spero che tu non ti sia rotto 60 ossa sul tragitto per andare al lavoro
Beh leggevo giusto ieri di un 34 enne morto sul posto di lavoro, e non faceva il bikers di professione ma l'operai.
Nessuno mette in discussione il fatto che loro rischino più di altri, ma fondamentalmente il rischio di un infortunio c'è a prescindere dall'attività che si fa, l'importante è prendere atto dei rischi.
Al di la dello stramega livello tecnico e soprattutto dello stramega talento innato (dono di Dio o del fattore genetico a seconda di come lo si voglia guardare) senza il quale inevitabilmente non si può arrivare al top... quello che io personalmente "invidio" a queste persone è il controllo e l'auto-condizionamento della propria condizione mentale!
In due parole se parti psicologicamente vincente hai già vinto a metà e non sono sicuro che anche questa "capacità" sia un conseguenziale frutto di un allenamento in tal senso oppure anch'essa è appannaggio del Signore (o dei genitori ).
Al di la dello stramega livello tecnico e soprattutto dello stramega talento innato (dono di Dio o del fattore genetico a seconda di come lo si voglia guardare) senza il quale inevitabilmente non si può arrivare al top... quello che io personalmente "invidio" a queste persone è il controllo e l'auto-condizionamento della propria condizione mentale!
In due parole se parti psicologicamente vincente hai già vinto a metà e non sono sicuro che anche questa "capacità" sia un conseguenziale frutto di un allenamento in tal senso oppure anch'essa è appannaggio del Signore (o dei genitori ).
si ma non puoi farlo sulla schiuma anche di fronte al pubblico.....c'è la sfida dell'atleta e c'è anche la morbosità del pubblico, come al circo i trapezzisti senza rete.....siamo malati e vogliosi delle senzazioni che non abbiamo il coraggio o la possibilità di provare, poi qualcuno rimane tetraplegico e tutti a dire stima e rispetto.
Non so quanto sia giusto questo e ho apprezzato l'immagine sfumata sull'incidente.
Secondo me invece questa sensazione di violenza e di morbosità fa parte solo di quelle persone che il nostro sport non lo praticano e non lo sentono "loro". Io ad esempio se guardo un contest gravity sono molto molto più contento di vedere un atleta che chiude un trick rispetto ad un altro che si fa male, e non solo per semplice commiserazione ma perchè CREDO in questo sport e sono quindi orgoglioso ed ho rispetto per l' atleta che riesce a raggiungere i suoi traguardi e che supera le sue sfide.
forse hai ragione ma quando si parla di eventi, sponsor etc noi siamo una minoranza, su 60000 persone che riempiono un'arena quanti saranno i praticanti? Molti vanno per lo spettacolo sia esso Freestylecross, DH o anche un motomondiale. E poi come te lo spieghi che se vai su Youtube e cerchi Crash di qualsiasi disciplina ci sono 1000000 di video e sempre tra i più cliccati?
Poi sia chiaro anche io son più contento di veder chiudere un trick che vedere una dentata
nel mio piccolo, anzi piccollissimo caso ho spesso possibilità di fare fuori pista con gli sci... ok valuti il rischio nella scelta di un pendio piuttosto che di un altro... ma quando ci sei dentro, quando cominci a raidare vai con la testa in un posto lontano... ha un che di mistico... di fuori dal mondo... il rischio c'è, è sempre dietro l'angolo... ma parti quasi in uno stato di "trance"... non pensi a quello che devi fare... viene tutto naturale... sono tutti movimenti che ti escono in automatico... è un qualcosa che viene da dentro, qualcosa che fa parte di te...
e quando cadi, ti fai male, il primo pensiero va al quando potrò di nuovo tornare a fare quello che facevo...
non è una malattia... non è pazzia... è uno stato mentale che, secondo me, pochissime persone al mondo hanno la fortuna di vivere almeno una volta...
perchè la caduta fa ridere, perchè la caduta è spesso nel suo sviluppo ridicola, perchè la frase classica è "tanto poi si rialza, non s'è fatto nulla".........
probabilmente i milioni di click che hanno quei video sono di persone che hanno tempo da buttare davanti ad un pc invece che magari uscire a fare un qualsiasi sport o anche solo due passi oppure si tratta dei classici bimbominkia che a parole sanno fare tutto e ti pigliano per il culo se sanguini da un braccio perchè a fare mtb sei scivolato...... ma poi passano le loro ore davanti ad un pc e se fanno mezza rampa di scale muoiono....
Quoto al 100%. :-?c'è un trailer su youtube del film "reasons" di poorboyz production che resta sempre nel contesto degli sport estremi ma stavolta sulla neve... nel trailer ogni atleta spiega con una frase cosa sta alla base del proprio "lavoro".........
credo la più significativa sia "it's not just something that I do for fun, it's truly part of who I am"...
nel mio piccolo, anzi piccollissimo caso ho spesso possibilità di fare fuori pista con gli sci... ok valuti il rischio nella scelta di un pendio piuttosto che di un altro... ma quando ci sei dentro, quando cominci a raidare vai con la testa in un posto lontano... ha un che di mistico... di fuori dal mondo... il rischio c'è, è sempre dietro l'angolo... ma parti quasi in uno stato di "trance"... non pensi a quello che devi fare... viene tutto naturale... sono tutti movimenti che ti escono in automatico... è un qualcosa che viene da dentro, qualcosa che fa parte di te...
e quando cadi, ti fai male, il primo pensiero va al quando potrò di nuovo tornare a fare quello che facevo...
non è una malattia... non è pazzia... è uno stato mentale che, secondo me, pochissime persone al mondo hanno la fortuna di vivere almeno una volta...
Quoto al 100%. :-?
Ho appena avuto un infortunio in MTB, il 25 Luglio.
Tre giorni dopo la caduta, durante un tratto di discesa sassosa ma facile, ero in questo stato:
E' certamente uno degli infortuni più gravi che possano capitare a chi fa XC-granfondo-marathon.
Eppure non vedo l'ora di tornare a pedalare e rifare le medesime cose di prima.
Perchè gli "automatismi" non si possono arrestare da un momento all'altro.
Ho appena avuto un infortunio in MTB, il 25 Luglio.