Non sono d'accordo. In Italia esiste una "cultura" alta di cui si parla tanto ma che non si pratica, e non esiste una cultura civile nei cittadini e da qui su su non esiste una cultura delle Istituzioni nè una cultura aziendale moderna diffuse e radicate nel paese. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: un sistema economico incapace di svilupparsi, aziende costrette ad un nanismo che prima o poi le stronca, un capitalismo senza regole ed incapace di sviluppare il paese, un sistema politico inane e incapace di risolvere i problemi e così via. Se questa è la nostra "cultura", Dio ce ne scampi.Poi è vero che siamo un pò conservatori e agonisti e bitumari,ma credo che la cultura sia per noi un bene non un male.
Badate bene, non è questione di essere esterofili, non penso assolutamente che una cosa venuta da fuori sia meglio per principio. Rifiuto però anche la categorica afferamazione che "noi siamo meglio". Chi abbia visitato l'Europa sa cosa dico.
In Italia il "conservatorismo" delle forze produttive ed imprenditoriali non è solo semplice prudenza, che è un dovere di ogni operatore economico oltre che un suo diritto: spesso rappresenta la strada apparentemente più facile, quella del "ha da passa' a' nuttata". Poi arriva una crisi e, come in un albero scosso dal vento, chi ha investito in innovazione (nuovi processi o nuovi prodotti) sopravvive e molti di quelli che non l'hanno fatto no, oppure tirano a campare. Questo è esattamente quello che è avvenuto, e sta ancora avvenendo, in moltissimi settori: chi investe (ovviamente investendo e rischiando) scommettendo sull'inventiva e sulla creatività ottiene un vantaggio competitivo e riesce a reggere l'impatto con nuove situazioni di mercato.
Nessuno è costretto a innovare, sia chiaro: chi occupa un mercato in cui non è minacciato da concorrenti non fa altro che sfruttarlo. Per uscire dal generale ed entrare nel nostro caso, lungi da me dire che i negozi "devono" proporre cose nuove, nè che i distributori "devono" spingerle. Però che non si lamentino "di internet" se poi c'è chi compra in rete altrove quello cheloro non vogliono vendere.