo farcela".
Anche a Medolla sono morti quattro operai, che stavano lavorando nella Haemotronic, e tre sono i morti alla Bbg di San Giacomo Roncole, a Mirandola e una donna in un mobilificio di Cavezzo. Qui il capannone si è piegato su se stesso, dopo che la terra ha tremato per 15 secondi. Anche in questo caso, queste persone lavoravano perché attraverso il lavoro speravano di sconfiggere il terremoto e la sua forza imprevedibile e devastante.
[url]http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/speciali/2012/05/29/Emilia-trema-ancora_6960303.html[/URL]