Solita Italia...

sembola

Moderatur cartesiano
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una nera e l'altra pure
Poi è vero che siamo un pò conservatori e agonisti e bitumari,ma credo che la cultura sia per noi un bene non un male.
Non sono d'accordo. In Italia esiste una "cultura" alta di cui si parla tanto ma che non si pratica, e non esiste una cultura civile nei cittadini e da qui su su non esiste una cultura delle Istituzioni nè una cultura aziendale moderna diffuse e radicate nel paese. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: un sistema economico incapace di svilupparsi, aziende costrette ad un nanismo che prima o poi le stronca, un capitalismo senza regole ed incapace di sviluppare il paese, un sistema politico inane e incapace di risolvere i problemi e così via. Se questa è la nostra "cultura", Dio ce ne scampi.

Badate bene, non è questione di essere esterofili, non penso assolutamente che una cosa venuta da fuori sia meglio per principio. Rifiuto però anche la categorica afferamazione che "noi siamo meglio". Chi abbia visitato l'Europa sa cosa dico.

In Italia il "conservatorismo" delle forze produttive ed imprenditoriali non è solo semplice prudenza, che è un dovere di ogni operatore economico oltre che un suo diritto: spesso rappresenta la strada apparentemente più facile, quella del "ha da passa' a' nuttata". Poi arriva una crisi e, come in un albero scosso dal vento, chi ha investito in innovazione (nuovi processi o nuovi prodotti) sopravvive e molti di quelli che non l'hanno fatto no, oppure tirano a campare. Questo è esattamente quello che è avvenuto, e sta ancora avvenendo, in moltissimi settori: chi investe (ovviamente investendo e rischiando) scommettendo sull'inventiva e sulla creatività ottiene un vantaggio competitivo e riesce a reggere l'impatto con nuove situazioni di mercato.
Nessuno è costretto a innovare, sia chiaro: chi occupa un mercato in cui non è minacciato da concorrenti non fa altro che sfruttarlo. Per uscire dal generale ed entrare nel nostro caso, lungi da me dire che i negozi "devono" proporre cose nuove, nè che i distributori "devono" spingerle. Però che non si lamentino "di internet" se poi c'è chi compra in rete altrove quello cheloro non vogliono vendere.
 

antobike

Biker grossissimus
5/9/05
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Non sono d'accordo. In Italia esiste una "cultura" alta di cui si parla tanto ma che non si pratica, .... .....

E questo è l'altro punto che ho in testa da ieri e per il quale concordo in pieno con il Sembola.
Essendo a contatto diretto con l'ambiente della formazione, questa scarsissima preparazione imprenditoriale, economica e politica la vedo ogni giorno che entro in ufficio.
In Italia l'imprenditore in generale è ancora di vecchio stampo, portato più al guadagno(alla giornata) che allo sviluppo reale e costruttivo di una impresa/azienda. Se si guardano gli stessi negozi di biciclette, nostro campo di discussione, in molti casi si ha una netta sensazione di improvvisato; ci si improvvisa venditori, ci si improvvisa meccanici, ci si improvvisa distributori... ma non c'è una vera preparazione di fondo e molti negozi finiscono per diventare rivendite di bici da città lasciando il resto in nicchie di minore importanza; se qualcuno mi viene a dire che gli italiani sono peggio degli americani(o dei tedeschi o dei francesi) in questo, allora sì che concordo! Ma non è colpa del "consumatore" o dell'appassionato; chi acquista lo fa se trova un prodotto, se questo prodotto è ben presentato, spiegato e fatto provare. Altrimenti ne diffida e questo succede in Italia come in qualunque paese del mondo.
Questo fattore unito alla mancanza di campioni/esempi nel nostro sport(ciò che dicevo prima) rendono chiaramente di difficile diffusione una novità come le 29.
Non ultimo fattore condizionante in negativo è la grande diffusione, fra i più giovani salterini, delle bi-ammortizzate che stanno avendo una gran crescita(a sentire in giro...). Il mercato più "giovane" è attratto da grandi escursioni e molle varie, che nelle 29 ancora vedo poco o per niente.
 

marco

Not
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Diverse
Il mercato più "giovane" è attratto da grandi escursioni e molle varie, che nelle 29 ancora vedo poco o per niente.

il freeride è una nicchia. Chiedi a qualsiasi negoziante e ti dirà quante bici da FR vende in un anno: pochissime rispetto a quelle da gara/escursionismo.

