Anche Pogno è un bell’esempio, lì senza mtb non ci sarebbe molto e si finirebbe tutti al lago d’Orta.Semplice: la promozione di sentieri condivisi non passa per le gare enduro. E men che meno passa dal kom fatto col gruppone durante il weekend.
Se ancora non l'hai capito, i problemi che nascono sono:
1. sentieri rovinati irrimediabilmente
2. conflitti con pedoni e rischi di divieti
3. aumento del traffico di un pubblico dicesistico.
Vuoi fare la gara enduro? Costruisci sentieri per le mtb e poi fai la gara. Che poi, la costruzione di sentieri dedicati è la vera promozione di una regione, vedere la stessa Finale Ligure. Io ci andai ad inizio della decade 2000-2010 per promuovere i sentieri su Bike Magazin germania tramite un report, ed erano stati aperti/puliti dai ragazzi di Finale Freeride, gli unici che ai tempi avevano uno shuttle.
Alla domanda: fai la gara enduro in Capriasca e poi? non sapete rispondere, perché la risposta ricade in quello che ho appena detto sulla costruzione dei sentieri ma basta vedere a Redde con i sentieri abusivi per capire che si ha a che fare con dei dilettanti.
Quello che ho fatto io? Non vado di certo a pubblicizzarlo sui social con i selfie, ma mi sono pulito da solo la discesa dall'Alpe foppa al Ceneri in 2 giorni di soffiatore qualche anno fa. Idem per la discesa coi tornantini da Torricella (che grazie a Dio gli enduristi non fanno perché troppo lenta o oltre le loro capacità).
Non lo so se una gara distrugge irrimediabilmente i sentieri, sicuramente va fatta manutenzione e magari sarebbe il caso di gareggiare senza provare, con una ricognizione solo per sicurezza.
Secondo me la valorizzazione del territorio attraverso la mtb è un’idea fantastica, ma va portata avanti con la supervisione degli enti e soprattutto condivisa, non come accade che il primo che arriva si prende l’area più comoda e che si presta meglio, fa come vuole fino a che a qualcuno girano e scatta la faida.