Il FR abbaglia per le tante foto spettacolari che si vedono in giro, per l'allegro "chiasso" dei praticanti, per lo più molto giovani, per i video, ma rimane una cosa minima. Le 29", secondo me, si vanno a posizionare nel segmento ben più grande del XC/AM, e lì la fetta di torta è molto più interessante.
 

Wu Ming

Biker velocissimus
12/10/05
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Acqui Terme
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Siamo senz'altro un popolo di santi e navigatori, però, purtroppo come bikers brilliamo per ignavia.

Osserviamo il panorama del bikerismo italiano:
la parte del leone la fanno le Gran Fondo, dove la massa dei partecipanti ha decretato la sparizione di quelle più impegnative (Monterosa, TVT, chissà quante altre) ed addomesticato i percorsi (lisciandoli ed accorciandoli) di tutte le altre.
Nell'XC si corre praticamente con bici da strada (slick e forche rigide)
Nelle 24 h si è addirittura arrivati ad illuminare i percorsi
I festival di MTB sono merce rara
L'unica corsa a tappe ha più partecipanti stranieri che italici, potrei andare avanti...

Insomma, io vedo da parte di tutti molta paura del nuovo, di mettersi in gioco, sia negli affari che nel modo di passare il tempo libero: con questa maggioranza di clienti che (la maggioranza) dei negozi deve accontentare è già un miracolo se si vedono forche ammortizzate e freni a disco, il grande successo delle 29' avverra' quando (e se) saranno impiegate con successo in ambito agonistico. Il tutto INMHO.
scusate sempre i discorsi sconclusionati, poi dopo gli interventi del Sembola, tutto diventa banale...non è che potresti scrivere qualche vaccata, per metterti in pari?
 

kiko5

Biker paradisiacus
10/3/04
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..anche secondo me!!!
..per fare un esempio la bici del sembola è la bici che potrebbe sostituire molte front da escursionismo, togliendogli qualche kg diventa più race e, parliamoci chiaro, i grandi numeri sono qui.
 

cencio

Biker immensus
30/10/02
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Leghorn
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Anche io credo che il FR sia una nicchia , quanto grande però non lo sò ,
come non sò quanti lettori abbia Tuttomountainbike le cui pagine sono occupate in massima parte da foto , articoli , test di bici freeride e da escursionismo tecnico . La mia impressione è che sia un microcosmo abbastanza piccolo. Per nome ,virtualmente, personalmente o di vista ci si conosce quasi tutti...quando qualcuno parla di "carboneria" forse ha detto giusto .
Mi piacerebbe avere qualche dato numerico , se esiste.
 

Ser pecora

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Concordo. Anch'io ho l'impressione di tanta improvvisazione da parte di molti operatori del settore. Sempre mascherata dalla "passione". A volte è meglio un operatore meno "filantropo", ma con idee e capacità.

Non concordo che non sia colpa del consumatore. Il consumatore può avere un ruolo attivo. Imho gli utenti di questo forum lo hanno. Però bisogna stare sul forum, saper usare un pc, etc.. La storia delle 29er insegna: è una nicchia spinta proprio dal basso in certi paesi e non imposta a colpi di marketing dall'alto. Lo si è ripetuto più volte.

Un esempio a caso: ormai è quasi 1 anno che ProM a Milano ha disponibili delle 29er a rotazione da dare in prova. Ben pochi si sono fatti avanti per sfruttare l'occasione. E stiamo parlando della zona di Milano, che almeno sulla carta dovrebbe essere parecchio "popolata".
 

on35p33d

Biker extra
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a livello teorico, la differenza fra FR e 29 è che, come qualcuno ha gia detto, le 29 sono trasversali...ossia toccano diversi lati della MTB.
su questo credo che alcuni non vogliano vederci bene, a partire dagli utenti finali.
 

antobike

Biker grossissimus
5/9/05
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Sì anche io pensavo che il free-ride fosse una nicchia, ma nei negozi inzio a vedere sempre più bici biammo e con grandi escursioni se non proprio da free-ride spinto, almeno da free-ride leggero; se tanto mi da tanto, questo vuol dire che sta aumentando la richiesta altrimenti l'aumento sarebbe inspiegabile. E a sentire i ragazzini, mi pare che il futuro sia indirizzato molto a quel settore; chiaramente sono solo personali impressioni di uno che non è un esperto del settore nè tantomeno un imprenditore.
 

Ser pecora

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Mi piacerebbe avere qualche dato numerico , se esiste.

Crested B. ha parlato precedentemente di un 15%. Questa sarebbe la quota di mercato del Fr in Italia.
Per quantificare posto questi due links:
http://www.ancma.it/common/file/articolo_144sezione_15.pdf
http://www.ancma.it/common/file/articolo_137sezione_16.pdf

Da cui si evince che al contrario di quello che forse molti pensano la bdc in italia è nettamente meno diffusa della mtb (è evidente che gran parte della produzione sono bici da supermercato, ma il divario mi pare cmq grande). Poi sul quanto si pratica non so.
 

antobike

Biker grossissimus
5/9/05
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Dati davvero molto interessanti.
Chiaro che se si considera la diffusione delle mtb prendendo anche quelle da supermercato i dati sono un po' falsati visto che non esistono, per quanto ne sò bici da corsa che costino 79 euro come le "Mtb" della Ipercoop...
Credo che a livello di appassionati veri(cioè non quelli che usano la mtb per andare a far la spesa) i valori in campo siano un po' diversi. Altro fatto da considerare è che la Bdc è una fetta singola con al limite il settore/nicchia del ciclocross; la mtb invece racchiude molte sottocategorie che ne spezzettano il mercato e creano molte nicchie.
E' evidente che le 29ers in questo panorama possono tranquillamente diventare un'altra nicchia di media importanza, ma non riesco a intravedere lo spazio per uno sviluppo più ampio.
I gusti personali poi, sono altra faccenda; a me, semplice escursionista, certi aspetti delle 29 possono anche interessare(anche se per ora non ci penso a cambiare bici per ragioni economiche), ma fino ad ora ne ho vista solo 1 in un negozio... non è facile provarla e non ho tanto tempo per sbattermi alla ricerca di chi me la faccia provare senza perdite di tempo; lo stesso problema probabilmente incontra chiunque sia semplicemente curioso.
 

Ser pecora

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Ser, però sbaglio o lì parlano di produzione?

Nel secondo parlano di import/export. Ed a quanto pare importiamo meno di quanto produciamo, quindi cmq si può avere un'idea di cosa sia in Italia il 15% del mercato mtb: un'inezia.
E immagino che il mercato mtb in Italia sia più piccolo che quello di altri paesi.
 

Ser pecora

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Vero, ma stiamo parlando di un 33% mtb (più import) contro un 4% bdc (più import).

Cmq i dati li ho messi per quantificare quanto possa essere il 15% del settore Fr di cui parla CrestedB.
Per quantificare quello Dh si fa ancora prima direi essendo uno sport solo agonistico: saranno qualche centinaio.
Per le 29er al momento c'è René Sembola, Mtb29er, ed un' altra decina forse....pochi, ma buoni
 

antobike

Biker grossissimus
5/9/05
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Ma sai, il parlarne sicuramente è positivo. Ed è normale che esponenti particolarmente attivi di un importante forum tematico di MTB siano tra i primi a provare 'ste 29.
Da quello che dici continuo a pensare che il settore rimarrà di nicchia, se anche il FR è di nicchia.
Quello che manca da noi è la vera diffusione di questo sport in generale.
Se anche la MTB può vantare una maggiore diffusione della Corsa - cosa su cui ho seri dubbi a giudicare dalle frotte di Ciclisti su Bdc che incontro dappertutto a fronte dei gruppetti o dei singoli che incontro in MTB - questo non elimina il fatto che comunque il mercato italiano rimanga ridotto rispetto ad altri paesi. Probabilmente manca un supporto alla diffusione di questo sport o della semplice pratica dello sport(che è un altro aspetto dell'Italia). Forse mancano le manifestazioni, forse manca una federazione che lavori, forse manca l'attenzione dei Media, ma qualcosa manca perchè la MTB con tutte le sue "nicchie" abbia più diffusione. E continuo ad essere convinto che non dipenda dal consumatore.
Per capirci...quando giocavo a tennis, circa 25 anni fa, c'era un discreto boom di circoli; pur non avendo grandi esempi di campioni in circolazione c'era la tv che passava qualunque torneo in programma; e molte erano le iscrizioni ai circoli, compreso quello dove ero io; da quando il tennis è stato relegato alle Pay-tv o a qualche privata meno diffusa, è crollato il numero di praticanti con la conseguente chiusura di molti circoli.
Per rimanere in ambito ciclistico, pensiamo alla risonanza che hanno sul mercato le manifestazioni come il Giro o il Tour che vengono proposte ogni giorno, durante lo svolgimento, in TV.
Per la MTB invece vedo pochissima attenzione, se non nulla.
Chiaro che come sport rimanga una nicchia e che le 29 siano a loro volta una nicchia di una nicchia. Ripeto, non parlo di MTB da ipercoop, ma di Mtb come Sport, con la "S" maiuscola.
 

Ser pecora

Diretur Heiliger Geist
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Vico Road, Dalkey
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Esatto, sono una somma di fattori. Un po' questo un po' quello.
Cmq, che le 29er restino una nicchia o meno a me interessa poco. Lo scopo del topic era appunto discutere sui vari motivi per cui ci sono certe resistenze.
Una secondo me l'hai detta: "per gli Italiani fare "sport" con la S maiuscola è mettersi un numero sulla bici o sulle spalle. In altri paesi non è così. Si può andare in mtb anche solo per fare escursionismo o "ludicamente". Che poi, imho, è quello che fa già la maggior parte della gente... forse è questo che non si considera quando si fanno i confronti con il mondo bdc. Quello è uno sport puramente orientato all'agonismo (in teoria, perchè anche là...) mentre la mtb no. Ecco perchè ci sono margini per crescere nel mondo mtb e per le29er.
Cose come il Giro ed Il Tour sono più eventi televisivi che altro. Faranno vendere di più la tal bici, ma non aumentare il numero di praticanti. Le biciclette non vanno da sole...
C'è poi una differenza con le mtb: televisamente le gare di mtb sono più difficili da coprire.
 

CROPCIRCLE

<b>29er Taleban</b>
2/4/07
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Un fattore frenante IMHO è anche la crisi economica che bene o male ha investito tutti i settori. A maggior ragione un settore come la bici, il divertimento, passano in secondo piano.

Se consideriamo inoltre che molti dei venditori di bici sono negozi di piccola-media grandezza, effettivamente mettendosi nei loro panni non viene certo voglia di investire nuove risorse in qualcosa di nuovo, da promuovere, da proporre, da far conoscere. Magari prorpio grazie alla crisi sono poi rimasti in magazzino parecchi pezzi invenduti dell'anno prima e quindi a maggior ragione di nuovi investimenti non se ne parla proprio.

La parte più grossa quindi dovrebero farla i costruttori o importatori, ma dato che non tutti sono appassionati come Crested B, la situazione è quella che vediamo.

Anche perchè, come già detto, le 29er non hanno mai interessato più di tanto i grossi costruttori che si stanno muovendo solo adesso. Fisher a parte, ma l'importatore IT, forse scottato dalla precedente esperienza non è dei più entusiasti e poi forse preferisce spingere il marchio Trek che rientra anche nel settore strada.

Quindi se ci fossero più soldi e più risorse economiche sicuramente sarebbe diverso anche il diffondersi delle 29er. Anche a partire dall'utente che magari spinto dalla curiosità potrebbe acquistare una seconda o anche una terza MTB prendendosi una 29er, salvo poi scoprire di trovarsi meglio che con le 26" ... ma questo è un altro discorso ...
 

antobike

Biker grossissimus
5/9/05
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Giusta riflessione.
Non sono totalmente daccordo su questo punto; forse le gare di MTB sono meno facili da coprire... però non intendevo solo gare ma anche eventi o manifestazioni che facciano conoscere la MTB e le sue potenzialità.
Oltretutto le gare viste in tv alle olimpiadi o in occasione dei mondiali di MTB non erano affatto poco guardabili e risultavano addirittura più spettacolari delle loro corrispettive su bitume.
Rimango comunque convinto che se nascesse un campione popolare di MTB molto probabilmente crescerebbero le vendite e la diffusione di questo sport.
 

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